Concetti Chiave
- Eusebio di Cesarea descrive Costantinopoli come una città purificata dall'idolatria, fondata da Costantino sul sito dell'antica Bisanzio.
- La città è considerata da alcuni autori come un modello cristiano, priva di templi pagani e ricca di santuari cristiani, basandosi sulla tradizione eusebiana.
- La rappresentazione di Costantinopoli contrasta con Roma, dove vi era un conflitto tra l'aristocrazia pagana e i cristiani riguardo alla presenza dei templi.
- Eusebio introduce Costantinopoli dopo aver descritto le costruzioni sacre di Costantino in Terra Santa, inclusa la scoperta del sito del Santo Sepolcro.
- Costantinopoli è menzionata anche per la spoliazione dei templi pagani, con le statue trasferite nella nuova residenza imperiale.
Indice
Le affermazioni di Eusebio
Un esempio significativo di come le affermazioni generali eusebiane stridano con i dati riportati è il modo in cui parla di Costantinopoli e degli interventi imperiali in quella città; come dice il nome, essa è la città di Costantino, che egli decise di rifondare sul Bosforo ampliando l’antica Bisanzio.
La fondazione di Costantinopoli
Fu fondata sicuramente dopo la sconfitta di Licinio a Crisopoli, l’ufficiale consacrazione della città avviene più tardi (fra il 328-330); secondo Eusebio Costantino volle che essa fosse purificata di ogni traccia di idolatria.
Interpretazioni di Costantinopoli
Altri autori parlano di Costantinopoli come “figlia” di Roma stessa ma priva di qualsiasi tempio o statua “del demonio” (Agostino), “essa non conobbe né gli altari, né i templi, né i sacrifici degli Elleni” (Sozomeno), sono testimonianze inutili perché basate sulla tradizione di Eusebio: non hanno altre prove per dire che, all’epoca di Costantino, Costantinopoli era priva di templi e ricca solo di santuari cristiani, priva di statue pagane, etc.
Confronto tra pagani e cristiani
Essi leggono Eusebio e scrivono perché gli faceva comodo interpretare Costantinopoli come modello perché priva di templi, mentre a Roma c’era ancora (nell’epoca in cui essi scrivono) un confronto fortissimo tra l’aristocrazia pagana, che vuole abbellire i templi, restaurarli e lasciarli aperti (anche trovando degli escamotage), e i cristiani, che invece vogliono demolirli per entrare nelle chiese nel centro urbano, mentre ancora esse si trovavano soltanto fuori dalle mura; le Storie ecclesiastiche di Agostino e Sozomeno hanno proprio questo obiettivo.
Costantino e la Terra Santa
Eusebio introduce questo riferimento alla nuova residenza imperiale di Costantino dopo una lunga sezione dedicata alle costruzioni sacre volute in Terra Santa; a Costantino viene anche accreditata la scoperta del sito del Santo Sepolcro (il luogo in cui Cristo fu seppellito), obliterato da un tempio, che sarebbe stato ritrovato per ispirazione divina. C’è una lunghissima descrizione delle imprese costantiniane in Terrasanta nel III libro, per 45 paragrafi, dopo di che si fa un breve cenno alla nuova residenza imperiale, che secondo Eusebio Costantino volle purificata e ricca in statue che richiamavano figure o scene bibliche (Vita Constantini, libro III, 48 1-2). Costantinopoli è anche, fugacemente, richiamata nella sezione in cui parla della spoliazione dei templi, in quanto luogo ove le statue pagane sottratte alle province furono trasportate.
Domande da interrogazione
- Qual è il contrasto tra le affermazioni di Eusebio e i dati storici riguardanti Costantinopoli?
- Come viene descritta la fondazione di Costantinopoli secondo Eusebio?
- Qual è il ruolo di Costantino nella scoperta del Santo Sepolcro secondo Eusebio?
Eusebio afferma che Costantinopoli fu purificata da ogni idolatria e priva di templi pagani, ma queste affermazioni sono basate su tradizioni senza prove concrete, mentre altri autori le usano per descrivere la città come un modello cristiano.
Eusebio descrive Costantinopoli come una città rifondata da Costantino, purificata da idolatria e arricchita con statue che richiamano figure bibliche, dopo la sconfitta di Licinio e l'ufficiale consacrazione tra il 328-330.
Eusebio accredita a Costantino la scoperta del sito del Santo Sepolcro, che sarebbe stato ritrovato per ispirazione divina, dopo essere stato obliterato da un tempio, e descrive le sue imprese in Terra Santa nel III libro della "Vita Constantini".