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Concetti Chiave

  • L'editto di Tessalonica del 380, emanato da Teodosio, impose il cristianesimo cattolico come unica fede legale, terminando l'antica tolleranza religiosa romana.
  • L'intolleranza religiosa divenne uno standard, con persecuzioni contro gruppi come ariani, monofisiti e nestoriani, trasformando la collaborazione tra Stato e Chiesa in una competizione.
  • Durante la tarda Antichità, emerse la questione del potere superiore tra Stato e Chiesa, con attriti continui dovuti a interessi contrastanti.
  • Gelasio, papa di Roma nel 494, sosteneva la superiorità della Chiesa sulle leggi imperiali, basandosi sull'autorità divina data a San Pietro.
  • La posizione di Gelasio non fu universalmente accettata, con molti che vedevano l'imperatore come capo dei cristiani, rifiutando l'autorità esclusiva di Roma.

Indice

  1. L'editto di Tessalonica e la fine della tolleranza
  2. Persecuzioni religiose e conflitti di potere
  3. La Chiesa e lo Stato: una collaborazione conflittuale

L'editto di Tessalonica e la fine della tolleranza

L’editto di Tessalonica, emanato da Teodosio nel 380, rappresenta una svolta decisiva nella storia d’Europa. Con la decisione di imporre a tutti i sudditi un’unica fede religiosa, il cristianesimo cattolico, e di mettere fuori legge tutte le altre, finiva l’antica tolleranza religiosa, la coesistenza di culti diversi che aveva caratterizzato il mondo romano.

Si apriva un’epoca durata quasi millecinquecento anni, fino alla Rivoluzione francese (che scoppia nel 1789) e al Risorgimento, in cui lo Stato ha considerato suo dovere controllare le idee religiose dei sudditi, imporre a tutti una stessa religione, e punire chi non si adeguava.

Persecuzioni religiose e conflitti di potere

A seconda delle epoche e dei paesi, il principio è stato applicato con maggiore o minore durezza: innanzitutto nei confronti degli Ebrei, che vivevano numerosi in molte zone del mondo cristiano.

Nella tarda Antichità, ariani, monofisiti, nestoriani, donatisti vennero perseguitati duramente dalle autorità imperiali romane, e a loro volta gli ariani perseguitarono i cattolici quando giunsero al potere.

La Chiesa e lo Stato: una collaborazione conflittuale

Nasce in quest’epoca un problema che non esisteva nel mondo antico, e che invece resterà centrale lungo tutto il Medioevo e l’età moderna. Lo Stato – e cioè in pratica l’imperatore o il re – e la Chiesa si considerano entrambi responsabili verso Dio e hanno il dovere di collaborare per assicurare sia il benessere del popolo cristiano su questa terra, sia la sua salvezza nell’aldilà. In pratica, però, la collaborazione si trasforma in concorrenza, e provoca attriti e conflitti, perché non è ben chiaro quale dei due poteri debba essere superiore all’altro. Nel 494 il papa di Roma, Gelasio, un Romano d’Africa, affermò che la Chiesa doveva sì obbedire alle leggi dell’impero, ma che l’imperatore doveva a sua volta sottomettersi alla superiore autorità della Chiesa e non intromettersi nella sua gestione. A questo principio si accompagnava l’idea che la Chiesa di Roma fosse stata fondata da Gesù in persona, quando aveva detto a san Pietro «tu sei Pietro e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa», e quindi fosse destinata da Dio a capeggiare l’intera Cristianità. La posizione di Gelasio, però, era minoritaria: le altre sedi patriarcali non accettavano che Roma avesse un’autorità superiore alla loro, e il papa di Roma era considerato solo un vescovo di grandissima importanza, non il capo di tutta la Cristianità. In mancanza di un potere unico nella Chiesa, molti preferivano pensare che l’imperatore fosse il vero capo dei cristiani, e che anche i vescovi dovessero sottomettersi alla sua autorità.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'importanza dell'editto di Tessalonica del 380?
  2. L'editto di Tessalonica ha segnato una svolta decisiva imponendo il cristianesimo cattolico come unica fede religiosa, ponendo fine alla tolleranza religiosa dell'epoca romana.

  3. Come si è evoluto il rapporto tra Stato e Chiesa dopo l'editto di Tessalonica?
  4. Il rapporto tra Stato e Chiesa si è trasformato in concorrenza, con attriti e conflitti su quale potere dovesse prevalere, nonostante la necessità di collaborare per il benessere del popolo cristiano.

  5. Qual era la posizione del papa Gelasio riguardo all'autorità tra Stato e Chiesa?
  6. Gelasio sosteneva che la Chiesa dovesse obbedire alle leggi dell'impero, ma l'imperatore doveva sottomettersi all'autorità superiore della Chiesa, senza intromettersi nella sua gestione.

  7. Qual era la visione delle altre sedi patriarcali riguardo all'autorità della Chiesa di Roma?
  8. Le altre sedi patriarcali non accettavano l'autorità superiore di Roma, considerando il papa di Roma solo un vescovo di grande importanza, non il capo di tutta la Cristianità.

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