Concetti Chiave
- Nel IV secolo, il cristianesimo fu riconosciuto ufficialmente dall'Impero, portando le élites cristiane a occupare ruoli chiave nella burocrazia imperiale.
- Non esisteva una chiara distinzione tra carriera ecclesiastica e politica, con molte cariche religiose che avevano anche un valore politico.
- L'esercito romano, composto da molti soldati di cultura non romana, era un luogo importante di integrazione culturale e sociale.
- Le incursioni di popolazioni non romane evidenziarono difficoltà di assimilazione culturale, spesso con forme di solidarietà tra locali e invasori.
- La politica di Teodosio favorì l'assimilazione di popolazioni non romane, specialmente nell'esercito, dove molti generali goti raggiunsero posizioni di rilievo.
Indice
Riconoscimento del cristianesimo
Il IV secolo vide il definitivo riconoscimento del cristianesimo da parte dell’Impero. Le élites cristiane, che costituivano gruppi solidali, organizzati, ben distribuiti socialmente ed economicamente potenti, si insediarono nei ruoli più importanti della burocrazia imperiale. Si venne così a formare una classe dirigente di formazione cristiana. Si assistette spesso a conversioni che permettevano di accedere a carichi di prestigio. Non esisteva ancora una netta separazione tra carriera ecclesiastica e politica. Spesso le cariche religiose avevano anche un valore politico e venivano ricoperte da personaggi che potevano già vantare un ruolo importante nell’amministrazione imperiale. E’ il caso di Ambrogio, governatore di Milano, che si convertì e nello stesso giorno divenne vescovo della città, mantenendo un ruolo influente a corte.
Ruolo dell'esercito e delle conversioni
L’esercito, formato a prevalenza da soldati provenienti da paesi di cultura non romana, offriva importanti occasioni di aggregazione sociale e di acculturazione. Significativo il caso di Massimino, centurione di origini tracce, figlio di pastori, che nel 235 era riuscito a diventare imperatore.
Pressione sui confini e assimilazione
La pressione sui confini e le sempre più numerose incursioni di popolazioni non romane misero in luce le difficoltà di assimilazione tra due diverse culture: coloni, ex soldati compensati con terreni e popolazioni insediati sui confini appartenevano spesso ai popoli che Roma cercava di respingere. In molti casi non vi fu quindi una vera resistenza. Si verificarono addirittura situazioni in cui i contadini stessi indicarono agli invasori le tenute da saccheggiare, testimoniando, oltre a forme di solidarietà culturale, anche una solidarietà di classe.
Alcuni studiosi leggono come un lucido tentativo di assimilazione la politica di Teodosio, il quale permise lo stanziamento di popolazioni non romane che cercavano di insediarsi nelle ricche terre danubiane. L’assimilazione ancora una volta avvenne nell’esercito. Molti generali goti entrarono nell’apparato di governo romano, raggiungendo talvolta cariche di grande importanza.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto del riconoscimento del cristianesimo sull'amministrazione imperiale nel IV secolo?
- Come si manifestava la pressione sui confini dell'Impero Romano nel IV secolo?
- In che modo la politica di Teodosio ha cercato di affrontare le incursioni di popolazioni non romane?
Il riconoscimento del cristianesimo ha portato le élites cristiane a occupare ruoli importanti nella burocrazia imperiale, formando una classe dirigente di formazione cristiana e spesso fondendo carriere ecclesiastiche e politiche.
La pressione sui confini si manifestava attraverso incursioni di popolazioni non romane e difficoltà di assimilazione culturale, con coloni e soldati spesso appartenenti ai popoli che Roma cercava di respingere, portando a situazioni di solidarietà culturale e di classe.
La politica di Teodosio ha cercato di assimilare le popolazioni non romane permettendo il loro stanziamento nelle terre danubiane e integrandole nell'esercito, con molti generali goti che raggiunsero cariche importanti nel governo romano.