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Concetti Chiave

  • Nerone iniziò il suo regno sotto la guida di sua madre Agrippina e due consiglieri influenti, ma presto si liberò del loro controllo, segnando l'inizio di un governo tirannico.
  • Durante il suo regno, Nerone mostrò un comportamento imprevedibile e crudele, cercando sempre di attirare l'attenzione del pubblico attraverso spettacoli e partecipazioni personali.
  • L'incendio di Roma del 64, attribuito da alcuni a Nerone stesso, fu usato dall'imperatore per incolpare i cristiani, già visti come una minaccia dall'opinione pubblica romana.
  • Nonostante alcune congiure contro di lui, Nerone restò al potere fino al 68, quando divenne così impopolare da essere abbandonato dai suoi sostenitori e costretto al suicidio.
  • Nerone sfruttò l'ostilità dei romani verso i cristiani per accusarli dell'incendio, sapendo che la maggior parte dei cittadini non avrebbe difeso la minoranza cristiana.

Indice

  1. Il regno di Nerone
  2. La tirannia di Nerone
  3. L'incendio di Roma e le congiure
  4. Le comunità cristiane a Roma

Il regno di Nerone

Dal 54 al 58, Tiberio Claudio Nerone, appena diciassettenne, regnò sotto la tutela della madre Agrippina, e di due Influenti personaggi della Roma del tempo; il suo precettore, il filosofo Lucio Anneo Seneca, e il prefetto del pretorio Afranio Burro, dai cui saggi consigli Nerone si lasciò guidare docilmente. Fu un periodo particolarmente sereno per l'impero, tanto da essere detto "quinquennio felice". In seguito, però, consapevole dell'enorme potere di cui era investito, Nerone volle sottrarsi ad ogni forma di condizionamento. A farne le spese furono, nell'ordine, il fratellastro (Britannico, figlio di Claudio), la stessa madre Agrippina e il prefetto Burro, tutte e tre assassinai, mentre Seneca fu costretto ad allontanarsi precipitosamente dalla corte.

La tirannia di Nerone

Nei dieci anni che seguirono, Nerone governò da tiranno, coadiuvato da Gato Ofonio Tigellino, il nuovo capo dei pretoriani, rivelando un carattere incostante e pericolosamente imprevedibile: a lui sono attribuiti, Infatti, sia gesti di grande generosità, sta manifestazioni di crudeltà tremenda. Presuntuoso, innamorato di se stesso e affetto da manta di grandezza, Nerone volle sempre essere al centro dell'attenzione. Come già aveva fatto Caligola, per ringraziare Il favore della plebe, diede notevole impulso ai giochi circensi e agli spettacoli pubblici, partecipandovi in prima persona nelle vesti di auriga o esibendosi come cantante al suono della cetra. Si recò persino in Grecia per partecipare alle Olimpiadi del 66d.C.

L'incendio di Roma e le congiure

Nel 64 un grave Incendio distrusse alcuni quartieri popolari a Roma; Nerone ne approfittò per screditare i cristiani, attribuendo loro la responsabilità dell'evento. Secondo alcuni, il fuoco sarebbe stato appiccato per ordine dello stesso imperatore, impaziente di poter realizzare una serie di grandiose opere pubbliche, fra cui la Domus Aurea casa d'oro"), la nuova residenza Imperiale, progettata nel cuore di Roma, su un'area di circa 80 ettari. Contro Nerone furono ordite, a questo punto, alcune congiure, tutte destinate a fallire: la più importante fu quella del 68, pianificata dall'aristocratico Galo Calpurnio Pisone. A essa presero parte, oltre a numerosi senatori, alcuni fra più illustri intellettuali del tempo, quali il poeta Lucano, lo scrittore Gato Petronio e lo stesso Seneca. La repressione fu durissima e molti dei congiurati furono costretti al suicidio. A questo punto tuttavia, Nerone, divenuto sempre più impopolare, venne abbandonato da tutti. Gli stessi pretoriani arrivarono a ordire un complotto e il senato lo dichiarò nemico pubblico. Così, dopo un vano tentativo di fuga, Nerone si diede la morte, trafiggendosi con un pugnale. Finiva, con lui, la dinastia Giulio-Claudia.

Le comunità cristiane a Roma

A Roma, durante gli anni dell’impero, erano presenti molte comunità religiose, fra cui quella cristiana, a cui appartenevano i seguaci di Gesù provenienti dalla Palestina. Queste comunità predicavano principi che erano molto distanti dalla mentalità romana, quali l’uguaglianza di fronte a Dio, il perdono, la tolleranza. I cristiani erano visti come una setta pericolosa ed empia, perché si riunivano i luoghi appartati e segreti, rifiutavano la leva militare e disconoscevano gli aspetti sacrali dell’impero, negando il valore dei rituali religiosi cari alla tradizione romana. Nerone era consapevole dell’ostilità dei Romani verso i cristiani e quindi scaricò su di loro la colpa dell’incendio del 64, sapendo che i cittadini non avrebbero avuto nulla da obiettare. A descrivere l’evento è lo storico Tacito, che racconta come, durante l’estate del 64, il fuoco abbia cominciato a divampare nella zona del Circo Massimo, tra Palatino ed Esquilino, diffondendosi rapidamente in un’area della città fatta di strade strette e di edifici senza muri di protezione. Il materiale infiammabile stipato nelle botteghe favorì l’incendio, alimentato dal vento. Il disastro fu inevitabile.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo di Agrippina, Seneca e Burro durante i primi anni di regno di Nerone?
  2. Agrippina, Seneca e Burro furono figure influenti che guidarono Nerone nei suoi primi anni di regno, contribuendo a un periodo di stabilità noto come "quinquennio felice".

  3. Come si manifestava il carattere di Nerone durante il suo governo da tiranno?
  4. Nerone mostrava un carattere incostante e imprevedibile, alternando gesti di generosità a manifestazioni di crudeltà, e cercava costantemente di essere al centro dell'attenzione.

  5. Quali furono le conseguenze dell'incendio del 64 a Roma?
  6. L'incendio distrusse diversi quartieri popolari e fu usato da Nerone per accusare i cristiani, screditandoli e giustificando la repressione contro di loro.

  7. Perché i cristiani furono accusati dell'incendio di Roma?
  8. I cristiani furono accusati perché erano visti come una setta pericolosa e impopolare, e Nerone sfruttò l'ostilità dei Romani verso di loro per scaricare la colpa dell'incendio.

  9. Quali furono le conseguenze delle congiure contro Nerone?
  10. Le congiure contro Nerone, come quella del 68, fallirono, ma portarono a una dura repressione e al suicidio di molti congiurati, contribuendo alla crescente impopolarità di Nerone.

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