Concetti Chiave
- Le civiltà agricole della Mesopotamia erano controllate da sommi sacerdoti o sovrani, che gestivano la burocrazia e la difesa dei territori.
- I contadini vivevano in condizioni servili sotto il potere assoluto del sovrano, mentre gli artigiani godevano di uno status sociale intermedio grazie alle loro abilità tecniche.
- Gli artigiani erano considerati collaboratori preziosi per il palazzo e il tempio, spesso vivendo in condizioni migliori rispetto ai contadini e altri schiavi.
- Nel mondo egiziano, alcune figure artigiane, come scribi e architetti, erano altamente rispettate e possedevano tombe che testimoniavano la loro ricchezza.
- Con l'espansione del commercio, gli artigiani acquisirono maggiore indipendenza e in alcuni casi raggiunsero l'élite governativa nelle città mercantili del Mediterraneo.
Indice
Le civiltà agricole della Mesopotamia
Le grandi civiltà agricole della Mesopotamia, che vennero gradualmente a formarsi intorno ad alcune delle prime città, erano governate da sommi sacerdoti o da sovrani che, grazie all’esercito e a un efficiente apparato burocratico, controllavano l’attività dei contadini, curavano gli interventi sul territorio (dimensioni degli appezzamenti agricoli, costruzione di canali e altre opere idrauliche), provvedevano alla difesa dei campi e delle riserve della comunità dagli attacchi dei nomadi e delle altre città, regolavano gli scambi con l’importazione di materie prime e l’esportazione di eccedenze o di altre merci; il gruppo dirigente si appropriava di una parte consistente del surplus (la parte di produzione eccedente).
Il potere del sovrano e la condizione dei contadini
Con la militarizzazione e la burocratizzazione dello Stato, il sovrano da capo carismatico, che affidava la propria esistenza e delegava una serie di responsabilità, diventò il detentore di un potere assoluto che spesso assumeva un carattere vessatorio. La condizione così dei contadini divenne presto di tipo servile. Gli artigiani mantennero uno statuto sociale intermedio, perché il controllo di determinate tecniche (medicina, agronomia, oreficeria, metallurgia, ceramica, scrittura) ne faceva dei collaboratori preziosi per le esigenze del palazzo e del tempio.
Spesso vivevano nel palazzo, schiavi del sovrano, ma di fatto in una condizione di vita non paragonabile a quella degli altri schiavi o dei contadini.
Il ruolo degli artigiani nel mondo antico
Nel mondo egiziano alcune figure di artigiani o detentori di saperi speciali, come scribi e architetti, godevano di notevole prestigio: conosciamo tombe che ne testimoniano la ricchezza e la considerazione sociale.
Con lo sviluppo delle attività mercantili e la formazione di città dedite al commercio, gli artigiani acquisirono maggiore indipendenza sociale e in alcuni casi entrarono a far parte dell’èlite di governo. Negli Stati commerciali mediterranei (civiltà fenicia, città-Stato greche) assunsero un potere e un prestigio sociale equivalente a quelli dell’aristocrazia terriera.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei sovrani nelle civiltà agricole della Mesopotamia?
- Come cambiò la condizione dei contadini con l'evoluzione del potere sovrano?
- Qual era il ruolo e lo status sociale degli artigiani nel mondo antico?
I sovrani, insieme ai sommi sacerdoti, governavano le civiltà agricole della Mesopotamia, controllando l'attività dei contadini, curando gli interventi sul territorio e regolando gli scambi commerciali. Essi si appropriavano di una parte consistente del surplus prodotto.
Con la militarizzazione e burocratizzazione dello Stato, il sovrano divenne detentore di un potere assoluto, spesso vessatorio, trasformando la condizione dei contadini in una di tipo servile.
Gli artigiani avevano uno status sociale intermedio, essendo preziosi collaboratori per il palazzo e il tempio grazie al controllo di tecniche specializzate. Nel mondo egiziano e negli Stati commerciali mediterranei, alcuni artigiani godevano di prestigio e, in alcuni casi, facevano parte dell'élite di governo.