Concetti Chiave
- Costantino diventò imperatore d'Occidente dopo aver sconfitto Massenzio, e poi sconfisse Licinio, unificando l'Impero sotto un unico sovrano.
- La visione di Cristo prima della battaglia portò Costantino ad avvicinarsi al cristianesimo, mentre Licinio rimase ostile, ma insieme promulgarono l'editto di Milano nel 313.
- Costantino implementò riforme militari e burocratiche significative, migliorando la difesa dell'Impero e rafforzando l'autorità imperiale.
- La riforma economica di Costantino vide l'aumento del carico fiscale e l'abolizione delle monete d'argento a favore delle monete d'oro.
- Dopo la morte di Valentiniano, il malcontento dei Visigoti verso i Romani culminò nella disfatta di Adrianopoli nel 378, segnando una grave sconfitta per l'esercito romano.
Indice
La guerra civile e l'ascesa di Costantino
L’abdicazione di Diocleziano e Massimiano portò ad una nuova guerra civile, che durò dal 306 al 312, dove Costantino, figlio di Costanzo Cloro, sconfisse Massenzio, figlio di Massimiano. Costantino così divenne imperatore d’Occidente, mentre il suo alleato Licino divenne imperatore d’Oriente, ma quest’alleanza durò poco. Fin dal 314, Costantino e Licino iniziarono a combattersi finchè Costantino, nel 324, sconfisse Licino a Crispoli e lo fece uccidere poco dopo. Un solo uomo quindi rimase a capo dell’Impero.
L'editto di Milano e il cristianesimo
Costantino attribuì la sua vittoria a un episodio assai singolare: poco prima della battaglia, gli sarebbe apparso Gesù Cristo che, con le parole “con questo segno vincerai”, lo invitava a decorare insegne e scudi dei suoi soldati con le iniziali del suo nome.
Dopo la vittoria, Costantino, si avvicinò al cristianesimo, mentre Licino era addirittura ostile al cristianesimo.
Tuttavia, nell’opinione pubblica si era diffuso un pensiero positivo nei confronti del cristianesimo, così i due imperatori emanarono l’editto di Milano nel 313, con il quale il cristianesimo venne riconosciuto come religione lecita.
Riforme e trasferimento della capitale
Costantino promosse nuove riforme dell’impero e, le più importanti furono le riforme militari, migliorando la capacità difensiva dell’Impero. Venne anche rafforzata l’organizzazione della burocrazia imperiale, che doveva rendere più efficace l’autorità assoluta dell’imperatore.
Per quanto riguarda l’economia, Costantino, aumentò ulteriormente il carico fiscale, abolendo le monete d’argento e mantenendo solo quelle d’oro.
La riforma più celebre di Costantino fu però il trasferimento della capitale dell’Impero da Roma a Costantinopoli.
La minaccia degli Unni e la ribellione dei Visigoti
Dopo la morte di Valentiniano l’impero dovette nuovamente affrontare una difficile situazione militare. All'origine del problema stavano gli Unni, un popolo nomade che si era spostato verso occidente diffondendo il panico delle tribù. Questa migrazione provocò lo spostamento di altre tribù, in particolare dei Visigoti, che chiesero di essere ospitati dentro il confine dell’Impero, in cambio del servizio militare nell'esercito romano.
I romani però non rispettarono questa scelta, li maltrattarono, ma i Visigoti si ribellarono e diedero il via a una serie di rivolte, puntando su Costantinopoli nel 378.
Valente affrontò i Visigoti, ma fu un grande errore: ad Adrianopoli l’esercito romano fu sconfitto e l’imperatore venne ucciso.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della guerra civile tra Costantino e Licino?
- Come influenzò Costantino il cristianesimo nell'Impero Romano?
- Quali furono le cause e le conseguenze della disfatta di Adrianopoli?
La guerra civile tra Costantino e Licino portò alla sconfitta e alla morte di Licino, lasciando Costantino come unico imperatore dell'Impero Romano.
Costantino si avvicinò al cristianesimo dopo la sua vittoria su Massenzio e, insieme a Licino, emanò l'editto di Milano nel 313, riconoscendo il cristianesimo come religione lecita.
La disfatta di Adrianopoli fu causata dalla ribellione dei Visigoti, maltrattati dai Romani. La battaglia portò alla sconfitta dell'esercito romano e alla morte dell'imperatore Valente.