Concetti Chiave
- Nell'antica Grecia, gli stranieri erano visti con diffidenza ma non erano soggetti a razzismo esplicito.
- Gli stranieri ad Atene, noti come meteci, pur senza diritti politici, potevano ricoprire ruoli economici e culturali importanti.
- Nel mondo romano arcaico, esistevano strutture sociali autonome simili a quelle greche, con una forte identità politica.
- I conflitti sociali a Roma spesso riguardavano il diritto ai matrimoni misti e la partecipazione politica delle diverse classi.
- Con l'estensione della cittadinanza romana, i conflitti sociali si spostarono verso scontri tra élite provinciali o gruppi etnici.
Grecia e Roma antica - La diffidenza verso gli stranieri
Nell’antica Grecia gli stranieri venivano visti con diffidenza, in quanto portatori di culture diverse e potenziali sovvertitori degli equilibri sociali e culturali; nel mondo greco però non è possibile parlare di razzismo. Nell’Atene classica gli stranieri residenti erano conosciuti come meteci: rispettati come uomini liberi, pagavano un'imposta o tassa di residenza e i più ricchi anche le tasse per l’allestimento di spettacoli pubblici, attività religiose o spedizioni militari; avevano tuttavia l’obbligo di trovarsi un patrono tra i cittadini che li potesse rappresentare in tribunale; infine, pur non avendo diritti politici, partecipavano alle campagne militari. Anche se privi della cittadinanza e quindi esclusi dalla proprietà della terra, essi godevano di prestigio sociale e spesso giungevano a occupare posti importanti nella vita economica, come produttori di armi o banchieri, e culturale, come filosofi o insegnanti.
I conflitti sociali nel mondo romano:
Nel mondo romano arcaico esistevano strutture gentilizie che si caratterizzavano come gruppo sociale autonomo ed erano simili a quelle rilevate nel mondo greco; rispetto a queste ultime, però quelle romane presentavano una maggiore identità politica di gruppo che persistette, nonostante i profondi cambiamenti in età imperiale.
Il rapporto con la plebe si configurò come fortemente conflittuale per molti secoli: il diritto a matrimoni misti tra le due classi e la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica della città e dello Stato venne acquisito gradualmente con la progressiva affermazione di un’identità di gruppo romana interclassista in contrapposizione ai cittadini italici, accolti di fatto nello Stato romano, ma fortemente penalizzati nei loro diritti rispetto ai cittadini romani effettivi. Dall’epoca tardo-repubblicana e, soprattutto dopo l’estensione della cittadinanza romana a tutti i cittadini in epoca imperiale, i conflitti sociali tra classi si trasformarono in conflitti tra élite provinciali o gruppi etnici culturali.