Concetti Chiave
- La Lex Manilia del 66 a.C. affidò a Pompeo il compito di sconfiggere definitivamente Mitridate, re del Ponto, che minacciava Roma.
- Mitridate si era alleato con Tigrane d'Armenia e invaso la Cappadocia e la Bitinia, ma Pompeo riuscì a dividere i due alleati.
- Nel 63 a.C., Mitridate si suicidò, permettendo a Roma di consolidare il controllo sull'Oriente ellenistico e trasformare regioni in province e protettorati.
- Pompeo, al ritorno in Italia, suscitò preoccupazione per il suo potere ma si limitò a chiedere la ratifica delle sue azioni in Asia e terre per i suoi veterani.
- La campagna di Pompeo portò un significativo incremento delle entrate romane, con un bottino stimato in almeno duecento milioni di sesterzi.
La lex Manilia e il conflitto con Mitridate
Nel 66 a.C la Lex Manilia (così chiamata perché proposta dal tribuno Caio Manilio) affidò nuovamente a Pompeo i pieni poteri, questa volta al fine di chiudere per sempre la partita con Mitridate. Il re del Ponto, infatti, continuava a tramare ai danni di Roma e si era alleato con il re d’Armenia, Tigrane, invadendo nel 75 a.C la Cappadocia e la Bitinia (due regioni poste sotto il protettorato di Roma).
Per rispondere all’affronto subito erano state inviate alcune legioni, ma Licinio Lucullo che le comandava, giunto sul luogo degli scontri, si era trovato in difficoltà. Tra l’altro egli era inviso al ceto equestre che non gli perdonava alcuni editti emessi in Asia per porre freno all’avidità dei publicani (gli appaltatori delle tasse). Per questo motivo l’incarico gli venne tolto e fu affidato a Pompeo.La sconfitta di Mitridate e la conquista dell'Oriente
Mitridate fu così attaccato sia da terra sia da mare, abbandonato da Tigrane (che Pompeo era riuscito a farsi alleato) e persino tradito dal figlio Fornace: nel 63 a.C, quindi, il re del Ponto si uccise e l’Oriente ellenistico veniva così conquistato. La Siria, già conquistata insieme alla Cappadocia e la Bitinia da Tigrane, divenne una provincia; la Palestina, cui venne concesso di restare autonoma, invece fu posta sotto il protettorato di Roma: il regno dei Seleucidi era scomparso e il territorio che si estendeva dal mare Egeo all’Eufrate era stato organizzato in un sistema di protettorati e di province. Nel giro di soli quattro anni Pompeo era riuscito a conquistare un territorio che forniva all’erario romano un introito pari almeno a duecento milioni di sesterzi.
Il ritorno di Pompeo a Roma
Quando Pompeo sbarcò a Brindisi, nel 62 a.C, il suo carico di gloria e di bottino era tale che i Romani si chiedevano con ansia se e come egli avrebbe utilizzato il suo prestigio e la sua ricchezza: in molti, infatti, sospettavano che, facendo affidamento sull'incondizionata fedeltà delle legioni, egli intendesse abbattere la Repubblica e dar vita a un principato monarchico. Ma il comportamento da quello temuto e, dopo aver congedato l’esercito, egli si limitò a fare al Senato due richieste: la ratifica dei provvedimenti presi in Asia e la distribuzione di terre ai suoi veterani.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale della Lex Manilia proposta nel 66 a.C?
- Quali furono le conseguenze della campagna di Pompeo contro Mitridate e i suoi alleati?
- Come reagì Pompeo al suo ritorno a Roma nel 62 a.C, e quali furono le sue richieste al Senato?
La Lex Manilia mirava a conferire a Pompeo pieni poteri per sconfiggere definitivamente Mitridate, il re del Ponto, che continuava a minacciare Roma.
La campagna portò alla conquista dell'Oriente ellenistico, con la Siria diventata provincia romana e la Palestina sotto protettorato, aumentando notevolmente le entrate dell'erario romano.
Al suo ritorno, Pompeo non cercò di instaurare un principato monarchico come temuto, ma chiese al Senato la ratifica dei provvedimenti presi in Asia e la distribuzione di terre ai suoi veterani.