Concetti Chiave
- Ottaviano Augusto riuscì a instaurare un potere personale mantenendo l'apparenza della libertà repubblicana.
- Fondò l'impero senza abolire la repubblica, ricevendo dal Senato il titolo di Augusto e importanti magistrature.
- Il suo governo, noto come principato, lo rese il primo tra i cittadini, pur mantenendo formalmente i diritti repubblicani.
- Il Senato e i comizi obbedivano all'Imperatore, ma i loro poteri non furono aboliti.
- Un forte potere centrale era necessario per governare l'impero e garantire pace interna ed esterna.
La transizione di Ottaviano
Dopo la guerra contro l’Egitto Ottaviano fece chiudere il tempio di Giano e si dedicò ad opere di pace. Silla prima e Cesare poi, avevano tentato di dare allo Stato romano un capo unico, ma i loro tentativi non erano riusciti e la città era ripiombata nelle lotte civili. Ottaviano, saggio e prudente, riuscì ad instaurare un potere personale, salvaguardando le apparenze della libertà repubblicana.
Il potere di Augusto
Senza abolire la repubblica egli fondò l’impero.
Ottaviano ebbe dal Senato il titolo religioso di Augusto, quello militare di Imperatore ed il conferimento delle più importanti magistrature: il pontificato massimo, la potestà tribunizia, il proconsolato e la censura.Il principato e la stabilità
Inoltre egli era il principe (primo) tra i Senatori ed era perciò sempre il primo ad esporre il suo parere in tutte le questioni discusse. Questo tipo di governo si chiama principato perché in esso il capo dello Stato non è un re, ma il primo fra tutti i cittadini, che non hanno perduto i loro diritti. Difatti tanto il Senato che i comizi obbedivano all’Imperatore, ma i loro poteri non erano stati aboliti. Gli avvenimenti degli ultimi cento anni avevano dimostrato che le vecchie istituzioni repubblicane, che erano state buone per il governo della città, non erano invece adatte a governare il vasto impero che Roma aveva creato. Era necessario un più forte potere centrale che potesse impedire le lotte dei partiti, dominare gli eserciti e la plebe, garantire un buon trattamento alle province, dare, insomma, la pace interna ed esterna alla quale tutti aspiravano.