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Concetti Chiave

  • Publio Sulpicio Galba convinse i Comizi Centuriati a dichiarare la Seconda Guerra Macedonica nel 200 a.C. per timore di un'invasione di Filippo V in Italia.
  • La sconfitta dei Macedoni a Cinocefale nel 196 a.C. fu guidata da Tito Quinzio Flaminino, evidenziando la superiorità militare romana.
  • Flaminino e altri romani dell'epoca si formarono sui testi greci, riconoscendo l'importanza della cultura greca come alternativa a quella romana.
  • La politica di Roma mirava a liberare le città greche dal dominio macedone, sfruttando il desiderio di autonomia delle polis greche.
  • Le città greche erano organizzate in Leghe, ma queste avevano difficoltà a resistere militarmente, rendendo Roma un alleato interessante.

Indice

  1. La Seconda Guerra Macedonica
  2. La minaccia di Filippo V
  3. L'influenza culturale greca
  4. Le città greche e la libertà

La minaccia di Filippo V

La Seconda Guerra Macedonica

Fu il console Publio Sulpicio Galba a convincere i Comizi Centuriati, paventando la possibilità che, come Filippo V aveva minacciato nel 215, ora potesse spedire il suo esercito in Italia, cioè l’avere di nuovo un nemico sul proprio territorio (come era già successo con Pirro ed Annibale); il timore che Filippo V potesse effettivamente sbarcare in Italia convinse nel 200 i Comizi a dichiarare la Seconda Guerra Macedonica (mentre si è soliti considerare la Prima all’epoca dell’apertura del fronte orientale, cioè nel 215, chiusa nel 205 a.C.

con un trattato in cui Roma vieta a Filippo di avvicinarsi), che finisce nel 196 a.C. a Cinocefale, dopo una strepitosa sconfitta dei Macedoni, ad opera di Tito Quinzio Flaminino, che conduce l’esercito a combattere in Tessaglia.

L'influenza culturale greca

Egli mostra, come Scipione, la maturità culturale di un gruppo, di una famiglia la cui educazione avviene per opera di precettori greci, che imparava il greco e preparava i giovani al confronto con l’altra civiltà, quella che, sconfitti i Cartaginesi, poteva costituire una forte alternativa a Roma: il mondo greco; i più lungimiranti avevano studiato il greco, perché si formassero sui testi greci, che allora rappresentavano la cultura per eccellenza: oltre all’addestramento militare, dunque, per poter agire nel foro (oltre alla retorica latina, che ancora non esisteva) si imparava la retorica greca, la filosofia dei Sofisti, di Platone, di Aristotele, degli Stoici.

Le città greche e la libertà

Tito Quinzio Flaminino sapeva e riconosceva quali erano le grandi tematiche politiche-culturali che animavano i greci, sapevano che le città greche (oppresse da un sovrano macedone) non avrebbero sopportato a lungo il giogo e che erano organizzate in Leghe (un po’come gli Etruschi), un sistema istituzionale pieno di falle (non erano in grado di organizzare un esercito capace di resistere a quello romano); ma la grande tematica che poteva provocare un atteggiamento positivo dei Greci nei confronti di Roma era quella di dare la libertà alle città greche, era infatti all’insegna della libertà che tutto il mondo greco aveva elaborato le proprie istituzioni, la polis greca era e si sentiva autonoma, libera e pertanto non aveva sopportato né il giogo di Alessandro Magno, né tantomeno poteva sopportare l’invadenza dei Macedoni.

Domande da interrogazione

  1. Quale fu il motivo principale che spinse i Comizi Centuriati a dichiarare la Seconda Guerra Macedonica?
  2. Il timore che Filippo V potesse sbarcare in Italia e rappresentare una minaccia sul territorio romano convinse i Comizi Centuriati a dichiarare la guerra nel 200 a.C.

  3. Quale ruolo ebbe Tito Quinzio Flaminino nella Seconda Guerra Macedonica?
  4. Tito Quinzio Flaminino guidò l'esercito romano alla vittoria contro i Macedoni a Cinocefale nel 196 a.C., dimostrando una profonda comprensione delle tematiche politico-culturali greche.

  5. Perché la libertà delle città greche era una tematica importante per Roma?
  6. La libertà delle città greche era cruciale perché rappresentava un valore fondamentale per il mondo greco, che non tollerava il dominio macedone, e Roma poteva guadagnare il favore dei Greci promettendo loro autonomia.

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