Concetti Chiave
- Gli Etruschi erano un popolo profondamente religioso e superstizioso, con una mitologia ricca di divinità e credenze legate ai fenomeni naturali.
- Velthune era considerato un dio creatore dell'Etruria, associato al cambiamento delle stagioni, e successivamente identificato con Tinia, simile a Zeus.
- Tinia, come Zeus, scagliava fulmini con diversi significati, ma aveva bisogno dell'approvazione di un'assemblea di 12 divinità.
- Il pantheon etrusco comprendeva anche Uni, Menerva e Tura, una triade di divinità femminili, oltre a Laran, Aplu e altre divinità con funzioni poco conosciute.
- Gli Etruschi praticavano culti misterici, come quello di Dionisio, che influenzarono anche il mondo romano, sebbene fossero poi proibiti dal Senato romano nel 186 a.C.
Indice
Religione e superstizione etrusca
Gli Etruschi erano un popolo molto religioso, ma anche molto superstizioso. Come documentazione il punto di partenza ci è fornito dallo scrittore latino Varrone il quale nelle sue opere parla di Velthune, una sorta di patrono dell’Etruria, adorato nel santuario di Volsinii, oggi Orvieto.
Divinità etrusche e influenze greche
Si credeva che questo dio avesse creato il mondo e rappresentava l’eterno cambiamento delle stagioni. Per alcuni studiosi, esso avrebbe finito per coincidere con il dio Tinia, intorno al VII secolo a.C., quando gli dèi etruschi, venuti a contatto con quelli della Grecia, cominciarono ad assomigliare a questi ultimi. Infatti, Tinia è molto simile a Zeus, anche se appare meno potente. Come Zeus, egli scagliava i fulmini che avevano tre scopi: avvertire gli uomini, annunciare avvenimenti che potevano essere rinviati, essere fatali se riguardavano eventi che non potevano essere evitati. Per scagliare un fulmine, egli aveva bisogno del parere favorevole di un’assemblea composta da 12 divinità.
Triade divina e altre divinità
A fianco di Tinia, sedeva Uni che proteggeva le nascite e le città. Uni formava una triade con Menerva, dea dell’intelligenza delle arti e delle scienze e Tura, dea dell’amore. Si trattava di tre divinità femminili corrispondenti rispettivamente a Era (presso i Romani chiamata Giunone), Atena e Afrodite.
Oltretomba e demoni etruschi
Esistevano altre divinità: Laran, il dio della guerra (corrispondente a marte) e Aplu (l’Apollo dei Greci) e numerosi altri le cui funzioni, però non sono del tutto note. Fra tutte, le più terribili erano quelle dell’oltretomba. Il regno dell’aldilà si chiamava Aita (Ade nella mitologia greca) ed era governato da Aita e Phersipnai, oltre ad essere popolato da mostri. Sulle porte dell’aldilà si teneva Charun, parente del greco Caronte, cioè il demone che chiudeva o apriva il chiavistello degli inferi con un martello.
Culti misterici e influenze romane
L’addetta all’accoglienza delle anime era la dea alata Vanth che reggeva in mano il destino degli uomini, scritto su di una pergamena. Tra i demoni più terrificanti c’era Tuchulcha dal corpo umano, con i serpenti fra i capelli, con le orecchie d’asino, il becco e ali di avvoltoio. L’unico mezzo per potersi salvare da un simile mondo così spaventoso, era la pratica dei culti misterici come quello di Dionisio. Tali culti, giunti in Italia, affondavano le proprie radici in antiche tradizioni orientali e presto furono adottati anche dalla classe aristocratica etrusca. Secondo Tito Livio, furono gli Etruschi a diffondere nel mondo romano il culto di Fufluns, una divinità gaudente legata al vino alla fertilità, molto somigliante a Dionisio e a Bacco. Sappiamo che il Senato, nel 186 a.C. proibì la partecipazione a questi riti, preoccupato della grande presa che essi avevano presso i giovani.
Ossessione per i segni divini
Gli dei non solo condizionavano la morte, ma anche la vita degli Etruschi che come tutte le popolazioni del tempo, cercavano di interpretare gli eventi atmosferici, come segni premonitori. Nei confronti di tali messaggi, essi provavano una vera e propria ossessione, nella convinzione che tutto quanto avveniva, avesse un significato nascosto che i sacerdoti avevano il compito di decifrare. Il rapporto fra gli uomini e le divinità erano regolate da una serie di norme che potrebbero costituire una specie di manuale del credente e che ci sono giunti attraverso una traduzione latina (Libri haruspicini, sull’arte divinatoria Libri fulgurales, sull’interpretazione dei fulmini e Libri rituales, sui riti da praticare per accattivarsi il favore degli dei).
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo di Velthune nella religione etrusca?
- In che modo Tinia era simile a Zeus?
- Quali erano le divinità femminili principali nella religione etrusca?
- Chi era responsabile dell'accoglienza delle anime nell'aldilà etrusco?
- Qual era l'importanza dei culti misterici per gli Etruschi?
Velthune era considerato una sorta di patrono dell’Etruria, adorato nel santuario di Volsinii, e si credeva avesse creato il mondo, rappresentando l’eterno cambiamento delle stagioni.
Tinia, come Zeus, scagliava fulmini con tre scopi: avvertire gli uomini, annunciare avvenimenti rinviabili, e essere fatali per eventi inevitabili, ma aveva bisogno del parere favorevole di un’assemblea di 12 divinità.
Le principali divinità femminili erano Uni, Menerva e Tura, che formavano una triade corrispondente rispettivamente a Era, Atena e Afrodite.
La dea alata Vanth era responsabile dell'accoglienza delle anime, reggendo in mano il destino degli uomini scritto su una pergamena.
I culti misterici, come quello di Dionisio, erano visti come un mezzo per salvarsi da un mondo spaventoso e furono adottati anche dalla classe aristocratica etrusca, influenzando il culto di Fufluns nel mondo romano.