Concetti Chiave
- L'impoverimento del ceto contadino nel II secolo a.C. causò una crisi interna all'aristocrazia romana, con divisioni tra i populares e gli optimates.
- Tiberio Gracco, eletto tribuno della plebe nel 133 a.C., propose una riforma agraria per redistribuire le terre pubbliche e sostenere i piccoli proprietari terrieri.
- Nonostante le sue riforme, Tiberio fu ucciso dai senatori, segnando un periodo di violenza politica a Roma.
- Gaio Gracco, fratello di Tiberio, cercò di espandere i diritti e introdusse riforme sociali e giudiziarie, ma fu dichiarato nemico dello Stato e ucciso.
- Le rivolte degli schiavi in Sicilia nel II secolo a.C. furono guidate da Euno, ma furono represse dall'esercito romano, con conseguenze tragiche per i ribelli.
Indice
Decadenza del ceto contadino
L'impoverimento del ceto contadino porto, intorno alla metà del II secolo a.C., un processo di decadenza a Roma. Questa era una grande minaccia per i rapporti interni della nobilitas, la classe dirigente, tanto da spaccarla.
Divisione della nobilitas
Parte dell'aristocrazia, i popolari (populares) riconoscevano che i problemi che affliggevano l'impero e la società andavano risolti, anche a costo di rinunciare a una parte dei propri privilegi. Ritenerono che il potere governativo spettasse alla loro classe. sociale, ma che fosse pero necessario andare incontro ai ceti inferiori.
L'altra parte, gli ottimati (optimates), cioè "migliori", intendeva tenersi stretti potere e privilegi, tanto da ricorrere alla violenza. Pur appartenendo alla stessa aristocrazia, con l'obiettivo comune di mantenere il potere nelle mani dei nobili, la loro lotta sulle strategie da attuare segno l'ultimo secolo della repubblica romana.
Riforma agraria di Tiberio Gracco
Per affrontare la concentrazione in poche mani della proprietà terriera, nel 133 a. C. Tiberio Sempronio Gracco venne eletto tribuno della plebe. Durante il suo viaggio nella penisola iberica, colpito dalla visione di masse dischiavi che lavoravano immense distese di terra, concepì un progetto di riforma destinato a ricostruire il celo dei piccoli proprietari terrieri e al reclutamento di un esercito di contadini-soldali.
La parziale redistribuzione delle terre pubbliche, abitualmente assegnate ai grandi aristocratici, che le consideravano speso de beni personali, fu la metodologia scelta. Tiberio avendo una proposta di legge agraria, che stabili che un privato potesse avere un massimo, (125 ettari) di terre pubbliche, più 250 per ogni figlio maschio fino a un massimo di 1000 iùgeri. Oltre questo limite, le terre sarebbero state ripartite dallo stato in appezzamenti da 30 iùgeri da affidare ai nullatenenti. Questo compito era assegnato a una commissione di tre membri (triumviri), tra cui lo stesso Tiberio.
Opposizione a Tiberio Gracco
L'aristocrazia di latifondisti, sentendosi minacciate, convinse Marco Ottavio, un tributo della plebe, a porre veto alle proposte di Tiberio. Quest'ultimo lo fece dichiarare decaduto della carica, affermando che egli, avendo tradito gli interessi della plebe, non aveva diritto rappresentarla, fece inoltre scalpore ricandidatasi per l'anno 1322.6. Tiberio contare di godere dell'immunità che la carica di tribuno gli garantiva. Tuttavia, i grandi proprietari terrieri lanciarono una campagna di propaganda per screditarlo.
Egli fu aggredito e ucciso da dei senator, assieme ad alcuni dei suoi seguaci. La riforma agraria non fu formalmente abolita, ma la commissione di triumviri, riuscirà a realizzare solo parte del programma. mai stato usato come strumento di lotta politica. L'eliminazione di Tiberio Gracco porto una pratica caratteristico dei Successivi decenni della storia romana.
Gaio Gracco e le sue riforme
Nel 123 venne eletto tribuna della plebe Gaio Sempronio Gracco, fratello minore di Tiberio. Il suo progetto rimanere quello di limitare il diritto di possesso delle terre pubbliche, mirando pero a guadagnare l'appoggio di tutale altre forze sociali, per isolare politicamente l’aristocrazia più conservatrice.
Gaio fece approvare una serie di proposte legislative, fra cui la legge annonaria, che imponeva allo stato di distribuire periodicamente viveri a basso prezzo alla plebe romana. Gaio affidò ai cavalieri i tribunali che giudicavano i governatori provinciali accusati di malgoverno, mirando a renderli più giusti e conferire visibilità politica ai cavalieri. Egli propose di fondare nuove colonie e di parificare i diritti dei cittadini romani e degli alleati italici, rimediando a un potenziale elemento di crisi.
Fine delle riforme agrarie
Gli ottimati approfittarono del malcontento nei ceti popolari, data la proposta di estendere i diritti di cittadinanza agli italici, non volendo perdere i propri punti. Mentre Gaio era in Africa per fondare una colonia, il Senato fece avanzare delle proposte ancora più favorevole e proletari, per sottrargli il consenso dei ceti popolari. In quel tempo veniva messo a. Il senatus consultum ultimatum, un provvedimento di emergenza che conferiva pieno potere ai Consoli.
Nel 121 a.C., Gaio fu dichiarato nemico dello Stato, ma preferì farsi uccidere da uno schiavo. La riforma agricola viene smantellata per sempre.
Rivolte degli schiavi in Sicilia
Negli ultimi decenni del II secolo a.C., la crisi assunse Il volto della rivolta. La prima scoppiò in Sicilia, Granaio di Roma e sede di vaste proprietà terriere, lavorate dai nomi masse di schiavi. Per non dover mantenere i propri schiavi vigore latifondisti le autorizzavano al brigantaggio. I governatori Romani, non volendo inimicarsi gli aristocratici padroni degli schiavi, finivano per lasciar correre.
La ribellione vera e propria si scatenò nel 136 a.C.: a guidarla Fu uno schiavo Siriano, Euno. Raccolse una massa enorme di seguaci fra schiavi e membri liberi dei ceti popolari. I vecchi padroni furono giustiziati ed Euno si proclamò re. Fu necessario mobilitare l'esercito consolare: I Legionari riconquistarono le città reprimendo le rivolte ed Euno venne catturato, per poi morire in prigionia.
Gli anni successivi Videro altri tentativi falliti di ribellione. Una rivolta di vaste proporzioni scoppiò nuovamente in Sicilia nel 105 a.C., con modalità simili alla precedente. La sconfitta dei rivoltosi arrivò nel 101 a.C., i superstiti furono mandati a Roma in qualità di gladiatori, scegliendo però di togliersi la vita.
Domande da interrogazione
- Quali erano le due fazioni in cui si divise l'aristocrazia romana a causa della crisi del II secolo a.C.?
- Che cosa propose Tiberio Gracco per affrontare la concentrazione della proprietà terriera?
- Come reagì l'aristocrazia di latifondisti alle proposte di Tiberio Gracco?
- Quali furono le principali azioni intraprese da Gaio Gracco durante il suo tribunato?
- Quali furono le conseguenze delle rivolte degli schiavi in Sicilia nel II secolo a.C.?
L'aristocrazia romana si divise in due fazioni: i popolari, che erano disposti a rinunciare a parte dei propri privilegi per risolvere i problemi dell'impero e della società, e gli ottimati, che invece volevano mantenere potere e privilegi, anche a costo di ricorrere alla violenza.
Tiberio Gracco propose una riforma agraria che prevedeva la parziale redistribuzione delle terre pubbliche, limitando il possesso privato a un massimo di 125 ettari per persona, più 250 per ogni figlio maschio fino a un massimo di 1000 iugeri, con l'obiettivo di ricostruire il ceto dei piccoli proprietari terrieri.
L'aristocrazia di latifondisti, sentendosi minacciata dalle proposte di Tiberio Gracco, convinse Marco Ottavio, un tribuno della plebe, a porre veto alle proposte e lanciò una campagna di propaganda per screditarlo. Tiberio fu poi aggredito e ucciso da dei senatori.
Gaio Gracco, fratello minore di Tiberio, fece approvare una serie di proposte legislative, tra cui la legge annonaria per la distribuzione di viveri a basso prezzo alla plebe, affidò ai cavalieri i tribunali che giudicavano i governatori provinciali, propose di fondare nuove colonie e di parificare i diritti dei cittadini romani e degli alleati italici.
Le rivolte degli schiavi in Sicilia, guidate inizialmente da uno schiavo Siriano di nome Euno, portarono alla mobilitazione dell'esercito consolare che riconquistò le città e represse le rivolte. Euno venne catturato e morì in prigionia. Anni dopo, una nuova rivolta simile scoppiò ma fu anch'essa repressa, con i superstiti mandati a Roma come gladiatori, molti dei quali scelsero di togliersi la vita.