Concetti Chiave
- Le abitazioni romane originarie erano strutture a capanna, scavate nel tufo, con un tetto spiovente sostenuto da un palo centrale.
- Le case con atrio, di origine etrusca, avevano un vestibolo, atrio centrale, tablinium e alae, con ambienti talvolta adibiti a tabernae.
- Le abitazioni popolari erano semplici e povere, mentre i palazzi dei signori erano più complessi, con due piani e tetti spioventi.
- Dal II secolo a.C., le insulae sostituirono le case tradizionali, sviluppandosi verticalmente con molte finestre e balconi.
- Le insulae comprendevano appartamenti indipendenti, soffitte, cantine e tabernae, con ingressi separati e scale che conducevano alla strada.
Origini dell'edilizia romana
Parlare dell'edilizia a Roma è difficile perchè la varietà dei tipi di abitazione fu condizionata dal periodo storico, dalle esigenze economiche, sociali e tecniche.
Evoluzione delle abitazioni
In origine le abitazioni avevano struttura a capanna, come testimoniano i ritrovamenti sul Palatino. Scavate nel tufo, avevano una struttura di pali e una intessitura di canne e frasche. Il tetto era poggiato sul palo centrale ed era spiovente. Questo tipo di casa è documentato a partire dall'VIII sec. e durò a lungo. La casa vera e propria, destinata ad avere le caratteristiche tipiche dell'abitazione romana, quella con atrio, era di origine etrusca. Era costituita da un ingresso (vestibulum), fiancheggiato da due ambienti, talvolta adibiti a tabernae, con ingresso sulla strada. All'interno c'era un atrio centrale e sul fondo il tablinium e due alae. Oltre questo tipo di abitazione c'era il palazzo dei signori, a due piani, pianta assiale, tetto a due spioventi o quattro spioventi, con lucernario per l'illuminazione dell'ambiente posto al centro della pianta. Le abitazioni popolari, invece, erano molto povere, quasi delle baracche.
Caratteristiche delle insulae
Fino al II sec. a.C. le case erano costruite con mattoni crudi legati da un'ossatura di travi (opus craticium). Le case erano divise da un vicolo per il pericolo di incendi.. Questa tipologia abitativa venne sostituita dal tipo intensivo di abitazioni: le insulae, descritte esaurientemente da Vitruvio, risolvevano il problema del forte incremento demografico in epoca tardo- repubblicana. L'insula, simile al nostro palazzo, aveva uno sviluppo verticale. Gli ambienti non gravitavano verso l'interno come le case ad atrio, ma verso l'esterno. Per cui le case erano dotate di molte finestre e, successivamente, anche di balconi (maeniana). Gli isolati avevano anche scale che portavano alla strada. Da Livio sappiamo che le insulae raggiungevano i tre piani nel 218 a.C. Crebbero ancora durante l'età imperiale: Seneca, nel I sec. d.C., le definiva "machinationes tectorum super tecta surgentium". L'insula comprendeva molti appartamenti indipendenti, soffitte (pergulae), cantine e tabernae, che avevano ingresso indipendente.
Domande da interrogazione
- Quali erano le caratteristiche delle abitazioni romane in origine?
- Come si è evoluta l'edilizia a Roma fino al II secolo a.C.?
- Quali erano le caratteristiche delle insulae durante l'età tardo-repubblicana?
Le abitazioni romane in origine avevano una struttura a capanna, scavate nel tufo, con una struttura di pali e intessitura di canne e frasche, e un tetto spiovente poggiato su un palo centrale.
Fino al II secolo a.C., le case erano costruite con mattoni crudi e travi (opus craticium) e divise da vicoli per prevenire incendi. Successivamente, furono sostituite dalle insulae, che rispondevano all'incremento demografico con uno sviluppo verticale.
Le insulae avevano uno sviluppo verticale, con ambienti che si affacciavano verso l'esterno, molte finestre e balconi. Comprendevano appartamenti indipendenti, soffitte, cantine e tabernae con ingresso indipendente.