Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • In epoca primitiva, il giovane romano era sottoposto a un rigido controllo familiare, dominato dal padre attraverso la "patria potestas".
  • La transizione verso una società urbana portò a cambiamenti nei rapporti familiari e sociali, con i giovani che iniziarono a partecipare nelle assemblee.
  • Le comunità osche e sannitiche svilupparono riti d'iniziazione per integrare i giovani in gruppi militari elitari, come la "legio linteata".
  • Durante la seconda guerra punica, i giovani acquisirono un ruolo centrale nelle esigenze militari, associando la giovinezza a virtù e forza combattiva.
  • Sotto Augusto, i "collegia iuvenum" furono creati per formare i giovani aristocratici nelle attività fisiche e culturali, influenzando le scelte politiche e sociali.

Indice

  1. La famiglia romana primitiva
  2. Trasformazioni sociali e leggende
  3. Gioventù e riti di iniziazione
  4. Evoluzione dei collegia iuvenum

La famiglia romana primitiva

Nel mondo rurale romano dell’età primitiva il giovane era soggetto a un inquadramento sociale molto rigido. La famiglia era dominata dal padre (o pater) il cui significato originario era “capo”. Egli poteva disfarsi di un bambino a suo piacimento ricorrendo all’abbandono del neonato (pratica chiamata “expositio”) in un luogo pubblico. Pertanto egli conservata il diritto di vita e di morte sul figlio che aveva accettato, in virtù della “patria potestas” che gli era riconosciuta. A un simile comportamento così crudele si conformava quello della madre che non aveva ancora il requisito di tenerezza che la caratterizzerà successivamente.

Trasformazioni sociali e leggende

Con l’avvento della civiltà urbana, si ebbe una prima trasformazione dei rapporti all’interno della famiglia, anche perché la città era in grado di offrire nuove possibilità al di fuori del mondo rurale. I testi ci tramandano la leggenda di Bruto che condanna a morte i figli o il racconto drammatico del console Manlio Torquato che fa giustiziare il figlio che è uscito dai ranghi militare e a nulla vale che abbia preso questa decisione per compiere un atto di valore. Questi due fatti riecheggiano l’antica mentalità che però sono oggetto di riprovazione, dimostrando con ciò che qualcosa si stava comunque incrinando.

Gioventù e riti di iniziazione

Quando si formarono gli eserciti regolari, i giovani iniziarono ad avere voice in capitolo all’interno delle assemblee. In questo periodo che si formano due classi di età: gli juniores e i seniores. Tale fenomeno si diffonde fra gli Osci, presso i quali si ritrova il termine “verelia” per indicare la “Juventus”. I Sanniti ricorrevano al rito d’iniziazione e d’integrazione che portano alla formazione giovanile della “legio linteata”. Essi avevano nel loro esercito un gruppo di soldati scelti che, dopo una particolare cerimonia sacra diventava una casta di guerrieri chiamata fino alla morte pur di difendere il proprio suolo e il proprio popolo.

La cerimonia d’iniziazione ci viene descritta da Livio negli Annales e confermata da molti reperti archeologici. Gli storici interpretano la “legio linteata” come la continuazione della pratica primitiva del “ver sacrum”. Il “ver sacrum” consisteva nel sacrificare alle divinità tutti i primogeniti nati dal 1° marzo al 1° giugno. Soltanto gli animali erano sacrificati mentre i bambini erano considerati come consacrati agli dei, perché a essi, una volta adulti, spettava il compito di trasmigrare e fondare una nuova comunità. Durante la seconda guerra punica, quando le esigenze militari si fecero più urgenti, i giovani, proprio per la loro potenziale forza combattiva, acquisirono maggior importanza. Nasce così il concetto di giovinezza legato a quello di virtù e il termine Juventus rimanda a un’entità divina. Per esempio, Scipione, il condottiero vincitore di Annibale, è chiamato “juvenis dux fatalis belli”. Nelle commedie di Plauto comincia a farsi strada il contrasto tra giovani e anziani e la presenza degli “adulescentes” è frequente. Durante la guerra civile fra Mario e Silla, Cesare, Cicerone e lo stesso Silla adulano i giovani e si parla di adulescentes nobiles a cui si contrappongono i senes divites.

Evoluzione dei collegia iuvenum

Augusto, ricalcando gli antichi e spontanei gruppi giovanili, creò i collegia iuvenum cioè dei luoghi dotati di palestre, ginnasi e attrezzature sportive con l’intento di rinvigorire i giovani delle classi dirigenti. Per l’appartenenza, non esistevano dei limiti di età, anche se di solito i giovani avevano da 18 a 26 anni. L’accesso era volontario e fra le attività si distinguevano quelle ginniche, ricreative e culturali. Era prevalente la presenza dei rampolli dell’aristocrazia che, in questo modo, si preparavano a succedere ai propri genitori nella gestione dei beni di famiglie o nel ricoprire le carriere all’interno dello Stato. I “collegia” avevano un peso notevole nelle scelte elettorali e attutivano o eliminavano la potenziale contrapposizione con le classi dei più anziani. I “collegia iuvenum” furono molto numerosi nella prima età imperiale e ancora di più nel III secolo d.C: l’imperatore Gordiano creò dei “collegia” in Campania, in Umbria, nel Piceno e in Etruria. Col secolo seguente, la situazione cambio, forse in concomitanza col fatto che la civiltà urbana stava diventando sempre meno dinamica a favore di quella rurale; infatti, si ebbe l’incremento delle grandi tenute e la tendenza dell’aristocrazia a risiedere stabilmente in campagna.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo del padre nella famiglia romana primitiva?
  2. Nella società romana primitiva, il padre aveva un ruolo dominante e deteneva il diritto di vita e di morte sui figli, grazie alla "patria potestas".

  3. Come si trasformarono i rapporti familiari con l'avvento della civiltà urbana?
  4. Con l'avvento della civiltà urbana, i rapporti familiari iniziarono a trasformarsi, offrendo nuove possibilità al di fuori del mondo rurale e portando a una maggiore riprovazione per le pratiche crudeli del passato.

  5. Qual era il significato del rito del "ver sacrum"?
  6. Il "ver sacrum" era un rito in cui i primogeniti nati in un certo periodo erano consacrati agli dei, destinati a fondare nuove comunità una volta adulti, mentre solo gli animali venivano sacrificati.

  7. Come si sviluppò il concetto di giovinezza durante la seconda guerra punica?
  8. Durante la seconda guerra punica, i giovani acquisirono maggiore importanza per la loro forza combattiva, e il concetto di giovinezza si legò a quello di virtù, con il termine Juventus che rimandava a un'entità divina.

  9. Qual era lo scopo dei "collegia iuvenum" creati da Augusto?
  10. I "collegia iuvenum" furono creati da Augusto per rinvigorire i giovani delle classi dirigenti, offrendo attività ginniche, ricreative e culturali, e preparando i giovani aristocratici a succedere ai genitori nella gestione dei beni e nelle carriere statali.

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