Concetti Chiave
- La didattica romana si basava sulla ripetitività e l'uso della memoria, con radici nella mnemotecnica greca.
- Gli studenti erano incentivati allo studio tramite la verga, una pratica comune dell'epoca.
- La vita scolastica romana era vivace, con alunni che facevano scherzi e lasciavano graffiti nelle scuole.
- I graffiti romani, datati dal I al V secolo d.C., riflettono una cultura diffusa e cambiamenti sociali.
- Dopo un calo nel Medioevo, i graffiti e la cultura scritta rinacquero dall'XI al XV secolo.
Indice
La didattica romana e la memoria
Durante l'epoca romana la didattica era basata sulla ripetitività, ogni disciplina richiedeva l’uso della memoria. L’arte della memoria o mnemotecnica era nata in Grecia, attribuita per tradizione al poeta Simonide. Questa tecnica continuò nel corso del Medioevo e prese vigore durante il Rinascimento. La didattica romana era caratterizzata dall’incentivo allo studio tramite la verga (bacchetta lunga e sottile).
Scherzi e graffiti nelle scuole
Gli alunni di un tempo non erano molto diversi da quelli di oggi. Le commedie di Plauto e Terenzio abbondano di scene in cui gli alunni infliggono scherzi pesanti e botte in testa ai loro maestri. Le pareti della scuola venivano imbrattate di messaggi e disegnini.
Evoluzione dei graffiti nel tempo
Si trovano moltissimi graffiti risalenti all’epoca romana che va dal I al V secolo d.C., perché questo è un periodo di cultura diffusa in tutti gli strati della società. I primi graffiti in lingua latina conosciuti sono quelli di Ercolano e Pompei, fatti sull’intonaco delle taverne o per strada. Dal III secolo in poi i graffiti si trovano maggiormente in luoghi di culto e hanno contenuto religioso. Scompaiono dal VI al X secolo a causa del minor numero di scuole esistenti e di persone in grado di scrivere. Ricompaiono numerosi dall’XI al XV secolo, segno del risorgere della cultura.