DarioA06
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Concetti Chiave

  • In Grecia antica, l'isonomia non garantiva uguali diritti a tutti, poiché la cittadinanza era legata alla discendenza.
  • Le donne, pur essendo cittadine, erano escluse dalla vita pubblica e soggette a una condizione di minorità, tranne che a Sparta.
  • Gli stranieri residenti ad Atene, noti come metèci, erano esclusi dai diritti politici e potevano subire gravi punizioni per partecipazione politica.
  • I greci mostravano un atteggiamento ambivalente verso gli stranieri, oscillando tra ospitalità e totale esclusione dai diritti.
  • Il termine "barbari" era usato per indicare in modo dispregiativo coloro che non parlavano la lingua greca, accentuato dopo le guerre persiane.

Indice

  1. Disuguaglianza nella cittadinanza greca
  2. Ruolo delle donne e degli stranieri
  3. Percezione dei barbari nella cultura greca

Disuguaglianza nella cittadinanza greca

Nonostante il principio dell'isonomia (l'uguaglianza di fronte alla legge), in nessuna città greca, neppure ad Atene, gli individui godevano tutti dei medesimi diritti. I greci, infatti, legavano la cittadinanza alla propria discendenza.

Ruolo delle donne e degli stranieri

Oltre agli schiavi, che erano proprietà del padrone o dello stato, erano escluse dal punto di vista politico anche le donne che, anche se considerate cittadine, non erano ammesse alla vita pubblica. Esse vivevano ovunque una condizione di minorità, tranne che a Sparta dove godevano di un ruolo pubblico più riconosciuto, perché considerate essenziali nella riproduzione di nuovi fanciulli, futuri cittadini-guerrieri. Ad Atene non godevano dei diritti politici nemmeno gli stranieri residenti (metèci), che pure avevano un importante ruolo economico e militare, e se venivano trovati a partecipare a riunioni politiche potevano essere puniti anche con la pena di morte. Verso gli stranieri i greci oscillarono sempre tra l'antico dovere dell'ospitalità e la tendenza all'esclusione totale dai diritti.

Percezione dei barbari nella cultura greca

Omogeneo era invece il disprezzo verso i "barbari", cioè tutti coloro che non parlavano la loro lingua, infatti, soprattutto dopo le guerre persiane, il termine "barbaro" venne acquisendo quel significato dispreggiativo di "incivile" il quale ancora oggi viene usato.

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