Concetti Chiave
- La politica economica di Augusto era liberista, favorendo il commercio tramite infrastrutture come una rete stradale e un sistema postale efficiente.
- Augusto introdusse un doppio sistema monetario: lui coniava monete d'oro e d'argento, mentre il Senato coniava monete di rame.
- Un aurea era stabilito come equivalente a 25 denari d'argento e a 100 sesterzi di rame, mantenendo stabilità tra le diverse classi sociali.
- Le riforme sociali includevano le leggi Iuliae, che promuovevano il matrimonio e la natalità, offrendo incentivi e imponendo restrizioni a chi non aveva figli.
- Le leggi tentavano di contenere l'adulterio, trasformandolo in un crimine pubblico con pene severe, come l'esilio e la confisca di beni.
Indice
Politica economica di Augusto
La politica economica di Augusto fu di stampo prevalentemente liberista, nel senso che egli si astenne dall’intervenire in prima persona in materia di commercio e di affari. Indirettamente, tutte queste attività vennero favorite, oltre che dalla tranquillità politica, da una serie di iniziative quali la costruzione di un’imponente rete stradale e l’organizzazione di un efficiente sistema postale. Ma, una volta stabiliti questi presupposti, Augusto limitò i suoi interventi al solo settore della politica monetaria: queste iniziative si erano rese necessarie in quanto l’organizzazione dello Stato era diventata costosissima; il numero dei funzionari che ricevevano una retribuzione era enorme, così come era altissimo il costo dell’esercito di professionisti (che andava regolarmente retribuito). Si rese quindi necessario coniare la sua cassa personale accanto a quella pubblica aveva stabilito un doppio sistema di entrate e uscite, introdusse un doppio sistema di monetazione: riservò a se stesso il diritto di battere moneta d’oro e d’argento, lasciando al Senato quello di battere la moneta di rame.
Sistema monetario e riforme
La situazione creata dal duplice sistema di emissione, unita al grande impulso dato alla politica monetaria, portò con sé la necessità di mettere ordine nel sistema. A questo scopo si stabilì che un aurea (vale a dire la moneta d’oro dal peso di 1/40 di libbra) equivalesse a 25 denari d’argento e a 100 sesterzi di rame. La piccola borghesia, che si serviva prevalentemente dei denari, cercò di modificare il rapporto tra questi e gli aurei, al fine di far ottenere maggiore potere d’acquisto alla moneta d’argento; ma, come sempre, Augusto cercò di conciliare gli interessi della piccola borghesia e quelli del grande capitale e riuscì a evitare l’esplodere di una grave crisi.
Riforme sociali e familiari
Le riforme di Augusto interessarono anche la sfera sociale e familiare. La propaganda augustea, in particolare, sosteneva che i mali di Roma derivavano dall’abbandono delle antiche virtù e dalla decadenza dell’istituto familiare: i Romani, infatti, tendevano a sposarsi sempre più raramente, il numero delle nascite era in calo continuo, gli adulteri erano all’ordine del giorno. Per combattere questi fenomeni, Augusto, tra il 18 e il 9 a.C., fece votare una serie di leggi, dette leges Iuliae. Alcune di esse erano dirette a incrementare le nascite: prevedevano, infatti, l’obbligo sia per gli uomini che per le donne tra i venticinque e i sessantacinque anni di età di sposarsi con persone nei rispettivi limiti di età; forti limitazioni, nei testamenti e nelle eredità, per chi non aveva figli; premi in denaro per le famiglie numerose; maggiori libertà giuridiche ed economiche per le donne con più figli. Altre leggi, invece, tentavano di limitare gli adulteri attraverso l’introduzione di nuove pene pubbliche: l’adulterio non doveva più essere punito dal solo pater familias, ma diventò un crimine da scontare con l’esilio su un’isola e la confisca di metà del patrimonio; in alcuni casi l’adultero poteva essere ucciso dal padre della donna, mentre il marito poteva uccidere solo il complice della moglie e solo se apparteneva alle classi sociali più basse.
Caso di Giulia e leggi
Tra coloro che subirono questi nuovi provvedimenti vi fu anche Giulia, figlia di Augusto e di Scribonia, nota per il suo comportamento licenzioso, che all’età di trentasette anni venne relegata dal padre in una villa sull’isola di Ventotene (allora chiamata Pandataria), dove restò sino alla morte. Senza far subire alla figlia un processo che avrebbe provocato uno scandalo eccessivo, Augusto fu costretto a prendere questa misura per dimostrare la serietà delle sue intenzioni. La legge sull’adulterio, infatti, veniva assai poco applicata.
Domande da interrogazione
- Qual era l'approccio di Augusto alla politica economica?
- Come gestì Augusto la politica monetaria?
- Quali riforme sociali e familiari furono introdotte da Augusto?
- Quali furono le conseguenze delle leggi sull'adulterio?
- Come fu applicata la legge sull'adulterio nel caso di Giulia, figlia di Augusto?
Augusto adottò un approccio liberista, astenendosi dall'intervenire direttamente nel commercio e negli affari, ma favorendo tali attività attraverso infrastrutture come strade e un sistema postale efficiente.
Augusto introdusse un doppio sistema di monetazione, riservando a sé il diritto di coniare monete d'oro e d'argento, mentre il Senato poteva coniare monete di rame, stabilendo un sistema di equivalenze tra le diverse monete.
Augusto introdusse le leges Iuliae per incrementare le nascite e limitare gli adulteri, imponendo obblighi matrimoniali, premi per famiglie numerose e pene per adulterio.
Le leggi sull'adulterio prevedevano pene severe come l'esilio e la confisca di beni, e in alcuni casi, l'uccisione dell'adultero da parte del padre della donna.
Giulia fu esiliata su un'isola senza processo per evitare scandali, dimostrando la serietà di Augusto nell'applicare le sue leggi, nonostante la loro scarsa applicazione generale.