Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il grande incendio di Roma del 64 d.C. distrusse dieci dei quattordici quartieri della città, con pesanti perdite umane, e fu alimentato dalla prevalenza di strutture in legno.
  • Nerone fu accusato di aver causato l'incendio per ricostruire Roma con un aspetto più degno, ma altri incolparono i cristiani, minoranza già avversata dai romani.
  • I cristiani furono perseguitati brutalmente come capro espiatorio, contribuendo a definire la religione cristiana come "illecita" nelle Institutum Neronianum.
  • Le fonti storiche su chi fosse il responsabile dell'incendio includono Svetonio, Tacito e Cassio Dio, con interpretazioni diverse e influenze retrospettive.
  • Dopo l'incendio, Nerone avviò la ricostruzione di Roma, costruendo la lussuosa Domus Aurea e una grande statua sul colle Palatino, alimentando sospetti sulla sua colpevolezza.

Indice

  1. L'incendio di Roma
  2. Accuse e persecuzioni
  3. Le fonti storiche
  4. La ricostruzione di Roma

L'incendio di Roma

Nel 64 d.C., a Roma scoppiò un grande incendio. Il fuoco divampò facilmente perché nella città esistevano dei quartieri popolari con edifici nei cui ultimi anni prevalevano le strutture di legno; furono distrutti dieci quartieri su quattordici, con gravi perdite umane.

Accuse e persecuzioni

Nerone fu accusato di esserne stato l’autore con lo scopo di concedersi lo spettacolo di una nuova Troia in fiamme e per dare un aspetto più degno alla città che sarebbe stata ricostruita.

Invece, altri attribuirono la colpa ai cristiani, cioè ai seguaci di Gesù di Nazareth, crocifisso circa 30 anni prima a Gerusalemme. Benché a Roma i cristiani fossero ancora pochi, la gente li avversava perché non arrivava a capire il loro distacco dalle cose del mondo. Nerone si affrettò a fare di essi il capro espiatorio su cui scaricare la colpa dell’incendio. Può anche darsi che ad alimentare realmente l’incendio, scoppiato per cause naturali, avessero contribuito con delle torce ardenti, alcuni schiavi seguaci del cristianesimo, in servizio nella casa di Nerone e da questo deriverebbe la duplice accusa rivolta ai cristiani e all’imperatore. Sembra che tali schiavi, con il loro gesto, volessero favorire la fine del mondo che si riteneva essere imminente. I cristiani furono sottoposti a supplizi estremamente crudeli e ci furono anche dei cittadini che vi assistevano come forma di divertimento. Questa persecuzione, del tutto occasionale e indiscriminata, costituì un precedente delle Institutum Neronianum, in cui la religione cristiana è definita “religione illecita” e che portarono a delle continue vessazioni.

Le fonti storiche

Per capire chi sia stato veramente l’autore o il mandante dell’incendio abbiamo tre fonti: Svetonio, Tacito e Cassio Dio. Svetonio viveva alla corte dell’imperatore e scrisse le sue Biografia sugli imperatori romani 50 anni dopo la morte di Nerone. Egli attribuisce l’evento a Nerone, giustificandone l’azione e sottolineando la bruttezza dell’architettura romana e le sue stradicciole strette e tortuose. Tacito, invece esprime un parere totalmente opposto. Innanzitutto, ricorda che nel momento dell’incendio, Nerone si trovava ad Antium, sulla costa, e che rientrò nella capitale soltanto quando il fuoco arrivò a minacciare il suo palazzo. Addirittura, egli aggiunge, che esso intervenne ad aiutare i cittadini traumatizzati e che fece del suo meglio per soccorrere i più afflitti aprendo per loro i suoi giardini e riducendo il prezzo del grano destinato ai più poveri. La terza fonte è Cassio Dio il quale, nell’aver scritto le sue opere 150 anni dopo l’evento, in realtà si rifà alle biografie di Svetonio. Probabilmente, Nerone è stato indicato colpevole sono in modo retrospettivo dai suoi nemici politici; d’altra parte, il suo comportamento all’indomani dell’incendio contribuì ad alimentare le voci.

La ricostruzione di Roma

Infatti, terminato l’incendio, Nerone si trovò davanti al nuovo compito: la ricostruzione di Roma con un impianto urbanistico che fosse degno del ruolo di capitale del mondo. La sua megalomania si espresse innanzitutto nella costruzione della sua residenza, la Domus Aurea, dalle decorazioni lussuose e dalle dimensioni inimmaginabili, edificata proprio in uno spazio che si era reso disponibile dall’incendio. Sul colle Palatino fece erigere una grande statua dedicata al Sole ma con la sua effigie.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali dell'incendio di Roma del 64 d.C.?
  2. L'incendio scoppiò facilmente a causa dei quartieri popolari con edifici prevalentemente in legno. Alcuni suggeriscono che l'incendio possa essere stato alimentato da schiavi cristiani con torce ardenti.

  3. Chi fu accusato dell'incendio e perché?
  4. Nerone fu accusato di aver appiccato l'incendio per ricostruire Roma in modo più degno. Tuttavia, i cristiani furono anche accusati e perseguitati come capri espiatori.

  5. Quali sono le fonti storiche principali che parlano dell'incendio e cosa dicono?
  6. Le fonti principali sono Svetonio, Tacito e Cassio Dio. Svetonio attribuisce l'incendio a Nerone, mentre Tacito sostiene che Nerone non fosse a Roma al momento dell'incendio e che aiutò i cittadini. Cassio Dio si basa sulle opere di Svetonio.

  7. Come reagì Nerone dopo l'incendio?
  8. Dopo l'incendio, Nerone si dedicò alla ricostruzione di Roma, costruendo la lussuosa Domus Aurea e una grande statua sul colle Palatino, alimentando le voci sulla sua colpevolezza.

  9. Quali furono le conseguenze per i cristiani dopo l'incendio?
  10. I cristiani furono sottoposti a persecuzioni crudeli e indiscriminate, costituendo un precedente per le future vessazioni contro la religione cristiana, definita "religione illecita".

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