Concetti Chiave
- Le abitazioni romane si sono evolute da capanne primitive a domus con cortili centrali e stanze ben definite, come visibile a Pompei.
- La domus romana classica includeva atrium, cubicula, tablinum e hortus, spesso arricchita con fontane e statue negli spazi più lussuosi.
- Le domus peristili dell'ultima fase repubblicana si arricchirono di elementi come bagni, biblioteche e triclini per banchetti.
- La maggior parte dei romani viveva in insulae, edifici multipiano con botteghe al pian terreno e alloggi ai piani superiori, dotati di servizi igienici condivisi.
- Le insulae potevano raggiungere i 30 metri di altezza e, nonostante la scomparsa a Roma, restano esemplari a Ostia, alcune delle quali lussuose.
Indice
Evoluzione delle abitazioni romane
Con l'aumentare della ricchezza e la progressiva distinzione in classi sociali, anche le abitazioni dei romani avevano subìto numerosi cambiamenti ed evoluzioni, a partire dalle primitive capanne sorte sul Palatino.
Struttura della domus romana
Lo schema più arcaico di abitazione romana è visibile nelle domus di Pompei.
La domus era composta da un ingresso, le fauces, attraverso il quale si entrava nel cortile centrale, l'atrium, fornito di impluvium, il bacino per la raccolta dell'acqua piovana. Sui lati dell'arrivo di trovavano gli ingressi a varie camere, i cubicula, mentre sul lato di fronte si apriva il tablinum, l'ambiente principale della casa, dove si consumavano anche i pasti. Di fianco al tablinum un corridoio conduceva all'hortus, l'orto giardino, circondato da un portico colonnato, il peristilio. Nell'hortus ci potevano essere anche fontane o statue, a seconda della ricchezza degli abitanti. Sull'hortus si potevano aprire eventualmente altre stanze.
Vi erano poi alcuni ambienti che davano sulla strada ed erano adibiti a bottega. Tale schema abitativo, attestato già dal III secolo a.C., subì nel tempo varie modifiche, arrichendosi di dettagli sempre più lussuosi. Nell'ultima fase della repubblica apparvero anche domus peristili, dotate di bagni, biblioteche, porticati.
Un ambiente tipico di questo periodo è il triclinio: una stanza aperta sul peristilio e usata in occasione di banchetti. Entrò in uso quando a Roma si introdusse l'abitudine di mangiare sdraiati.
Caratteristiche delle insulae
Non bisogna tuttavia pensare che la ricca e spaziosa domus fosse la casa di tutti i cittadini romani. La maggior parte delle persone, infatti, abitava nelle insulae. Queste erano grandi caseggiati a più piani, costruiti in mattoni (opus latericium); il pianoterreno era solitamente occupato da botteghe aperte lungo la via, mentre sul cortile interno davano gli appartamenti poi grandi e signorili.
Ai piani superiori, la cui struttura era sempre meno solida man mano che si saliva, erano ubicati altri alloggi, i cenacula, aperti sui vari pianerottoli e dotati di finestre sul lato esterno e, a volte, di balconi. I servizi igienici erano solitamente in comune e collocati al pian terreno, ma in alcuni casi erano presenti in ogni alloggio e situati in piccoli vani, serviti dalla stessa colonna di scarico.
Questi edifici, soprattutto new grandi città, potevano raggiungere i 30 m di altezza.
A Roma le insulae sono quasi d tutto scomparse, mentre ne sono state ritrovate numerose a Ostia, alcune anche composte da alloggi abbastanza lussuosi.
Domande da interrogazione
- Quali erano le caratteristiche principali delle domus romane?
- Come erano strutturate le insulae romane e chi vi abitava?
- Quali modifiche subirono le abitazioni romane nel tempo?
Le domus romane erano caratterizzate da un ingresso chiamato fauces, un cortile centrale detto atrium con un impluvium per raccogliere l'acqua piovana, camere laterali chiamate cubicula, un tablinum per i pasti, e un hortus circondato da un peristilio. Alcune domus includevano anche ambienti come il triclinio per i banchetti.
Le insulae erano grandi caseggiati a più piani costruiti in mattoni, con botteghe al pianterreno e appartamenti ai piani superiori. Erano abitati principalmente dalla maggior parte dei cittadini romani, con alloggi meno solidi ai piani alti e servizi igienici comuni.
Le abitazioni romane, a partire dal III secolo a.C., subirono modifiche arricchendosi di dettagli lussuosi. Durante l'ultima fase della repubblica, apparvero domus peristili con bagni, biblioteche e porticati, e si diffuse l'uso del triclinio per mangiare sdraiati.