Concetti Chiave
- I Romani distinguevano tra divinità indigetes, originarie di Roma, e divinità novensides, adottate da altre culture.
- La pratica dell'evocatio dimostrava l'apertura romana nell'accogliere divinità straniere per ottenere protezione.
- La triade arcaica di Giove, Marte e Quirino fu successivamente sostituita dalla triade capitolina di Giove, Giunone e Minerva.
- Molte divinità romane avevano corrispettivi greci, riflettendo l'influenza culturale della Grecia su Roma.
- Con il passare del tempo, culti orientali e misterici si diffusero a Roma, culminando nell'affermazione del Cristianesimo nel III secolo d.C.
Indice
Divinità arcaiche e novensides
Fra gli dei venerati dai Romani era possibile distinguere le divinità arcaiche, già presenti nei culti della Roma delle origini, dette dii indigetes, e de divinità che erano proprie di altri popoli, conosciute successivamente dai Romani, dette dii novensides.
Da ciò risulta evidente che la religione politeistica dei Romani non era legata rigidamente alle divinità tradizionali, ma aperta ad accogliere nuovi culti.
Ne è una dimostrazione la procedura dell’evocatio, propria dei Romani: le divinità dei nemici venivano accolte e venerate in città al fine di ottenerne la protezione.
Triade arcaica e capitolina
Fra gli dei adorati ella Roma arcaica vanno ricordate anzitutto le tre divinità principali: Giove, padre degli dei, corrispondente al greco Zeus, Marte, in origine dio dell’agricoltura e poi anche della guerra, corrispondente al greco Ares, e Quirino, dio dei cittadini radunati in assemblea, in un secondo tempo identificato con il mitico fondatore della città, Romolo. A questa triade arcaica si sostituì più tardi la cosiddetta triade capitolina: Giove, Giunone, sua moglie, protettrice delle donne, corrispondente alla greca Atena.
Divinità protettrici e concetti astratti
Oltre a queste divinità somme, se ne possono ricordare altre fra quelle più antiche: Giano, che proteggeva chi passava per le porte della città; Vesta, del focolare della casa e dello Stato, corrispondente alla greca Hestia; i Lari, che propiziavano la continuità della famiglia; i Penati, che facevano sì che nella dispensa di casa non mancasse nulla; i Mani, gli spiriti dei defunti, venerati con appositi riti; Saturno, dio dei campi seminati, che fu identificato con il greco Crono; Nettuno, dio del mare, corrispondente al greco Poseidone.
Come si può notare, al società romana dalle origini, prevalentemente agricola, venerava molte divinità protettrici dell’agricoltura e della vita famigliare, divinità che rappresentavano concetti astratti considerati basilari nella mentalità comune, in linea con il mos maiorum, i severi costumi degli antenati:Pietas (venerazione verso gli dei e verso i genitori), Spes (speranza), Fides (buona fede), Honos (onore), Virtus (virtù, coraggio), Concordia, Victoria, Salus (salute), Fortuna (destino).
Influenza greca e culti orientali
Abbiamo già visto come alcuni dei venerati in Roma fin dai tempi più antichi trovarono un corrispondente nel pantheon greco (Giove/Zeus, Marte/Ares, Giunone/Hera, Minerva/Atena, Vesta/Hestia, Nettuno/Poseidone, Saturno/Crono). Molti altri culti greci furono introdotti in Roma successivamente: Febo Apollo, dio della poesia e dell’armonia, venerato dai Romani soprattutto come dio degli oracoli; Diana, sorella di Apollo, dea della caccia, Artemide; Vulcano, dio del fuoco, corrispondente al greco Efesto; Venere, dea della bellezza e dell’amore, corrispondente alla greca Afrodite; Cerere, dea delle messi, come la greca Demetra; Ercole, che è il semidio Eracle nel culto dei Greci; Mercurio, messaggero degli dei e dio dei mercanti, corrispondente al greco Hermes; Esculapio, nome romano del greco Asclepio, dio della medicina; Plutone, signore del mondo sotterraneo, corrispondente al greco Ades.
Altra divinità greca che trovò un corrispondente culto romano fu Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza. Gli eccessi del culto dionisiaco, che prevedeva riti orgiastici, non erano però accettabili per i severi costumi della società romana.
La religione romana si modificò poi con il passare del tempo soprattutto per l’introduzione di culti orientali. Oltre al culto di origine frigia di Cibele, detta Magna Mater, ricordiamo i culti egiziani di Iside e di Serapide e quello persiano di Mirthra giunti in Roma anch’essi, in genere, attraverso i Greci o popoli grecizzati: nel II secolo d.C. la loro diffusione nell’impero era già enorme. Tali culti si definiscono misterici, in quanto amministrati da sacerdoti, la cui dottrina costituiva una rivelazione, che si mantenevano isolati rispetto i profani e imponevano ai seguaci rituali di iniziazione e pratiche ascetiche.
Diffusione del cristianesimo
Tra i culti che meglio della religione politeistica e tradizionale riuscivano a soddisfare le nuove esigenze spirituali del popolo, si diffuse a Roma nel III secolo d.C. il Cristianesimo, religione destinata a imporsi su tutte le altre, nonostante le feroci persecuzioni contro chi si dichiarava seguace di Cristo.
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali divinità venerate nella Roma arcaica?
- Come si manifestava l'apertura dei Romani verso nuovi culti religiosi?
- Quali divinità greche furono integrate nel pantheon romano?
- Quali culti orientali furono introdotti a Roma e come si caratterizzavano?
- Come si diffuse il Cristianesimo a Roma e quali furono le sue conseguenze?
Nella Roma arcaica, le principali divinità venerate erano Giove, Marte e Quirino, che formavano la triade arcaica. Successivamente, questa triade fu sostituita dalla triade capitolina composta da Giove, Giunone e Minerva.
L'apertura dei Romani verso nuovi culti si manifestava attraverso la procedura dell'evocatio, che permetteva di accogliere e venerare le divinità dei nemici per ottenere la loro protezione.
Diverse divinità greche furono integrate nel pantheon romano, tra cui Febo Apollo, Diana, Vulcano, Venere, Cerere, Ercole, Mercurio, Esculapio, Plutone e Dioniso.
A Roma furono introdotti culti orientali come quello di Cibele, Iside, Serapide e Mirthra. Questi culti erano misterici, amministrati da sacerdoti con dottrine rivelate e richiedevano rituali di iniziazione e pratiche ascetiche.
Il Cristianesimo si diffuse a Roma nel III secolo d.C., riuscendo a soddisfare le nuove esigenze spirituali del popolo. Nonostante le persecuzioni, si impose su tutte le altre religioni.