Concetti Chiave
- L'editto di divinizzazione di Cesare, votato dal Senato dopo la sua morte nel 44 a.C., stabilì un precedente per la divinizzazione degli imperatori romani fino a Costantino.
- La divinizzazione di Cesare consentiva ai suoi discendenti, come Ottaviano Augusto, di rivendicare il diritto divino alla successione.
- Il Senato, pur inizialmente contrario alla divinizzazione, accettò l'influenza delle filosofie orientali, integrandola nel sistema costituzionale romano.
- Cesare stava pianificando una campagna contro i Parti, che avrebbe potuto espandere l'Impero Romano a livelli mai visti dall'epoca di Alessandro Magno.
- La concentrazione di potere in Cesare e il suo programma di riforme provocarono una reazione violenta, culminando nel suo assassinio ad opera di un gruppo di cospiratori.
La divinizzazione di Cesare
Un editto fondante, perché da allora in poi (fino a Costantino compreso) fu attuato per tutti gli imperatori romani, fu il voto da parte del Senato della divinizzazione di Cesare dopo la morte (44 a.C.), che venne stabilita quando era ancora in vita (sarebbe stato decretato come dius appena morto), il che rappresenta un modo per il Senato di mettere lo zampino sulla successione (i figli di questo imperatore sono figli di un dio e quindi hanno automaticamente diritto a succedergli→Ottaviano Augusto si autodefinirà divi filius, cioè figlio di un dio), mentre dapprima era sempre stato avverso a forme di divinizzazione dell’imperatore, ora si rende conto che la pressione delle filosofie orientali (→concezione divina del re, tipica dell’Oriente) fa sì che esse debbano essere accolte anche a Roma (ma il Senato può comunque metterci lo zampino, perché diventa un fatto costituzionale dettato da un organo costituzionale come il Senato); in suo onore, il mese Quintinis venne rinominato in Iulius.
La spedizione contro i Parti
Cesare stava organizzando una spedizione contro i Parti, popolo che cominciava a diventare un grosso problema per Roma ma che, se il genio militare di Cesare fosse riuscito ad avere la meglio, avrebbe reso l’impero romano più grande di quello di Alessandro Magno, che fino ad allora rappresentava il grande mito a cui lo stesso Cesare si ispira; questa somma di poteri eccezionali assunti da Cesare ed il programma realizzato in questi ultimi mesi prima della morte furono tali da suscitare una reazione emotiva più che ragionata in un gruppo di cospiratori guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, ma al gruppo dei congiurati parteciparono anche molti uomini a cui Cesare aveva concesso il perdono, vecchi nemici personali e politici che Cesare acclemens (con cui fu clemente, un virtus che verrà rappresentata in tutti gli imperatori ma che offre il segno di una realtà istituzionale ormai mutata: guai al capo di Stato che si nega clemente, laddove egli ha un potere assoluto e può esercitare clemenza, laddove non c’è più un rapporto paritario tra capo e cittadini).
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto della divinizzazione di Cesare sulla successione imperiale?
- Come ha influenzato la cultura orientale la divinizzazione degli imperatori romani?
- Quali furono le conseguenze delle azioni di Cesare nei suoi ultimi mesi di vita?
La divinizzazione di Cesare ha permesso al Senato di influenzare la successione imperiale, poiché i figli di un imperatore divinizzato erano considerati figli di un dio, garantendo loro il diritto di successione.
La pressione delle filosofie orientali, che vedevano il re come una figura divina, ha portato il Senato romano ad accettare la divinizzazione degli imperatori, trasformandola in un fatto costituzionale.
Le azioni e il potere eccezionale di Cesare nei suoi ultimi mesi hanno provocato una reazione emotiva tra i cospiratori, portando al suo assassinio, nonostante avesse mostrato clemenza verso molti dei suoi nemici.