Concetti Chiave
- Silla limitò il potere dei tribuni della plebe, impedendo loro di proseguire nel cursus honorum, riducendo così l'efficacia del tribunato.
- Le decisioni delle assemblee popolari furono sottoposte all'approvazione del Senato, consolidando il controllo dell'oligarchia senatoria.
- I tribunali furono sottratti ai cavalieri e affidati ai senatori, cancellando la legge di Caio Gracco.
- Silla riformò la costituzione romana e si ritirò volontariamente dalla dittatura, ricevendo il titolo di Silla Felix.
- Dopo la morte di Silla, sia elementi popolari che consoli tentarono di assumere funzioni di capi populares, dimostrando l'instabilità politica.
La riforma di Silla
Silla, rendendosi conto di come i tribuni della plebe (carica un tempo rivoluzionaria, con figli democratici) erano sempre figli di buona famiglia, perché passando ai plebei essi potevano iniziare la carriera politica con misure demagogiche attraverso cui catturavano l’amore del popolo romano, decise che chi sceglieva di fare il tribuno della plebe non poteva continuare il proprio cursus honorum: il potere del tribunato della plebe fu in tal modo drasticamente ridimensionato, quasi vanificato e le decisioni delle assemblee popolari furono sottoposte all’approvazione del Senato; infine, i tribunali furono sottratti ai cavalieri ed affidati ai senatori (veniva così cancellata la legge giudiziaria di Caio Gracco).
Consolidamento dell'oligarchia senatoria
Si tratta quindi di un consolidamento a senso unico dell’oligarchia senatoria e Silla, una volta scritta la costituzione romana, nell’81 a.C. si ritira a vita privata, abdicando alla dittatura e nel 79 a.C. muore pacificamente, tanto da ricevere il titolo di Silla Felix (perché era riuscito a riformare sotto tanti aspetti ed aveva dato per la prima volta un ordine alla costituzione romana); tuttavia, dopo la sua morte non solo elementi popolari (visto che il tribunato della plebe non aveva più efficacia) ma persino consoli tentarono di assumere le funzioni di capi populares.
Eredità politica di Silla
Egli è un conservatore, non un populares come Mario, mentre come lui era un homo novus e questo dà la misura della poca maturità politica di questo ceto sociale: gli italici latini, assurti alla cittadinanza romana, anche di alta levatura intellettuale, comunque mancavano di quella esperienza politica che gli optimates avevano, che i patricii avevano; nel discorso ciceroniano il tema di fondo è la concordia ordinum (dei due ceti sociali, cioè cavalieri e senatori): alla base del suo progetto politico c’era l’idea che gli ordines si devono accordare per la guida dello Stato.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme attuate da Silla riguardo al tribunato della plebe?
- In che modo Silla consolidò l'oligarchia senatoria?
- Qual è l'eredità politica di Silla secondo il testo?
Silla ridimensionò drasticamente il potere del tribunato della plebe, impedendo a chi sceglieva di diventare tribuno di continuare il cursus honorum e sottoponendo le decisioni delle assemblee popolari all'approvazione del Senato.
Silla consolidò l'oligarchia senatoria affidando i tribunali ai senatori, cancellando la legge giudiziaria di Caio Gracco, e ritirandosi a vita privata dopo aver scritto la costituzione romana, lasciando un ordine stabilito.
L'eredità politica di Silla è quella di un conservatore che, a differenza dei populares come Mario, cercò di stabilire la concordia ordinum tra cavalieri e senatori per la guida dello Stato, evidenziando la mancanza di esperienza politica degli italici latini rispetto agli optimates.