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Concetti Chiave

  • La dinastia Giulio-Claudia iniziò con Tiberio, che seguì Augusto ma ebbe difficili rapporti con il Senato e nominò Seiano prefetto del pretorio.
  • Tiberio attuò riforme economiche impopolari riducendo spese pubbliche ma innovò offrendo prestiti triennali senza interessi ai piccoli proprietari.
  • Dopo la morte di Tiberio, Caligola divenne imperatore, governando con dispotismo, follia e stravaganza, fino alla sua uccisione nel 41 d.C.
  • Caligola si alienò la classe senatoria e sperperò le risorse, culminando in una congiura che portò alla sua damnatio memoriae.
  • Claudio, successore di Caligola, migliorò l'amministrazione statale avvalendosi di liberti e cavalieri, suscitando però malcontento tra i senatori.

Indice

  1. L'ascesa di Tiberio
  2. Politica interna di Tiberio
  3. Ritiro e declino di Tiberio
  4. L'ascesa di Caligola
  5. Il regno di terrore di Caligola
  6. L'ascesa di Claudio

L'ascesa di Tiberio

Il primo successore di Augusto fu Tiberio Claudio Nerone e dato che questi era un aristocratico della gens Claudia, mentre Ottaviano Augusto discendeva dalla gens lulia la nuova dinastia fu detta giulio-claudia. Net primi anni, Tiberio si dimostrò disponibile a seguire le orme dal suo predecessore, adottando un comportamento prudente e rispettoso delle istituzioni.

Ciò nonostante, I suoi rapporti con il senato furono, sin dall'inizio, contrassegnati da una profonda diffidenza reciproca. Quando Tiberto non volle fregiarsi dei titoli di imperatore di "padre della patria", i senatori lo accusarono per esempio di falsa modesta e di ambiguità. Ancor più gli si dimostrarono ostili quando egli nominò prefetto del pretorio Lucio Elio Seiano, uomo spregiudicato e assai ambizioso, appartenente al ceto dei cavalieri.

Politica interna di Tiberio

Alcuni provvedimenti, in particolare, resero Tiberio molto Impopolare. Per rimettere in sesto le finanze pubbliche, egli fu costretto, Infatti, a ridurre le spese per l'organizzazione degli spettacoli pubblici e per le distribuzioni gratuite di grano ai poveri, facendo, in tal modo, il favore della plebe. Egli provvide, tuttavia, a migliorare le condizioni di vita dei piccoli proprietari terrieri che si erano indebitati, concedendo loro dei prestiti triennali senza interesse: si trattò di una misura originale, che vedeva per la prima volta lo Stato in funzione di Istituto di credito, in concorrenza con l'attività privata del prestito a usura. In politica estera, Tiberio mirò a rafforzare i confini dell'impero, avvalendosi della collaborazione di Germanico, suo nipote e figlio adottivo, che fu Inviato prima In Europa settentrionale, dove sconfisse più volte 1 Germani, e poi in Oriente; ma quando, nel 19 d.C., l generale mori avvelenato, si sparse la voce che il mandante dell'assassinio fosse il principe, geloso dei suoi successi militari.

Ritiro e declino di Tiberio

Nel 27 d.C. Tiberio, molto amareggiato, si ritirò a vivere in solitudine a Capri, lasciando a Seiano la gestione effettiva del potere. Sotto il suo influsso, Tiberio ricorse spesso ai tribunali, alle confische e alle condanne a morte per lesa maestà. Solo dopo la morte del suo unico figlio Druso e il sospetto che a provocarla fosse stato proprio Seiano, Tiberio maturò l'idea di sbarazzarsi di lui. Nel 31, indirizzò ai senatori una lettera accusatoria e a farla giungere in senato fu, inconsapevolmente, lo stesso Seiano, che fu subito arrestato e giustiziato. Sei anni più tardi, a 79 anni, morì anche Tiberio, senza aver designato il proprio successore.

L'ascesa di Caligola

Alla morte di Tiberio, il senato, su pressione dei pretoriani e dell'esercito, acclamò imperatore il nipote Gaio Giulio, figlio di Germanico, soprannominato Caligola. Appena venticinquenne, avido di potere ma totalmente inesperto di politica, Caligola si impose come un despota assoluto, cercando di trasformare il principato in una monarchia assoluta e offrendo esempi di follia e malvagità. Molte furono le sue stravaganze: pretese di essere adorato come un dio, alla maniera dei sovrani orientali, e fece trasportare a Roma, con grande dispendio di risorse finanziarie, uno dei più grandi obelischi egizi, solo per sentirsi simile a un faraone oltre ad erigere, nella sola Roma, più di cento statue che lo raffiguravano.

Il regno di terrore di Caligola

Caligola umiliò in tutti i modi la classe senatoria, arrivando persino, secondo la tradizione, a nominare senatore il proprio cavallo. Sperperò in lusso e costosi spettacoli circensi l'enorme patrimonio accumulato da Tiberio, Intensificò le condanne per il reato di lesa maestà, fece giustiziare molti suoi oppositori politici. Esasperato dati suoi eccessi e dal clima di terrore da lui stesso instaurato, nel 41 d.C., alcuni esponenti della classe senatoria e della guardia del pretorio ordirono una congiura che gli si rivelò fatale. Dopo il suo assassinio, il senato votò contro di lui la damnatio memoria tutti i suoi atti furono dichiarati nulli e il suo nome fu cancellato da tutte le iscrizioni, perché di lui e del suo pessimo ancorché breve governo non rimanesse traccia alcuna nella storta di Roma.

L'ascesa di Claudio

In quel clima di confusione succeduto all'assassinio di Caligola, mentre il senato pensava ingenuamente di restaurare la repubblica, furono ancora i pretoriani a imporre come suo successore uno zio di Caligola, Claudio, uomo riservato e dedito agli studi storici. Nell'attività di governo, egli rivelò tuttavia competenza e moderazione, migliorando la gestione amministrativa ed economica dello Stato. Per far ciò, Claudio si avvalse di funzionari di sua nomina, scegliendoli per lo più fra i liberti (ex schiavi da lui stesso liberati), per creare un'efficiente e fidata burocrazia di corte. L'ascesa sociale dei liberti, tuttavia, suscitò il malcontento del ceto senatoriale. Avvantaggiati sul piano economico e sociale furono anche i cavalieri: Claudio, infatti, promosse lo sviluppo del commercio e delle attività imprenditoriali praticate dal ceto equestre, estendendo al contempo il loro accesso, al fianco dei liberti, nell'amministrazione dello Stato.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali riforme attuate da Tiberio durante il suo regno?
  2. Tiberio ridusse le spese per gli spettacoli pubblici e le distribuzioni di grano, ma migliorò le condizioni dei piccoli proprietari terrieri concedendo prestiti triennali senza interesse, una misura innovativa per l'epoca.

  3. Come si concluse il regno di Tiberio e chi gli succedette?
  4. Tiberio morì nel 37 d.C. senza designare un successore. Il senato, sotto pressione dei pretoriani e dell'esercito, acclamò imperatore Caligola, nipote di Tiberio.

  5. Quali furono le caratteristiche principali del governo di Caligola?
  6. Caligola si impose come un despota assoluto, cercando di trasformare il principato in una monarchia assoluta, e fu noto per le sue stravaganze e atti di follia, come pretendere di essere adorato come un dio.

  7. Quali furono le conseguenze del governo di Caligola?
  8. Il governo di Caligola terminò con il suo assassinio nel 41 d.C., seguito dalla damnatio memoriae, che cancellò il suo nome e i suoi atti dalla storia di Roma.

  9. Come si distinse Claudio nel suo ruolo di imperatore dopo Caligola?
  10. Claudio migliorò la gestione amministrativa ed economica dello Stato, avvalendosi di liberti e cavalieri per creare una burocrazia efficiente, sebbene ciò suscitasse malcontento tra i senatori.

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