Elisa P.
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Concetti Chiave

  • I credenti e gli specialisti delle fedi religiose si concentrano sull'esperienza personale e su come rispondere ai grandi interrogativi della vita, mentre i sociologi analizzano la religione come fenomeno sociale senza giudicare le credenze.
  • Le religioni sono caratterizzate dalla fede in divinità o filosofie di vita etiche, come il confucianesimo, che non coinvolgono divinità.
  • La religione è universale e presente in tutte le società, con una minoranza che si dichiara non religiosa o atea.
  • L'esperienza religiosa risponde a bisogni individuali e sociali, come superare l'ansia dei limiti umani e mantenere l'integrazione sociale.
  • Esistono diverse forme religiose, che vanno dalle organizzazioni gerarchiche come le chiese a gruppi come le sette, che operano per un cambiamento sociale o rifiutano la vita mondana.

LA RELIGIONE QUANDO GLI UOMINI SI ADDENTRANO NEL TRASCENDENTE

IL PUNTO DI VISTA RELIGIOSO E IL PUNTO DI VISTA SOCIOLOGICO

Indice

  1. Il punto di vista religioso e sociologico
  2. Tipi di religioni e definizioni
  3. Universalità dell'esperienza religiosa
  4. Religione preistorica e sciamanesimo
  5. Bisogni fondamentali dell'individuo
  6. Bisogni della società e ipotesi
  7. Variabilità delle forme religiose

Il punto di vista religioso e sociologico

• I credenti e gli specialisti delle varie fedi religiose riflettono, discutono e danno vita alle tradizioni;

• Il religioso è interessato a favorire la propria esperienza religiosa e quella degli altri e tenta inoltre di dare risposte a interrogativi sul senso della vita e di ricevere indicazioni sul comportamento da tenere nella vita terrena;

• Lo scienziato sociologico studia invece la religione in quanto fenomeno umano fondamentale e fatto sociale;

• Il suo intento è capire come e perché l’uomo vive una dimensione religiosa;

• Sostiene che le religioni descrivano ciò che i diretti interessati pensano e fanno, per cui spiega il fenomeno religioso in chiave terrena;

• Non cerca di stabilire se le credenze siano vere o false o se una religione è migliore di un’altra, oppure se sia ragionevole o meno avere una fede;

• Non vuole dare consigli su come comportarsi per meritare la vita eterna;

• La religiosità umana viene ricondotta a bisogni psicologici, sociali e culturali.

TIPI DI RELIGIONI

Tipi di religioni e definizioni

• Sono caratterizzate dalla fede in determinate convinzioni;

• Inoltre venerano le divinità;

• Sono etiche senza dei, per cui delle filosofie di vita come ad esempio il confucianesimo.

COME DEFINIRE LA RELIGIONE

1. DEFINIZIONE FUNZIONALE: pone l’accento sull’esperienza religiosa per l’uomo. J.M. Yinger (1970) definisce la religione come un sistema di credenze e pratiche tramite il quale un gruppo di persone lotta con i problemi supremi della vita umana; la religione viene quindi definita utile, poiché ha una funzione.

LIMITE: riduttiva, poiché legata a interpretazioni parziali della vita religiosa.

2. DEFINIZIONE SOSTANTIVA: spiega come si manifesta la religione. M. Spiro (1966) definisce la religione come un’ istituzione consistente in un’interazione condizionata da moduli (modelli) culturali con esseri sovraumani culturalmente postulati.

LIMITE: descrive più che altro le religioni storiche anziché le religioni in generale.

La religione è un insieme di credenze riguardanti il trascendente, che si accompagnano a pratiche di vita e rituali, i quali si esprimono in forme sociali più o meno organizzate (definizione sostantiva) e che in ongi societàsvolgono funzioni psicologiche ee socio-culturali (definizione funzionale).

L’UNIVERSALITA’ DELL’ ESPERIENZA RELIGIOSA

Universalità dell'esperienza religiosa

• Quasi l’80% della popolazione mondiale fa riferimento a una religione;

• Gli atei convinti costituiscono il 5%;

• I rimanenti si dichiarano non religiosi.

Non esiste una società in cui la religione è assente, può riguardare meno della metà della popolazione (come in Olanda), ma è comunque presente. La secolarizzazione, l’indifferenza o il rifiuto della religione costituiscono un fenomeno che riguarda una minoranza.

LA RELIGIONE PREISTORICA

Religione preistorica e sciamanesimo

L’esperienza religiosa accompagna l’uomo dalla comparsa dell’homo sapiens moderno; le più antiche sepolture, che costituiscono la testimonianza della religiosità dell’uomo preistorico, sono state ritrovate in Israele e risalgono a circa 100.000 anni fa. Le prime sepolture indicano inoltre la volontà di stabilire un legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Si suppone che nelle grotte si svolgessero dei riti religiosi. Alcuni resti, raffiguranti esseri metà uomo e metà animale, sembrano essere indizi dell’esistenza di specialisti del sacro, probabilmente sciamani (persone capaci di entrare in rapporto col mondo spirituale).

Probabilmente gli uomini preistorici, essendo cacciatori-raccoglitori, avevano le stesse caratteristiche delle tribù di cacciatori-raccoglitori di oggi, compresa la religione che è appunto sciamanica.

COME SI SPIEGA L’UNIVERSALITA’ DELL’ ESPERIENZA RELIGIOSA

• I BISOGNI FONDAMENTALI DELL’ INDIVIDUO

Bisogni fondamentali dell'individuo

Questa spiegazione si appella al bisogno di trascendente dell’uomo, ovvero all’esigenza di andare oltre ciò che è sperimentale. L’ individuo sente anche il bisogno di superare il senso del limite che avverte durante la sua vita; ci sono tre tipi di limite:

1) TIPO COGNITIVO: l’uomo è cosciente che la sua capacità di capire il mondo, gli eventi e se stesso è limitata; cerca di raggiungere queste risposte con la scienza, ma non arriva a conoscere tutto. La sua vita rimane quindi piena di interrogativi.

2) TIPO PRAGMATICO: il divario tra ciò che l’ uomo vuole e ciò che può fare è incolmabile; l’uomo è consapevole di non avere pienamente sotto controllo la propria vita e il proprio destino; nonostante le numerose risposte fornite dalla scienza abbiano aumentato i margini di controllo la condizione di base dell'uomo non è cambiata.

3) TIPO MORALE: è a metà strada tra il limite cognitivo e pragmatico; noi non agiamo tenendo conto solo dell’utile, considerando ciò che è giusto e ciò che non lo è, ci impegniamo dunque in riflessioni morali; la normale vita quotidiana è piena di dilemmi morali.

LA RELIGIONE CONSENTE ALL’INDIVIDUO DI SUPERARE L’ANSIA CREATA DAL LIMITE.

Sempre legato ai bisogni dell’ individuo, l’antropologo E.B. Tylor studiò le religioni primitive e arrivò alla conclusione che l’origine della religione è legata alla riflessione sui sogni. Durante il sogno accade che le persone e gli animali ci appaiono in modo realistico, ma non sono lì; questo ha portato gli uomini primitivi a credere nell’esistenza di due dimensioni: una materiale e una spirituale.

L’antropologo coniò il termine animismo per indicare la credenza secondo la quale ogni cosa ha un’anima (esistono inoltre anime libere dai corpi, gli spiriti). L’animismo è la radice del fenomeno religioso e sta anche alla base delle grandi religioni storiche.

Secondo Malinowski la religione svolge una funzione emotiva (teoria della tesi della funzione emotiva). Religione e magia rispondono allo stesso bisogno del religioso, ovvero:

- Rimediare all’incapacità dell’ uomo di controllare in modo completo l’esperienza;

- Trovare l’equilibrio emotivo necessario ad affrontare un’esistenza in cui non si controllano alcune delle cose che più contano (per esempio la morte);

- Eliminare l’ansia, le incertezze per mantenere vivo l’ “ottimismo dell’ uomo”.

• I BISOGNI DELLA SOCIETA’

Bisogni della società e ipotesi

L’esperienza religiosa si spiega come risposta ai bisogni della società attraverso varie ipotesi (non del tutto soddisfacenti).

PRIMA IPOTESI

La religione è uno strumento di integrazione sociale e risponde al bisogno della società di restare unita. Attraverso le credenze comuni, i simboli e i riti svolti assieme si sviluppa il senso di appartenenza ad una stessa entità collettiva; la ripetizione dei riti rinnova continuamente il senso di appartenenza.

SECONDA IPOTESI (sostenuta dai teorici del conflitto) La religione è un sistema di legittimazione dell’ assetto sociale esistente; ciò significa che impedisce che l’ordine sociale venga messo in discussione e rovesciato (status quo). Ad esempio l’ induismo legittima enormi disuguaglianze sociali, dimostrando come nel corso della storia la religione sia servita a legittimare le disuguaglianze e i rapporti di potere; inoltre i primi stati erano teocratici, basati quindi su credenze religiose. Marx e Angels definiscono la religione come oppio dei popoli. Per Marx la religione giustifica i problemi e impedisce di vedere la realtà così come è; la sua tesi non può essere applicata a popoli di cacciatori-raccoglitori, nei quali non c’è l’esercizio del potere e non esistono disuguaglianze sociali.

TERZA IPOTESI (sostenuta da Max Weber)

La religione è intesa come un fattore di cambiamento sociale; es. ebraismo e cristianesimo.

LA VARIABILITA’ DELLE FORME RELIGIOSE

Variabilità delle forme religiose

• E’ possibile credere in differenti ENTITA’ SOPRANNATURALI:

- Forze soprannaturali;

- Esseri soprannaturali di origine umana;

- Esseri soprannaturali di origine non umana.

• L’aspetto più importante delle religioni è la CREDENZA in una VITA DOPO la MORTE (reincarnazione, credenze nell'aldilà.

• Esistono dei MEZZI per INTERAGIRE con il RELIGIOSO, ovvero gli specialisti del sacro:

- La preghiera;

- La divinazione;

- Lo sciamano;

- L'oracolo;

- L'offerta di primizie;

- Il sacrificio, dono; - Gli atti magici;

- Il sacrificio di comunione;

- Gli stati di trance;

- Il sacerdote;

- Le fattucchiere;

- Il dotto.

• FORME della RELIGIONE:

1) Chiesa: l'organizzazione con una particolare dottrina e un apparato gerarchizzato di sacerdoti, ha vesti istituzionali e rapporti con i poteri economici e politici;

2) La setta: Un gruppo ristretto e chiuso molto coeso, all’ interno del quale si entra a far parte per scelta e in seguito a delle prove; la setta si pone in un atteggiamento di superiorità;

3) La onfessione o denominazione: L'organizzazione che si affida al volontariato e convive con altre confessioni;

4) IL movimento: Il gruppo che opera per un cambiamento e tende a diffondersi;

5) La comunità: Un gruppo di persone con scarsa gerarchia che rifiuta la vita mondana e che costituisce l’ideale di perfezione religiosa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra il punto di vista religioso e quello sociologico sulla religione?
  2. Il punto di vista religioso si concentra sull'esperienza personale e collettiva della fede, cercando risposte sul senso della vita e indicazioni comportamentali. Il punto di vista sociologico, invece, studia la religione come fenomeno sociale, senza giudicare la veridicità delle credenze o dare consigli su come comportarsi per la vita eterna.

  3. Come si definisce la religione secondo le definizioni funzionale e sostantiva?
  4. La definizione funzionale vede la religione come un sistema di credenze e pratiche che aiutano a risolvere i problemi supremi della vita umana, mentre la definizione sostantiva la descrive come un'istituzione che interagisce con esseri sovraumani culturalmente postulati.

  5. Qual è l'origine della religione secondo l'antropologo E.B. Tylor?
  6. E.B. Tylor sostiene che l'origine della religione è legata alla riflessione sui sogni, portando alla credenza in una dimensione materiale e una spirituale, e coniando il termine animismo per indicare la credenza che ogni cosa abbia un'anima.

  7. Quali sono le ipotesi che spiegano l'esperienza religiosa come risposta ai bisogni della società?
  8. La prima ipotesi vede la religione come strumento di integrazione sociale, mentre la seconda, sostenuta dai teorici del conflitto, la considera un sistema di legittimazione dell'assetto sociale esistente. La terza ipotesi, di Max Weber, vede la religione come fattore di cambiamento sociale.

  9. Quali sono le forme della religione e come si differenziano tra loro?
  10. Le forme della religione includono la chiesa, la setta, la confessione o denominazione, il movimento e la comunità, che si differenziano per struttura organizzativa, gerarchia, rapporto con il potere e modalità di adesione.

Domande e risposte