Concetti Chiave
- Il processo di centuriazione e urbanizzazione in Roma coinvolse patroni locali, figure influenti che facilitarono il legame tra nuovi centri e Roma.
- Molte città distrutte, come Pompei, furono ricostruite grazie al contributo finanziario e organizzativo dei patroni.
- Vitruvio documenta esempi di rifondazione urbana, come Salapia, dove un patrono migliorò la salubrità e l'ubicazione della città.
- La municipalizzazione, accompagnata da un'organizzazione agrimensoria efficiente, portò a un impulso economico per le città e i cittadini.
- Alcune città divennero "città fantasma", poiché la popolazione rimase nei villaggi, utilizzando la città solo per funzioni politiche e occasioni particolari.
Il ruolo dei patroni
Il processo fu pertanto molto più ampio, che implicò tutta un’attività non soltanto agrimensoria (per la centuriazione), ma anche urbanistica; ad essere incaricati di questo imponente processo furono i patroni (una nuova figura) locali, cioè personaggi famosi, illustri, ricchi che già avevano rapporti con Roma e che creavano i legami tra i nuovi centri romani, anche per lo svolgimento di tutte le pratiche necessarie per ottenere la cittadinanza romana.
Ricostruzione e urbanizzazione
In molti casi si trattò anche di ricostruire città che erano state rase al suolo, o centri rasi al suolo: la stessa Pompei, ad esempio, aveva un insediamento precedente, su cui era stato ricostruito quello post guerra sociale; in molti casi abbiamo fenomeni molto interessanti (di cui parla Vitruvio, che operò nel I secolo a.C. e che, nel dare i suoi consigli per una perfetta architettura, parla di Salapia [cittadina a metà tra Campania e Calabria], città semidistrutta e che un patrono locale rifondò completamente, mettendoci anche soldi suoi: egli comprò un nuovo terreno, che assegnò ai nuovi concittadini per prezzi irrisori; secondo Vitruvio essa si trovava in un’area malsana, perché sebbene fosse in riva del mare, laddove un fiume creava insabbiatura il clima era reso insalubre e tutti i cittadini stavano poco bene. Questo patrono, per ricreare una città che fosse degna del valore di un municipium romano, comprò un terreno su una collina e lì costruì di nuovo la città).
Municipalizzazione e conseguenze
Questo processo, che durò quasi un secolo, determinò i destini futuri dell’Italia: laddove il processo di municipalizzazione fu sostenuto da una connessa attività di organizzazione agrimensoria dei territori, quindi la città ebbe il suo territorio ben organizzato e diviso, allora la municipalizzazione coincise con uno slancio economico delle città e dei cittadini, ma in molti casi essa coincise con la creazione di città fantasma, nel senso che i patroni (per farsi belli agli occhi di Roma e dei cittadini) costruirono città con tutto l’apparato necessario al loro funzionamento (Curia, foro, anfiteatro) ma la popolazione continuò ad abitare nei villaggi in modo sparso ed in città si recò solo per votare, eleggere qualcuno, c’erano solo le case di pochi ricchi cittadini.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei patroni nel processo di municipalizzazione romana?
- Quali furono le conseguenze del processo di municipalizzazione in Italia?
- Come venivano ricostruite le città distrutte secondo Vitruvio?
I patroni, figure locali illustri e ricche, erano incaricati di creare legami tra i nuovi centri romani e Roma, gestendo le pratiche per ottenere la cittadinanza romana e ricostruendo città distrutte.
Il processo di municipalizzazione, sostenuto dall'organizzazione agrimensoria, portò a uno slancio economico in alcune città, mentre in altri casi creò città fantasma, dove la popolazione continuava a vivere nei villaggi.
Vitruvio descrive come i patroni locali rifondassero città distrutte, acquistando nuovi terreni e costruendo infrastrutture, come nel caso di Salapia, dove un patrono comprò un terreno su una collina per ricostruire la città in un'area più salubre.