Concetti Chiave
- Le origini della civiltà romana sono un intreccio di storia e mitologia, con miti come quello di Enea e dei gemelli Romolo e Remo che nobilitano le sue radici.
- L'urbanizzazione delle comunità latine nel Lazio fu influenzata dalle civiltà etrusca e greca, portando alla formazione di villaggi come Alba Longa e Tuscolo.
- Il controllo del fiume Tevere e la costruzione del porto di Ostia furono cruciali per lo sviluppo commerciale e strategico di Roma.
- La monarchia romana, con re di origini latine e etrusche, segnò una fase di espansione territoriale e di importanti riforme politiche e sociali.
- La società romana era basata su una struttura familiare patriarcale e su divisioni sociali tra patrizi, clienti e plebei, ognuno con ruoli e status differenti.

Indice
La civiltà romana: le origini più remote in breve
Agli inizi del i millennio a.C., nel territorio del Lazio vivevano diverse popolazioni:
- Sabini,
- Equi,
- Volsci,
- Ernici
- Latini.
I latini occupavano l’area fra il basso corso del Tevere e i colli Albani.
Le comunità erano indipendenti tra loro, ma unite dalla stessa lingua e da culti religiosi comuni. Tale culto diventò col tempo un’alleanza difensiva e politica, la Lega latina. Nel VIII-VII secolo a.C. ci fu una spinta all'urbanizzazione delle comunità latine, anche su influsso delle grandi civiltà urbane vicine, gli etruschi e le colonie greche. I principali villaggi erano:
- Tivoli
- Prenestre
- Tuscolo
- Aricia
- Alba longa
La civiltà romana: tra origine storica e mitologia
La nascita di Roma è avvolta nella leggenda, perché vennero elaborati dei miti di fondazione per nobilitarle le origini oscure:
- Una prima tradizione, di origine greca, collegava la nascita della città a Enea, l'eroe troiano scappato dalla distruzione della sua città della guerra di Troia.
- Un'altra, era una tradizione locale basata sulla saga dei gemelli Romolo e Remo. I due racconti vennero in seguito collegati i resi coerenti, fino a che ne scrissero poeti come Virgilio (I secoli a.C.) e storici come Tito Livio. La tradizione fissa la data della fondazione di Roma nel 753 a.C.
Un giorno, passate alcune generazioni, una sua discendente, Rea Silva, figlia del re di Albalonga Numitore, venne violentata dal dio della guerra Marte e concepì due gemelli, Romolo e Remo. Il trono di Numitore era stato usurpato dal fratello Amulio, il quale fece abbandonare sul Tevere Romolo e Remo, eredi legittimi. Ma la cesta che portava i neonati si incaglio in un'ansa del fiume, dove si vendevano allevati da una lupa e poi accuditi da pastore e da sua moglie. Una volta cresciuti, Romolo e Remo tornarono ad Albalonga, uccisero Amulio e rimisero Numitore sul trono. I gemelli decisero poi di fondare una nuova città presso il luogo in cui la lupa li aveva salvati, il colle Palatino, ma tra i due sorse un litigio e Remo venne ucciso. Romolo divenne il primo re della città e le diede il nome di Roma.
Lo sviluppo delle comunità latine a ridosso del fiume Tevere
Nel IX-VIII secolo a.C. comunità di latini si insidiarono sui colli a ridosso del Tevere, a non molti chilometri della foce, dove esso forma un'ansa e l'isola di Tiberiana offre un agevole guado. Il Tevere era navigabile e la sua valle costituiva un naturale sbocco al mare per le popolazioni all'interno. Il corso del Tevere corrispondeva inoltre alla via del sale, che dalle saline presso la foce del fiume portava appunto il sale nelle regioni interne. Roma assumerà presto il controllo della foce del Tevere costruendosi il porto di Ostia. L'area di Roma, quindi, era un luogo nodale dei collegamenti commerciali sull'asse nord-sud della penisola, oltre che di quelli fra la regione appenninica e il Tirreno, luogo destinato a un'importanza con il fiorire della civiltà etrusca e delle colonie greche. Questo insieme di condizioni favorì l'evoluzione della comunità di pastori agricoltori verso un'organizzazione sociale più complessa. Roma prese forma poco alla volta, dall'aggregazione di nuclei preesistenti. L'economia Roma arcaica era basata essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento degli ovini. I patrizi in origine non erano altro che i maggiori proprietari di terre e di bestiame e rimase a lungo una classe sociale legata al possesso della terra. I contadini liberi plebei, proprietari di piccoli o piccolissimi appezzamenti, ricavavano dal loro lavoro di che vivere, nulla di più. Solo le proprietà dei Patrizi, potevano produrre eccedenze significative, quindi dei beni agricoli da cambiare o da vendere sul mercato.
Introduzione delle prime forme di governo, principali re e loro peculiarità
La prima forma di governo di Roma fu la monarchia, durata secondo la tradizione dal 753 al 509 a.C., con sette re. È un numero non verosimile, perché due secoli e mezzo sono troppi per soli 7 re. Dopo Romolo, fondatore della città e il principale organismo, il senato in origine formato da 100 membri, che erano i rappresentanti dell’aristocrazia cittadina, e dell’ordinamento curiatico, ovvero la divisione della popolazione in tre tribù:
- Tities
- Ramnes
- Luceres
Ogni tribù era divisa al suo interno in 10 curie, per un totale di 30 curie che una volta riuniti in assemblea avevano il potere eleggere il nuovo sovrano, confermare il potere del’attuale sovrano o di deporre il sovrano. Venne poi Numa Pompilio, un re amante della pace, che gettò le basi sull'ordinamento religioso romano. Il terzo sovrano, Tullio Ostillio, è descritto come un re guerriero e sotto il suo regno avvenne il celebre scontro fra tre fratelli romani, gli Orazi, e tre fratelli di Albalonga, i Curiazi. Con il quarto re Anco Marzio, il territorio di Roma si estese fino al mare, alla zona di Ostia, e fu costruito il primo ponte stabile di legno sul Tevere, il ponte Sublicio.
I primi re di cui parla la tradizione, sono di origine sabina, segno della fusione tra i latini e questa popolazione vicina. Il nome del quinto sovrano Tarquinio Prisco rivela invece origini etrusche. Tra il VII e il VI secolo a.C. iniziò infatti per Roma un periodo di soggezione ai potenti vicini etruschi. Si trattò di un’infiltrazione di capi aristocratici etruschi, interessati a controllare una città divenuta strategica. La tradizione attribuisce a Prisco la costruzione della Cloaca massima, un canale sotterraneo di scolo che consentì di bonificare la valle tra Palatino e Campidoglio. Il nome latino del sesto re, Servio Tullio, potrebbe indicare un'alternanza tra elemento latino e quello etrusco. Servio, dice sempre la tradizione, fece erigere le prime mura di Roma e introdusse importanti riforme sociali e politiche. L'ultimo re Tarquinio il Superbo, è una figura di gran parte leggendaria. Si impadronì del trono uccidendo Servio, governò in modo dispotico e violento, e quando infine suo figlio Sesto Tarquinio ece violenza alla nobile romana Lucrezia, che per evitare di vivere nel disonore si uccise, scoppiò una rivolta che cacciò il re e costituì la Repubblica. Era il 509 a.C. Nella realtà storica la fine della monarchia fu una reazione delle famiglie aristocratiche, che intendevano ampliare il proprio potere liberandosi del re, tanto più se straniero, etrusco. La nuova Repubblica fu quindi di tipo aristocratico, o oligarchico.
Organizzazione sociale della civiltà romana
L'organizzazione sociale romana era basata sulla famiglia (familia) e sulla gente(gens). La familia era un insieme di persone e beni materiali sottoposti all'autorità del pater famillias, cioè il capofamiglia, l'uomo più anziano, che aveva un potere assoluto su tutti i membri della famiglia. Alla nascita di un bambino il pater familias poteva decidere di abbandonarlo e lasciarlo morire; poteva perfino condannare a morte un proprio figlio, sebbene solo in circostanze eccezionali. Inoltre, controllava il patrimonio familiare e qualunque atto rilevante, comprese donne e schiavi.Un gruppo di famiglie che ritenevano di discendere da un antenato comune, formava una gens. L'aristocrazia romana emerse proprio dall'organizzazione gentilizia. Nella Roma arcaica c’erano due gruppi sociali subordinati:
- i clienti = erano dei poveri che ottenevano sostegno economico da una famiglia Patrizia e in cambio il cliente si impegnavano con un vincolo di fedeltà al suo patrono
- la plebe = plebei erano i contadini che lavoravano le terre di un aristocratico, ma anche i piccoli proprietari agrari, gli artigiani, i commercianti, i nullatenenti. Non tutti i plebei erano poveri.
Domande da interrogazione
- Quali popolazioni vivevano nel Lazio agli inizi del I millennio a.C.?
- Qual è la leggenda legata alla fondazione di Roma?
- Qual era l'importanza del fiume Tevere per le comunità latine?
- Come era strutturata la monarchia romana e quali furono alcuni dei suoi re principali?
- Come era organizzata la società romana arcaica?
Nel Lazio vivevano diverse popolazioni tra cui Sabini, Equi, Volsci, Ernici e Latini.
La leggenda narra che Romolo e Remo, discendenti di Enea e figli di Rea Silva e Marte, furono abbandonati sul Tevere, allevati da una lupa e fondarono Roma nel 753 a.C.
Il Tevere era navigabile e costituiva un naturale sbocco al mare, facilitando i collegamenti commerciali e favorendo l'evoluzione delle comunità verso un'organizzazione sociale più complessa.
La monarchia romana, durata dal 753 al 509 a.C., ebbe sette re, tra cui Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostillio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.
La società romana era basata sulla familia e la gens, con il pater familias al comando. Esistevano anche gruppi subordinati come i clienti e la plebe.