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Poesie di Natale

Il Natale è un periodo ricco di emozioni, tradizioni e momenti di condivisione.

La letteratura italiana ha celebrato questa festività attraverso poesie indimenticabili: da Ungaretti a Rodari, da Gozzano a Saba,  dedicare una poesia natalizia è un gesto che rende un messaggio di auguri davvero speciale.

In questo articolo, esploreremo alcune delle più belle poesie di Natale scritte da autori illustri, ideali da condividere con i propri cari durante le festività.

Le più belle poesie di Natale di autori italiani

  • "La notte santa" di Guido Gozzano

Guido Gozzano, poeta del primo Novecento, ha composto "La notte santa", una poesia che narra la nascita di Gesù con toni delicati e immagini suggestive.

I suoi versi evocano l'atmosfera magica della notte di Natale, rendendola una lettura perfetta per le festività.

"- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa.

Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente
.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!"

  • "A Gesù Bambino" di Umberto Saba

Umberto Saba, noto per la sua sensibilità poetica, dedica questa poesia al Bambino Gesù, esprimendo con semplicità e profondità il sentimento di devozione e speranza che accompagna il Natale.

"La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome."

  • "Natale" di Giuseppe Ungaretti

In questa breve ma intensa poesia, Giuseppe Ungaretti riflette sul significato del Natale durante il periodo della guerra, offrendo una prospettiva personale e toccante sulla festività.

"Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare"

  • "Il mago di Natale" di Gianni Rodari

Gianni Rodari, maestro della letteratura per l'infanzia, ci regala una poesia che mescola fantasia e realtà, raccontando di un mago che porta doni speciali durante la notte di Natale. Una lettura che incanta sia grandi che piccini.

"S'io fossi il mago di Natale

farei spuntare un albero di Natale in ogni casa,

in ogni appartamento

dalle piastrelle del pavimento,

ma non l'alberello finto,

di plastica, dipinto

che vendono adesso all'Upim:

un vero abete,

un pino di montagna,

con un po' di vento vero

impigliato tra i rami,

che mandi profumo di resina

in tutte le camere,

e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei a fare magie

per tutte le vie.

In via Nazionale

farei crescere

un albero di Natale

carico di bambole

d'ogni qualità,

che chiudono gli occhi

e chiamano papà,

camminano da sole,

ballano il rock an'roll

e fanno le capriole.

Chi le vuole, le prende:

gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato

faccio crescere l'albero

del cioccolato;

in via del Tritone

l'albero del panettone

in viale Buozzi

l'albero dei maritozzi,

e in largo di Santa Susanna

quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?

La magia è appena cominciata:

dobbiamo scegliere il posto

all'albero dei trenini:

va bene piazza Mazzini?

Quello degli aeroplani

lo faccio in via dei Campani.

Ogni strada avrà un albero speciale

e il giorno di Natale

i bimbi faranno

il giro di Roma

a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo

colto dal suo ramo

ne spunterà un altro

dello stesso modello

o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà

magari in via Condotti

l'albero delle scarpe e dei cappotti.

Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono

che posso fare?

Non ho che auguri da regalare:

di auguri ne ho tanti,

scegliete quelli che volete,

prendeteli tutti quanti."

"È Natale" di Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa, con la sua profonda spiritualità, ci offre una riflessione sul vero significato del Natale, invitando alla solidarietà e all'amore verso il prossimo.

"È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri."

  • "Natale" di Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura, descrive un Natale malinconico e riflessivo, con immagini potenti che evocano la solitudine e la ricerca di speranza. Ecco i versi:

"Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?"

  • "Le ciaramelle" di Giovanni Pascoli

Pascoli celebra il Natale con un linguaggio delicato, le “ciaramelle” sono il suono natalizio per eccellenza, ovvero quello delle zampogne, che lo riporta fino alla sua infanzia.

"Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne’ suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d’ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d’avanti il giorno, d’avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s’accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!"

  • "Notte Santa" di Ada Negri

Ada Negri esprime la magia e l’attesa del Natale con versi che richiamano immagini familiari e l’amore per le tradizioni:

"Madre, una notte di Natale io penso
con neve in terra e fulgor d’astri in cielo,
e dentro il gemmeo fluttuante velo
un aroma nostalgico d’incenso.
Tu sfioreresti il suol col passo alato
de’ tuoi tempi più belli allor che il gajo
cuore batteva al ritmo del telajo,
e povertà ridea senza peccato.
L’anima in petto io sentirei tremare
quale a fior della neve il bucaneve;
scendere a me vedrei, con volo lieve,
bianche angelelle, nel candor lunare.
Soavissima notte!… Uno stupore
d’infanzia, un’innocenza di bambino
addormentato. Io non avrei vicino
al cuor che il soffio del tuo grande cuore.
Narrerebbero intanto le campane
che nacque ancor fra i poveri Gesù.
E noi s’andrebbe, io senza meta, tu
senza ricordi, per le valli piane,
salmodïando in pace ed al fiorire
dei cieli, all’alba, in violette e in gigli,
ritorneremmo tacite ai giacigli
rupestri, per sognare e per morire."

  • "Buon Natale" di Dino Buzzati

Con un tono narrativo e poetico, Buzzati descrive la magia della notte di Natale, mescolando religiosità e quotidianità:

"E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?

Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?

Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.

E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.

Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa’ piano, Bambino, se puoi."

  • "Natale" di Corrado Govoni

Govoni dipinge un Natale nostalgico e tradizionale, legato al ricordo della famiglia e delle piccole cose che rendono unica questa festività:

E l’infanzia e il paese abbandonato,
di tra le dense nebbie dolcemente
scampanante, e il presepe tappezzato
di borracina e ghiaia rilucente;

le pastorali che soavemente
l’armonium diffondeva estasiato:
tutti, tutti mi tornano alla mente,
i ricordi del tempo trapassato,

mentre al suon delle mistiche campane
esultanti ne l’alba liliale,
m’inondano dolcezze sovrumane,

e al lieve vento, sopra il davanzale,
ne le fini e giallastre porcellane,
si sfogliano le rose di Natale."

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