Concetti Chiave
- La definizione di religione è complessa e difficile da universalizzare; si consiglia una spiegazione descrittiva che comprenda gli elementi principali delle religioni storiche.
- La religione è studiata da teologi, che operano all'interno di una fede specifica, e da specialisti laici che la analizzano scientificamente attraverso discipline come storia, psicologia, sociologia e antropologia della religione.
- Il concetto di "sacro" ha due interpretazioni principali: sociologica, come fattore di coesione sociale, e ontologica, come realtà esistente prima del riconoscimento sociale.
- Le prime testimonianze di religiosità umana risalgono alla preistoria, evidenziate da sepolture, pitture rupestri, statuette di divinità e monumenti megalitici, indicanti interessi oltre i bisogni materiali.
- I riti religiosi, secondo Ernst Cassirer e Clifford Geertz, sono strumenti per mantenere veicoli sacri, trasmettere la conoscenza dei miti di fondazione e rafforzare l'identità collettiva.
Indice
La definizione di religione
E’ sempre stato difficle trovare una risposta alla domanda: “che cos’è la religione?”, ad affermarlo è stato il filosofo Adriano Fabris che espone che non era possibile definire il concetto “religione” in quanto l’sperienza religiosa la vive ogni giorno. Ma per provare a definire in un qualche modo questo concetto si afferma che occorre rinunciare a voler definire l’essenza universale eterna di essa e che ci si limiti ad elaborare una spiegazione di tipo descrittivo, nella quale vengano compresi gli elementi principali delle religioni storiche.Il filosofo Marco Olivetti afferma che in ciò che è definito come religione vi sono:
● le pratiche sociali visibili e pubbliche
● l’adesione personale
● l’annessione di entità soprannaturali
● modalità peculiari di conoscenza e specifici orientamenti dottrinali
Chi studia la religione
La religione è un importante oggetto di studio per numerosi specialisti: i primi sono i teologi che sono studiosi che operano di una fede ben precisa I secondi sono gli specialisti laici in scienze religiose che non sono legati ad una articolare confessione ma studiano la religione da un punto d vista scientifico. Tra queste scienze le più famose sono:● La storia delle religioni: che crede che le religioni si collochino in determinato contesto storico. I suoi studi consistono nello svolgere ricerche su una singola religione o l’elaborazione di comparazioni di fenomeni ricorrenti in epoche e contesti diversi.
● La psicologia della religione: studia le modalità cognitive, le motivazioni e gli aspetti emotivo-affettivi del comportamento religioso. Inizialmente si occupava della natura dell’esperienza religiosa soggettiva e delle origini della religione, oggi invece indaga anche sulle dinamiche psico-sociali legate alla fede.
● La sociologia della religione: studia la religione come un’istituzione sociale che soddisfa determinati bisogni umani e comprende norme, status, ruoli, ecc mettendoli in rapporto con il sistema sociale al quale appartengono.
● L’antropologia della religione: inizialmente studiava la religione dei “primitivi” o comunque delle società illetterate. Recentemente invece, sopratutto dopo la seconda guerra mondiale l’antropologia della religione si è concentrata su tutti gli elementi comuni a tutte le religioni individuandoli nel sacro, nel simbolismo e nella dimensione rituale.
Il sacro
Lo studio scientifico della religione si è affermato solo nell’Ottocento. Le domande a cui i primi studiosi cercano di rispondere riguardano soprattutto l’essenza e il fondamento della religione. Alcuni importanti studiosi del Novecento individuano il fondamento antropologico comune a tutte le religione nel concetto di “sacro” (dal latio sacer indica tutto ciò che la comunità dedicava agli dei). Molto importante è che sono state elaborate due interpretazioni del “sacro”.La prima è un’interpretazione sociologica ed è stata elaborata da Durkheim il quale condivideva con un altro studioso la convinzione che la religione fosse un fattore di coesione sociale per la conservazione della società stessa. Classificava la realtà in due categorie:● il sacro = ciò che è dedicato agli dei
● il profano = ciò che sta fuori dal luogo consacrato. La seconda interpretazione era invece ontologica ed era stata elaborata dal teologo Rudolf Otto che credeva che il “sacro” fosse una realtà che esisteva prima del suo riconoscimento sociale e aveva le sue radici nell’esperienza interiore dell’uomo. Per lui il “sacro” atterrisce e affascina l’uomo. → ed è il presupposto di tutte le religioni.
Nella preistoria
La ricerca storica afferma che le prime testimonianze della religiosità dell’uomo risalgono fino alla preistoria. Anche se in questo contesto la parola religione deve essere usata con molta cautela in quanto l’assenza di prove scritte ci preclude di avere la conoscenza diretta dei loro pensieri. Molti studiosi hanno comunque affermato che le tracce lasciate dall’Homo Sapiens confermano ci fossero degli interessi che andavano oltre la soddisfazione dei beni materiali, come ad esempio:● le testimonianze di sepolture: era l’atto finale di una cerimonia di accompagnamento del defunto che dimostra una preoccupazione per il suo destino dopo la morte. Veniva vestito, adornato e adagiato in una fossa e il corredo funerario era composto da oggetti dell’uso quotidiano.
● le pitture e i disegni sulle pareti delle caverne: questo tipo di arte non era facile da interpretare ma la presenza di alcune scene di cacca e di rappresentazioni degli organi sessuali faceva ipotizzare gli studiosi che fossero collegati a rituali propiziatori per la caccia e la fertilità.
● le statuette delle divinità: probabilmente collegate ai culti della fertilità ed erano note come le Veneri. La loro caratteristica principale era l’accentuazione delle parti del corpo adibite alla riproduzione.
● i monumenti megalitici: monumenti realizzati con pietre di grandi dimensioni piantate nel terreno. Pietra singola → Menhir Unione di 3 pietre che fanno architrave → Dolmen Non si è certi del loro significato e si ipotizza fossero delle Necropoli = luoghi destinati a sepolture o osservatori astronomici.
Il monoteismo
Uno dei problemi più discussi nell'ambito della storia della religione è quello della successione storica delle 3 concezioni del divino:● L’idea dell’essere supremo che abbia creato l’universo
● La credenza in più dei (politeismo)
● La fede in un unico Dio (monoteismo)
Il monoteismo primordiale
Andrew Lang sosteneva che il concetto di Dio creatore fosse stato presente anche nelle popolazioni primitive. Riferendosi a lui l’etnologo Schmidt elabora la concezione del monoteismo primordiale che aveva esposto all'interno di una delle sue opere. Egli riteneva che la diffusione nei popoli primitivi della credenza di un essere supremo creatore ci fa pensare che la prima concezione del divino sia stata monoteistica. Con questo Schmidt voleva dimostrare che l’uomo era naturalmente portato al monoteismo. Occorre però precisare che l’essere supremo non può coincidere con i Dio creatore e che esso era sessuato quindi poteva essere una coppia primordiale composta da Dio maschio e partner femmina oppure poteva essere una figura androgino con caratteristiche femminili e maschili insieme) monoteismo politeismo LA FUNZIONE E IL SIGNIFICATO DEGLI DEI Un aspetto sul quale gli antropologi si soffermano molto durante lo studio della religione, è quello della dimensione rituale infatti tutte le religioni possiedono un repertorio di riti. Il rito viene definito come una sequenza prestabilita di azioni che si ripetono a cui è connesso un forte significato simbolico. Invece l’insieme dei riti tipici di una religione vanno a costituire il culto. I riti possono essere individuali e collettivi ma in entrambi casi esprimono significati sociali e condivisi.I riti religiosi
Secondo la prospettiva del filosofo tedesco Ernst Cassirer e dell’antropologo Clifford Geertz il rito è lo strumento di mantenimento dei veicoli sacri ed è presente in tutti i riti religiosi, anche nelle religioni filosofiche come il buddismo. In essi sono spiegate le verità di fede, sono manifestati i simboli sacri e rappresentati i miti delle origini. A sottolineare l’importanza dei riti al fine del mantenimento della religione è stato l’antropologo delle religioni Vittorio Lanternari che credeva che i riti servissero per:● trasmettere la conoscenza dei racconti sull’origine del mondo e dei miti di fondazione della religione
● trasmettere e custodire il significato dei simboli sacri e le verità dottrinali.
● rafforzare il senso di identità collettiva.
I riti non religiosi
Nella vita sociale esistono riti e cerimonie non legati all’ambito religioso, essi vengono definiti laici e sono presenti in tutte le società. I riti religiosi e non religiosi sono molto simili tra di loro infatti entrambi sono:● celebrativi
● partecipativi
● collettivi
Inoltre, sono importanti perché permettono di creare legami sociali come quelli religiosi, un esempio di riti laici sono:
● Riti di passaggio: sono stati studiati dall’antropologo francese Arnold Van Gennep. La sua analisi prese avvio da una semplice constatazione ovvero che in ogni tipo di società l'esistenza comporta a continui cambiamenti di status. Questi passaggi che portano l’individuo che li subisce a provare disagio e turbamento sono accompagnati da cerimonie che aiutano a tenere le emozioni legate ad esse sotto controllo.
● Riti di iniziazione: comprendono una serie di prove il cui il superamento è necessario per entrare a far parte di una comunità ristretta. L’iniziazione tribale svolge due importanti funzioni: è una modalità di controllo politico dei giovani da parte degli adulti e serve a tramandare la cultura. L'iniziazione può essere pubblica e palese oppure occulta. Gennep inoltre individua uno schema attraverso il quale si sviluppano i riti di iniziazione: - Isolamento → il novizio viene isolato dal villaggio e lasciato in un determinato luogo. - Transizione → momento nel quale il novizio deve affrontare le prove per poter entrare a far parte della comunità. - Reintegrazione → l’individuo dopo aver passato le prove viene riaccolto nella società dove viene poi accettato da tutti.
● Riti funebri: possono essere sia religiosi che laici ma in entrambi i casi, attraverso il rito la morte viene socializzata: la comunità si stringe attorno ai parenti del defunto. Inoltre, il funerale è importante perché in quel momento inizia il processo di elaborazione del lutto.
● Riti patriottici e nazionalisti: sono strettamente collegati al fattore dell’integrazione sociale e alla costruzione di una memoria collettiva. Sono inoltre molto vicini alla religiosità in quanto utilizzano simboli religiosi e il lessico religioso.
I simboli religiosi
Tutte le religiosi possiedono un repertorio di simboli che son immagini, oggetti, gesti, ecc. che rappresentano eventi e personaggi importanti per una determinata religione. Secondo gli studi di semiologia, il simbolo è in rapporto con ciò che evoca mentre il segno è arbitrario. Però il rapporto dei simboli con ciò che evocano è complesso perché essi rimandano ai fini ultimi dell’esistenza cioè al significato complessivo della vita.Gli oggetti rituali
Un aspetto interessante delle religione è che fanno ricorso ad oggetti materiali, soprattutto durante i riti, ad esempio nella celebrazione eucaristica cattolica abbiamo il pane, il vino, il calice, ecc. Anche le religioni aniconiche (che non ammettono immagini) non sono prive di oggetti. Un discorso a parte invece bisogna fare sui feticci che sono oggetti inanimati usati nei riti dei popoli africaniGLI EBREI Nel 70 d.C il tempio di Gerusalemme ra stato distrutto dai Romani e questo aveva portato all’inizio della diaspora (terzo esilio del popolo ebraico). Da questo momento gli ebrei si sparsero nel mondo e dovettero affrontare pregiudizi e persecuzioni. In Europa nel Medioevo furono presi i primi provvedimenti di esclusione sociale, infatti dopo il Concilio Lateranense, gli ebrei erano obbligati a portare cucita sul petto una rotella gialla. Nel Cinquecento nacquero i primi ghetti ebraici dove le famiglie ebree erano obbligate a vivere. L’evento più famoso antisemita risale al ventesimo secolo con le reggi naziste e fasciste che portò allo sterminio di 6 milioni di ebrei. Nei secoli successivi a questo evento avvengono le prime svolte nei rapporti tra cristiani ed ebrei, fino a quando con il Concilio Vaticano II fu cancellata dai documenti ufficiali l'accusa di deicidio (= ebrei responsabili morte cristo).Il cristianesimo
Il cristianesimo è una delle 3 religioni monoteistiche mondiali ed è la religione con più seguaci al mondo. E’ suddiviso in 3 confessioni: ortodossa, cattolica e protestante. Essere “cristian” significa essere seguaci di Gesù di Nazaret (detto Cristo) che per gli storici era un profeta nato a Gerusalemme che fu processato da Ponzio Pilato e condannato alla crocifissione. Per i cristiani Gesù è Dio stesso che si è fatto uomo per portare all’umanità un messaggio di salvezza. La fonte principale per conoscere la vita di Gesù sono i 4 vangeli che costituiscono il "Nuovo Testamento” e “l’Antico Testamento”.Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di religione secondo Adriano Fabris?
- Chi sono gli specialisti che studiano la religione?
- Quali sono le due interpretazioni del concetto di "sacro"?
- Quali sono le testimonianze della religiosità nella preistoria?
- Qual è la funzione dei riti religiosi secondo Ernst Cassirer e Clifford Geertz?
Adriano Fabris afferma che è difficile definire la religione, suggerendo di rinunciare a una definizione universale e di adottare una spiegazione descrittiva che includa gli elementi principali delle religioni storiche.
Gli specialisti che studiano la religione includono teologi, che operano all'interno di una fede specifica, e specialisti laici in scienze religiose, che studiano la religione da un punto di vista scientifico.
Le due interpretazioni del "sacro" sono quella sociologica di Durkheim, che vede il sacro come un fattore di coesione sociale, e quella ontologica di Rudolf Otto, che considera il sacro una realtà esistente prima del riconoscimento sociale.
Le testimonianze della religiosità nella preistoria includono sepolture, pitture rupestri, statuette di divinità e monumenti megalitici, che indicano interessi oltre la soddisfazione dei bisogni materiali.
Secondo Ernst Cassirer e Clifford Geertz, i riti religiosi servono a mantenere i veicoli sacri, trasmettere conoscenze sui miti di fondazione e rafforzare l'identità collettiva.