Concetti Chiave
- La politica estera romana si concentrava su due fronti principali: il Settentrione contro i Germani e l'Oriente contro i Parti.
- I Germani erano un insieme di tribù indoeuropee, non una nazione unica, situate principalmente tra il Reno, l'Elba e il Danubio.
- Nonostante i frequenti trionfi romani, i Germani non furono mai completamente sconfitti, rimanendo una minaccia per l'Impero.
- Il limes, un sistema di fortificazioni lungo i confini settentrionali, fu costruito per proteggere l'Impero dalle incursioni germaniche.
- Gli accampamenti romani lungo il Reno e il Danubio si evolsero in città, contribuendo alla romanizzazione delle regioni di confine.
Indice
Politica estera romana
Se all’interno dello Stato romano le distanze tra i vari popoli si andavano riducendo, proporzionalmente però si approfondivano le ostilità verso popoli esterni. Le ostilità essenziali della politica estera romana si delinearono già all’epoca di Augusto e rimasero sostanzialmente invariate per cinque secoli sino alla caduta dell’Impero. Roma fu costretta a impegnarsi su due fronti: a Settentrione doveva lottare contro i Germani, a Oriente contro i Parti. Le frontiere settentrionali, stabilite lungo il corso del Reno e del Danubio, escludevano dall’Impero i popoli germanici.
Minaccia dei Germani
Le incursioni dei barbari comunque rimasero per i Romani una minaccia sempre incombente: “La nostra città – scrive Tacito nella sua opera Germania – era nel seicentoquarantesimo anno dalla sua fondazione (cioè nel 113 a.C.) quando per la prima volta si sentì parlare dei Cimbri. Allora erano consoli Cecilio Metello e Papirio Carbone. Da quell’anno sino al secondo consolato dell’imperatore Traiano (cioè nel 97 d.C.) si contano circa duecento anni: da quanto tempo noi diciamo di vincere la Germania! Sui Germani abbiamo celebrato molti trionfi senza averli mai effettivamente battuti”.
Identità dei Germani
Ma chi erano i Germani, nei quali Tacito vedeva gli impetuosi rappresentanti di un popolo libero e indomito? Essi non costituivano una sola Nazione, ma un insieme di tribù di lingua indoeuropea, stanziate soprattutto nelle regioni comprese tra il Reno e l’Elba e lungo il corso del Danubio; non raggiunsero mai, in epoca antica, un livello di vita cittadino, ma abitavano in villaggi sparsi, in un territorio coperto di boschi e poco adatto all’agricoltura che offriva elementi minimi di sussistenza.
Relazioni con i Romani
Per questo motivo, di tanto in tanto, popolazioni germaniche tentavano di compiere razzie varcando i confini romani; oppure, appena possibile, si arruolavano come socii nell’esercito romano, dove davano prova del loro coraggio e di grandi qualità militari, al punto che talvolta la guardia personale degli imperatori veniva reclutata esclusivamente al loro interno.
Per i Romani, quindi, le popolazioni germaniche stanziate al di là del limes rappresentavano veramente “l’altro”, ossia il primitivo che non si riusciva a civilizzare (vale a dire a “romanizzare”) e che rimaneva assolutamente fedele alle proprie antichissime tradizioni, oltre che insensibile alle lusinghe della civiltà greco-romana. Per fronteggiare il pericolo dei Germani si provvide già nel secolo I d.C. a costruire un sistema di fortificazione (il limes) che correva lungo tutto il confine ed era presidiato dall’esercito romano.
Conseguenze del limes
Ciò ebbe notevoli conseguenze anche dal punto di vista demografico e condizionò la geografia successiva: molti accampamenti romani sorti lungo il Reno e il Danubio si svilupparono e diedero origine a una città (tra cui, per esempio, Colonia e Belgrado). Inoltre, molti soldati, dopo lunghi anni di servizio alle frontiere, una volta congedati si stabilivano in quelle regioni, che finirono quindi per romanizzare anch’esse.
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali minacce esterne per lo Stato romano durante l'epoca di Augusto?
- Come descrive Tacito i Germani nel suo scritto "Germania"?
- Qual era il ruolo delle popolazioni germaniche nell'esercito romano?
- Quali furono le conseguenze della costruzione del limes lungo il confine romano?
Le principali minacce esterne per lo Stato romano erano i Germani a Settentrione e i Parti a Oriente, come delineato dalla politica estera romana dell'epoca di Augusto.
Tacito descrive i Germani come rappresentanti impetuosi di un popolo libero e indomito, che non costituivano una sola nazione ma un insieme di tribù di lingua indoeuropea.
Le popolazioni germaniche, quando possibile, si arruolavano come socii nell'esercito romano, dimostrando coraggio e qualità militari, tanto che talvolta la guardia personale degli imperatori veniva reclutata esclusivamente tra di loro.
La costruzione del limes portò alla nascita di accampamenti romani che si svilupparono in città, come Colonia e Belgrado, e alla romanizzazione delle regioni lungo il Reno e il Danubio, dove molti soldati si stabilirono dopo il congedo.