Concetti Chiave
- Il Corano non mostra odio verso le donne ma promuove un ordine naturale nei rapporti tra i sessi.
- Il matrimonio islamico è visto come un contratto dove l'uomo ha obblighi di mantenimento in cambio di diritti.
- La poligamia è ammessa nell'islam ma meno praticata di quanto si pensi, spesso con il consenso della prima moglie.
- L'harem, zona riservata alle donne e bambini, ha avuto origine nell'Arabia antica e ha evoluto il suo significato nel tempo.
- Nei primi del Novecento, le case ricche avevano locali riservati alle donne, ma l'istituzione dell'harem è quasi scomparsa nel XX secolo.
Il matrimonio nell'islam
Nel Corano non ci sono tracce di misoginia, ossia si odio vero le donne, ma piuttosto la convinzione di un ordine naturale da rispettare nei rapporti tra i sessi. Il matrimonio deve garantire questi rapporti e nella tradizione islamica è una sorta di contratto, con il quale l’uomo si obbliga al mantenimento della moglie in cambio dei diritti sulla sua persona. L’islam inoltre ammette la poligamia, che è stata però meno praticata di quanto si pensi.. Era infatti più diffuso il matrimonio con una seconda donna a distanza di tempo ( e anche con un certo consenso da parte della prima moglie, anziana, che veniva alleggerita dai carichi domestici), molto meno la presenza di più mogli contemporanei, il che richiedeva tra l’altro un notevole sforzo economico.
L'harem e la sua evoluzione
Nell’Arabia antica vi erano alcune zone della casa interdette agli estranei e considerati inviolabili. Il nome di queste zone era harim, oggi sostituito dalla forma turca harem. Nel VII secolo, ma forse in età ancora più tarda, il termine passò a indicare la parte della casa riservata alle donne e ai bambini e, in seguito, le persone che abitavano nell’harem stesso, in particolare tutte le mogli del padrone. Nell'harem, inoltre, vivevano anche le parenti del proprietario (madre, sorelle, figlie) nonché le sue schiave e le sue concubine, dette, con termine derivato dal turco, “odalische”.
Declino dell'harem nel XX secolo
L’istituzione dell’harem sopravvisse a lungo nel tempo ed è giunta alle soglie dei nostri giorni. Nei primi decenni del Novecento, nelle case dei ricchi esistevano vasti locali riservati alle donne, e talvolta ciascuna di esse aveva un proprio appartamento privato e un certo numero di schiave addette specificamente alla sua persona. In condizioni economiche meno privilegiate, lo spazio riservato a ciascuna delle donne era via via ristretto, ma anche nelle case più povere esisteva una netta separazione tra la zona delle donne e quella degli uomini. Intorno alla metà del XX secolo, però, il sistema dell’harem era praticamente sparito, quantomeno su larga scala, e continuava a esistere solo presso gli elementi più conservatori della società islamica.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione del matrimonio nella tradizione islamica secondo il testo?
- Come viene descritta la pratica della poligamia nel contesto islamico?
- Qual è stata l'evoluzione storica dell'harem secondo il testo?
Nel testo, il matrimonio nella tradizione islamica è descritto come un contratto in cui l'uomo si impegna a mantenere la moglie in cambio dei diritti sulla sua persona.
La poligamia è ammessa nell'islam, ma meno praticata di quanto si pensi. Era più comune sposare una seconda donna dopo un certo tempo, spesso con il consenso della prima moglie, piuttosto che avere più mogli contemporaneamente.
L'harem, originariamente una parte della casa riservata alle donne e ai bambini, è sopravvissuto fino ai primi decenni del Novecento, ma è praticamente scomparso a metà del XX secolo, rimanendo solo presso gli elementi più conservatori della società islamica.