Concetti Chiave
- Il trionfo del generale vincitore era una celebrazione pubblica a Roma, decretata dal Senato, dove non era permesso entrare con le truppe.
- La cerimonia iniziava con un corteo sontuoso che attraversava Roma, culminando al tempio di Giove Optimus Maximus.
- Il generale trionfatore, rappresentante di Giove, indossava una toga scarlatta e portava un alloro, simbolo di vittoria, sul carro trainato da cavalli bianchi.
- I festeggiamenti includevano spettacoli teatrali e gladiatori mentre il pubblico godeva di cibo e bevande lungo la via Sacra.
- Il bottino della campagna veniva spartito, con l'oro trasformato in monete per veterani e poveri, creando grande affluenza e disordini a Roma.
Indice
Il trionfo del generale
A un generale vincitore non era concesso di entrare a capo delle sue truppe nel territorio italico e tanto meno a Roma: l'unico suo privilegio era quello di festeggiare pubblicamente il trionfo in battaglia. Il Senato aveva il compito di decretare gli onori alla generale vincitore e dare avvio alle cerimonie, che per giorni interi si svolgevano a Roma.
Il corteo e la celebrazione
Il trionfo era aperto da un sontuoso corteo, che, che partendo dal campo Marzio e costa costeggiando il circo Flaminio, attraversava la via Sacra per concludersi al tempio di Giove Optimus maximus. Nelle strade gremite di folla rumorosa e giunta da ogni parte, sfilavano lunghe colonne di soldati che esibivano gli oggetti del bottino e gli stendardi su cui erano raffigurati i luoghi di battaglia. Poi venivano i prigionieri catturati durante la campagna militare, seguiti da littori con il loro fasci onorati da prendere da loro, simbolo del successo. Solo a questo punto, accolto dalle alte grida di giubilo della folla, compariva il carro del vincitore, trainata da cavalli bianchi. Il trionfatore, che rappresentava Giove, indossava una toga scarlatta e il suo capo era cinto d'alloro, mentre il volto era dipinto di rosso. Nella destra stringeva uno scettro, sormontato dall'aquila di Roma, simbolo dell'imperium, mentre dietro di lui uno schiavo teneva sospesa sul suo capo una corona d'oro (sussurrandogli però contemporaneamente all'orecchio: "ricordati che sei un uomo"). Seguivano i legionari che avevano combattuto con lui, a loro era consentito inneggiare al comandante rivolgendogli anche parole di divertita presa in giro.
Festeggiamenti e spettacoli
I festeggiamenti proseguivano con rappresentazioni fastose sia al circo sia teatro. Famosi gladiatori si sfidavano nell'arena, mentre sui vari palcoscenici disseminati per la città andavano in scena drammi e commedia; un sistema di tendaggi ricopriva la via Sacra, riparando il pubblico dal sole e dalla pioggia; lunghe tavole erano in imbandite perché tutti potessero saziarsi.
La folla e il bottino
Lo storico Svetonio racconta che a Roma, in queste circostanze, accorreva una tale quantità di persone che molti dormivano sotto tende provvisorie o direttamente in strade e che "più volte nella calca qualcuno finì schiacciato". Per giorni si susseguivano combattimenti all'ultimo sangue tra i vari prigionieri. In particolari occasioni il campo Marzio veniva allagato in modo da creare uno stagno artificiale sul quale le navi si affrontavano come in una vera battaglia. Alla fine veniva spartito il bottino. In particolare, l'oro conquistato nelle razzie compiute dai soldati veniva fuso in monete e distribuito tra i veterani e i poveri.
Domande da interrogazione
- Qual era il privilegio concesso a un generale vincitore nell'antica Roma?
- Come si svolgeva il corteo del trionfo?
- Qual era il ruolo dello schiavo durante il trionfo del generale?
- Come veniva distribuito il bottino alla fine delle celebrazioni?
Il privilegio concesso a un generale vincitore era quello di festeggiare pubblicamente il trionfo in battaglia, con cerimonie decretate dal Senato.
Il corteo del trionfo partiva dal campo Marzio, attraversava la via Sacra e si concludeva al tempio di Giove Optimus Maximus, con soldati, prigionieri e il carro del vincitore.
Lo schiavo teneva sospesa una corona d'oro sopra il capo del generale e gli sussurrava all'orecchio "ricordati che sei un uomo", per ricordargli la sua mortalità.
L'oro conquistato veniva fuso in monete e distribuito tra i veterani e i poveri, come parte della spartizione del bottino.