Concetti Chiave
- Tarquinio il Superbo è descritto come un tiranno che consolidò l'egemonia di Roma sui popoli vicini durante l'ultima fase della monarchia etrusca.
- La società romana era aperta e integrativa, capace di assimilare culture diverse senza distruggerle, promuovendo lo sviluppo culturale e sociale.
- Roma consentiva agli schiavi di diventare uomini liberi attraverso il rispetto della legalità e il possesso di un censo sufficiente.
- Nel 367 a.C., il praetor urbanus fu istituito per amministrare la giustizia urbana, riducendo i poteri consolari.
- Dal 443 a.C. i censori, eletti ogni cinque anni, censivano la popolazione e purificavano la città con il Lustrum alla fine del loro mandato.
Indice
L'egemonia di Roma sotto Tarquinio
Livio connota Tarquinio il Superbo con tutte le caratteristiche relative del týrannos greco: sotto di lui Roma avrebbe instaurato una forma di egemonia nei confronti di quei popoli che si trovavano nelle vicinanze di Roma e che erano riuniti nella Lega Latina.
I dati archeologici confermano il fatto che Roma avesse instaurato il proprio potere su molte località nel raggio di 20-90 km durante il periodo finale della monarchia etrusca.Integrazione e assimilazione culturale
Roma creò istituzioni aperte ed accoglienti, mostrandosi in grado di assimilare il diverso e di farne motivo di sviluppo e di crescita; infatti, quando essa annetteva altri popoli (Etruschi, Umbri, Sanniti, Cartaginesi, Greci, Africani, etc.) non ne distruggeva il sostrato culturale. D’altro canto, però, con i popoli che si rifiutavano di darsi in fidem Roma agì incorporato ed annullando i loro diritti.
Libertà e cittadinanza nella civiltà romana
La civiltà Roma, basata più sulla fides che sul sangue e sull’origine, fu l’unica civiltà al mondo che consentiva agli schiavi di diventare uomini liberi; i liberti, infatti, erano una categoria sociale costituita da ex schiavi manomessi, liberati cioè dal proprio stato di dipendenza. Questo era possibile attraverso due criteri: si doveva anzitutto dimostrare di poter essere cittadini, quindi si doveva provvedere al pagamento del peculium. Due erano dunque i criteri adottati: il rispetto della legalità, delle istituzioni date da Roma (quindi della fides) e il possesso di un censo sufficiente.
Riforme politiche e istituzioni romane
Infastidito che anche un plebeo potesse ricoprire il consolato, nel 367 a.C. il gruppo patrizio istituì il praetor urbanus, che toglieva ai consoli l’amministrazione della giustizia in città.
Nel 443 a.C. furono istituiti due censori (dapprima solo patrizi), eletti ogni cinque anni essi erano pertanto gli unici magistrati a non essere eletti annualmente: in diciotto mesi dovevano censire tutta la popolazione, cioè rivedere l’appartenenza alle liste di censo dei vari cittadini; alla fine dei cinque anni, quando una nuova coppia di censori stava per essere eletta, si purificava la città attraverso la cerimonia del Lustrum (da luo, “purifico, purificazione”, termine che poi indicherà un quinquennio).
Domande da interrogazione
- Quali caratteristiche attribuisce Livio a Tarquinio il Superbo?
- Come Roma gestiva l'annessione di altri popoli?
- Qual era il ruolo dei censori nella Roma antica?
Livio descrive Tarquinio il Superbo con le caratteristiche di un týrannos greco, indicando che sotto il suo regno Roma instaurò un'egemonia sui popoli vicini, confermata da dati archeologici.
Roma creava istituzioni aperte e accoglienti, assimilando i popoli annessi senza distruggere il loro sostrato culturale, ma annullando i diritti di quelli che si rifiutavano di darsi in fidem.
I censori, istituiti nel 443 a.C., erano eletti ogni cinque anni per censire la popolazione e rivedere le liste di censo, purificando la città con la cerimonia del Lustrum alla fine del loro mandato.