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Concetti Chiave

  • Le donne nell'antica Roma non erano inizialmente escluse dalla professione legale, ma la società non prevedeva la loro partecipazione in ambiti pubblici.
  • Nel I secolo a.C., alcune donne, come Afrania, iniziarono a esercitare la professione legale, destando scandalo tra i contemporanei.
  • Afrania, figlia di un senatore, fu una delle prime donne avvocato, ricordata negativamente da scrittori successivi come Valerio Massimo.
  • Ortensia, un altro esempio di donna avvocato, riuscì a far abolire una tassa imposta alle matrone romane grazie alla sua eloquenza nel 42 a.C.
  • In risposta alle crescenti preoccupazioni, fu emesso un editto che proibiva alle donne di rappresentare altri in giudizio, limitando la loro partecipazione legale.

Indice

  1. L'evoluzione del ruolo femminile
  2. Afrania e lo scandalo
  3. Ortensia e la tassa
  4. La reazione romana

L'evoluzione del ruolo femminile

Nessuna legge romana aveva mai vietato alle donne l’esercizio dell’avvocatura per una ragione molto semplice: sin dai tempi antichi lo spazio delle donne era racchiuso tra le mura domestiche; chi poteva dunque pensare che qualcuna di loro aspirasse a un’attività tanto lontana dalle usanze tradizionali e così proiettata verso la sfera politica?

Afrania e lo scandalo

Ma i tempi stavano cambiando e i costumi iniziarono a evolversi, così accadde che nel I secolo a.C alcune donne avvocato si presentassero in tribunale a perorare delle cause. Una di loro fu Afrania, figlia di un senatore che sostenne varie cause pubbliche e visse fino all’epoca del secondo consolato di Giulio Cesare (48 a.C).

La cosa generò uno scandalo presso i benpensanti tanto che la donna fu ricordata con particolare astio dagli scrittori di epoca successiva. Uno di loro, Valerio Massimo, affermava di lei queste cose: “un tale mostro deve essere tramandato alla memoria più per l’istante in cui morì che per l’istante in cui nacque”.

Ortensia e la tassa

Un altro caso celebre fu quello di Ortensia, figlia del famoso oratore Ortensio e dunque figlia d’arte. Di lei si racconta che nel 42 a.C, quando i triumviri imposero alle matrone romane più ricche una pesante tassa per far fronte alle spese militari, le donne la incaricarono di perorare la loro causa ed essa fece così bene che la tassa venne cancellata.

La reazione romana

Con il passare del tempo non solo i letterati, ma anche i semplici cittadini romani finirono per allarmarsi: fu così promulgato un editto pretorio che vietava alle donne di postulare pro aliis (“rappresentare altri in giudizio"), per evitare che, occupandosi di affari pubblici, venissero meno alla pudicizia propria del loro sesso. In tal modo il fenomeno delle donne avvocato non ebbe seguito nella storia del diritto romano.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la percezione del ruolo delle donne nell'antica Roma riguardo all'avvocatura?
  2. Nell'antica Roma, le donne erano tradizionalmente confinate allo spazio domestico e non si pensava che aspirassero a ruoli pubblici come l'avvocatura, che era considerata lontana dalle usanze tradizionali e proiettata verso la sfera politica.

  3. Chi era Afrania e quale impatto ebbe la sua attività di avvocato?
  4. Afrania era una donna avvocato del I secolo a.C, figlia di un senatore, che sostenne varie cause pubbliche. La sua attività generò scandalo tra i benpensanti e fu ricordata con astio dagli scrittori successivi, come Valerio Massimo.

  5. Quale fu il risultato dell'intervento di Ortensia contro la tassa imposta dai triumviri?
  6. Ortensia, figlia del famoso oratore Ortensio, perorò con successo la causa delle matrone romane contro una pesante tassa imposta dai triumviri nel 42 a.C, riuscendo a farla cancellare.

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