Concetti Chiave
- Augusto ha stretto un rapporto privilegiato con i cavalieri, offrendo loro opportunità di carriera nell'amministrazione e nella burocrazia, creando un'élite di alti funzionari e burocrati di Stato.
- Ha adottato una politica paternalistica per ottenere l'appoggio popolare, distribuendo donazioni in denaro e generi alimentari, e organizzando giochi pubblici per placare il malcontento sociale.
- I ceti più umili soffrivano a causa della disoccupazione e della concorrenza della manodopera servile, mentre la plebe urbana si dirigeva verso la delinquenza.
- In qualità di censore, Augusto ha avviato un programma di moralizzazione, promuovendo leggi che incentivavano le famiglie numerose e penalizzavano il celibato e l'adulterio.
- Le "leges iuliae", approvate tra il 18 e il 9 a.C., miravano a sostenere la famiglia e combattere il calo demografico attraverso incentivi e restrizioni.
Indice
Il rapporto con i cavalieri
Per poter controbilanciare i poteri e privilegi della nobilitas, Ottaviano aveva costruito un rapporto privilegiato con il ceto dei cavalieri, da sempre costituito da affaristi e pubblicani, offrendo loro la possibilità di carriera nell'amministrazione e nella burocrazia, come procuratori (legati) nelle province imperiali e prefetti, non essendo loro precluso tanto meno l'accesso agli alti gradi militari.
I cavalieri, di conseguenza, andarono a costruire un elite di alti funzionari e burocrati di Stato al servizio del principe e incaricati dell'efficace gestione delle Province da cui potevano trarre enormi fortune.Politica paternalistica di Augusto
Inoltre Augusto, conscio di aver bisogno dell'appoggio popolare per poter governare e al fine di bloccare sul nascere eventuali focolai di ribellione, aveva attuato una politica paternalistica, che andava incontro alle esigenze quotidiane dei poveri con donazioni in denaro, distribuzioni gratuite di grano e altri alimenti, calmierando i prezzi dei generi più diffusi e istituendo giochi pubblici. Questi provvedimenti erano però soltanto palliativi, che non rimuovevano le cause profonde del diffuso disagio sociale.
Disagio sociale e moralizzazione
I ceti più umili, salariati e contadini, vedevano sempre più ridotte le loro retribuzioni a causa della disoccupazione dilagante e anche della concorrenza della manodopera servile mentre la plebe urbana, perlopiù composta da oziosi e disoccupati, andava sempre a ingrossare le file della delinquenza. In qualità di censore, Augusto aveva avviato inoltre un ampio programma di moralizzazione contro il lusso e di sostegno alla famiglia anche per combattere il calo demografico.
Ha fatto perciò approvare tra il 18 e il 9 a.C. una serie di provvedimenti noti come "leges iuliae" con cui si incentivavano economicamente le famiglie numerose, si tassava il celibato e si fissavano pene severe per l'adulterio.