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Concetti Chiave

  • Mitridate fu accolto come liberatore in Grecia e Macedonia, causando preoccupazione al Senato romano.
  • Lucio Cornelio Silla, inizialmente incaricato della guerra contro Mitridate, fu sostituito da Caio Mario per decisione dell'assemblea popolare.
  • Sulpicio Rufo propose una legge demagogica per aumentare il potere politico dei nuovi cittadini romani, provocando il trasferimento del comando a Mario.
  • Silla reagì illegalmente marciando su Roma con le sue legioni, infrangendo la tradizione di non entrare in città armati.
  • Con la conquista di Roma da parte di Silla, la Repubblica era vulnerabile a generali con legioni fedeli, minacciando la stabilità politica.

Indice

  1. Mitridate e la Macedonia
  2. Silla e il comando militare
  3. La risposta di Silla

Mitridate e la Macedonia

Mitridate passò alla Macedonia ed in Grecia, ovunque accolto come un liberatore; il Senato non si era conto di quanto potesse creare guerra un focolaio di rivolta, ma decise di affidare le operazioni a Lucio Cornelio Silla, che si era distinto sia nella guerra contro Giugurta, sia nel bellum sociale.

Silla e il comando militare

Silla era a Nola, già praticamente pronto a salpare contro Mitridate, quando lo raggiunse l’ordine di tornare indietro perché l’assemblea popolare aveva deciso di togliergli il comando militare e di affidarlo a Caio Mario (88 a.C.).

Questa decisione avvenne dopo che un mariano, Sulpicio Rufo, aveva ottenuto dall’assemblea popolare questo voto di trasferimento della guerra contro Mitridate da Silla a Mario, proponendo una legge fortemente demagogica: egli aveva proposto di iscrivere tutti i nuovi cittadini diventati romani in seguito alla lex Plautia Papiria non in 8 nuove tribù create per l’occasione, ma in tutte le tribù romane, una proposta fortemente avversata dal Senato in quanto così avrebbero avuto molto più peso politico. Il popolo, di fronte a questa proposta, approvò lo spostamento della guida della guerra contro Mitridate da Silla a Mario; questo era un atto illegale, a cui Silla rispose con un atto ancora più illegale: egli, anziché tornare a Roma e sottomettersi alla volontà dell’assemblea popolare, tornò a Roma con tutte le legioni, cosa che era vietata perché le legioni dovevano essere sciolte prima di entrare nelle mura cittadine, o meglio, prima del Pomerium, i cui limiti si erano progressivamente allargati con l’allargamento della cittadinanza romana.

La risposta di Silla

Silla entrò in città con le legioni di cui era a capo, fedeli solo al proprio generale e non più alla propria patria, con cui mise a ferro e fuoco la città: gli avversari politici furono quasi tutti uccisi, Mario e pochi altri si salvarono fuggendo; la Repubblica era ormai nelle mani di qualsiasi generale potesse contare su truppe fedeli e pronte a tutto pur di ottenere dal proprio generale bottino e ricompensa.

Domande da interrogazione

  1. Quale fu la decisione dell'assemblea popolare riguardo al comando della guerra contro Mitridate?
  2. L'assemblea popolare decise di togliere il comando militare a Lucio Cornelio Silla e di affidarlo a Caio Mario, su proposta di Sulpicio Rufo.

  3. Come reagì Silla alla decisione dell'assemblea popolare?
  4. Silla reagì illegalmente, tornando a Roma con tutte le sue legioni, violando la legge che vietava l'ingresso delle legioni armate in città.

  5. Quali furono le conseguenze dell'azione di Silla a Roma?
  6. Silla mise a ferro e fuoco la città, uccidendo quasi tutti i suoi avversari politici, mentre Mario e pochi altri riuscirono a fuggire, segnando un momento in cui la Repubblica era controllata da generali con truppe fedeli.

Domande e risposte

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