Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La domus era una residenza per benestanti, con un atrio centrale e un sistema di riscaldamento avanzato, diffusa dal III secolo a.C.
  • Le insulae, simili a case popolari moderne, erano edifici multipiano spesso costruiti con materiali scadenti, soggetti a incendi frequenti.
  • Il design della domus includeva un impluvium per raccogliere l'acqua piovana, circondata da stanze funzionali e decorazioni di lusso.
  • L'architettura delle insulae prevedeva stanze piccole e prive di servizi essenziali come riscaldamento e acqua corrente.
  • Le domus erano spesso arricchite da giardini interni e opere d'arte, riflettendo il prestigio dei loro proprietari aristocratici.

Indice

  1. Tipi di abitazioni a Roma
  2. Caratteristiche delle domus
  3. Struttura delle insulae

Tipi di abitazioni a Roma

A Roma esistevano due tipi di abitazione:

• la domus, riservata ai cittadini benestanti, predisposta per una sola famiglia e dotata di un atrio, usanza derivata dalle civiltà italico-ellenistica

• le insulae, che corrispondono alle moderne case popolari, cioè costruzioni a più piani, divisi in appartamenti. Erano molto frequenti ad Ostia e spesso erano costruite da speculatori privi di scrupoli.

Caratteristiche delle domus

Le domus erano spaziose, fornite di bagni e da un sistema di riscaldamento che faceva passare l’aria calda sotto il pavimento.

Le vestigia più significative di questo tipo di abitazione sono state rinvenute a Pompei e stanno a dimostrare che la casa “ad atrio” era già in uso nel III secolo a.C.

Si accedeva tramite il “vestibulum” (= ingresso), attraversando il quale si arrivava ad un “ostium” (= porta, accesso) che permetteva di entrare nel “fauces” (=corridoio di accesso), un lungo e stretto corridoio su cui si aprivano i locali di servizio.

Si arrivava, quindi nell’ “atrium”, un’ampia sala centrale, con il tetto spiovente verso l’interno (= compluvium) in modo da poter raccogliere l’acqua piovana in una vasca centrale, detta “impluvium”, costruita ad centro della stanza., che andava poi a finire in una cisterna sotterranea. Intorno all’ “atrium” si aprivano: le stanze da letto (= cubicula), due locali di disimpegno aperti (=alae) posti alle due estremità.

In fondo all’ “atrium” c’era la sala di soggiorno (= tablinum) e dietro la casa un orto con funzione anche di giardino (= hortus). Col tempo l’ “hortus” si trasformò in un vero e proprio giardino, circondato su quattro lati da un portico con colonne (=peristilium), su cui si aprivano diversi locali di soggiorno.

La ricca aristocrazia era solita decorare la propria “domus” con mosaici, marmi pregiati, statue ed affreschi.

Struttura delle insulae

Le insulae erano invece composte da quattro o cinque piani ed ogni piano comprendeva più appartamenti. Le stanze erano piccole, buie, senza fognature, senza acqua corrente e senza riscaldamento. Per il riscaldamento, si ricorreva a dei bracieri che servivano anche per cucinare. Visto che per le costruzioni si utilizzava soprattutto del legno, erano frequenti gli incendi che potevano anche estendersi a tutto il quartiere.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i due tipi principali di abitazioni a Roma?
  2. A Roma esistevano la "domus" per i cittadini benestanti e le "insulae" simili alle moderne case popolari.

  3. Quali caratteristiche distintive aveva una "domus"?
  4. La "domus" era spaziosa, dotata di bagni, un sistema di riscaldamento sotto il pavimento, e decorata con mosaici e affreschi.

  5. Quali problemi presentavano le "insulae"?
  6. Le "insulae" erano composte da piccoli appartamenti, spesso bui e senza servizi igienici, con un alto rischio di incendi a causa dell'uso del legno.

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