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Concetti Chiave

  • La stratificazione sociale in Italia include borghesia, piccola borghesia, classe media, classe operaia e sottoproletariato.
  • Dagli anni '70, la classe operaia si è ridotta mentre la classe impiegatizia, soprattutto nel settore statale, è aumentata.
  • La distinzione tra "colletti blu" e "colletti bianchi" si è attenuata a causa della maggiore qualificazione richiesta nei lavori industriali.
  • Studi recenti contraddicono l'idea che la crescita economica aumenti la mobilità sociale, mostrando invece una stabilità tra le generazioni recenti.
  • La mobilità sociale è un fenomeno complesso che non può essere spiegato solo da fattori economici, ma richiede un'analisi più articolata.

Indice

  1. Stratificazione sociale in Italia
  2. Evoluzione delle classi sociali
  3. Mobilità sociale in Europa
  4. Complessità della mobilità sociale

Stratificazione sociale in Italia

Tornando ai nostri giorni, e riprendendo l’analisi delle classi sociali in Italia di Paolo Sylos Labini, otteniamo questa stratificazione:

borghesia (grandi proprietari immobiliari o di fondi agricoli, imprenditori, dirigenti d’industria o di società finanziarie, liberi professionisti);

piccola borghesia (lavoratori autonomi nel settore agricolo, artigianato o commercio);

classe media (impiegati statali o del settore privato);

classe operaia (lavoratori agricoli salariati, operai dell’industria, lavoratori salariati dell’edilizia);

sottoproletariato (disoccupati, persone che sono fuori dall’ambito produttivo della società).

Evoluzione delle classi sociali

Questa classificazione, relativa a circa trent’anni fa, è oggi non del tutto conforme alla società italiana; per esempio, se fino agli anni ’60 del Novecento l’industrializzazione ha progressivamente provocato la diminuzione della classe dei braccianti agricoli e dei coltivatori proprietari, favorendo invece la crescita della classe degli operai, in seguito alla saturazione del settore industriale si è verificato un brusco cambiamento di tendenza a favore del settore definito del terziario (dei servizi, impiegati, professionisti).

Dagli anni ’70 in poi la classe operaia è in continua riduzione. In compenso, in Italia, è cresciuta enormemente la classe impiegatizia, specie nel settore statale. Operai e impiegati sono definiti dai sociologi rispettivamente i “colletti blu’’ e i “colletti bianchi”; fra loro ci sono notevoli differenze nel tipo di lavoro, nella competenza richiesta, che sono diminuite negli ultimi decenni specie per il sempre maggiore livello di qualificazione necessario per il lavoro in fabbrica (divenuto meno “fisico” e più “cognitivo”), anche per via della trasformazione di molti processi produttivi causata dalle innovazioni tecnologiche.

Mobilità sociale in Europa

Alcuni studi abbastanza recenti sulle tendenze alla mobilità sociale in Europa hanno messo in discussione l’idea sostenuta dai teorici del liberismo (libero mercato, industrializzazione, crescita economica, iniziativa privata come rimedi assoluti ai principali problemi sociali) secondo la quale con la crescita economica aumenta il tasso di mobilità sociale. Al contrario i dati mostrano che non solo in Italia (ma anche in Inghilterra, in Germania, in Svezia e in Francia) i figli di genitori appartenenti alla generazione compresa fra la metà degli anni ’40 e la metà degli anni ’50 del Novecento (coloro che oggi hanno tra i sessanta e i settant’anni circa) non sono passati a una classe sociale diversa da quella dei genitori (del padre, prevalentemente assunto come riferimento). Contrariamente a quanto accaduto invece ai figli delle due generazioni precedenti (figli di coloro che oggi hanno un’età compresa fra i settanta e gli ottant’anni, e figli di coloro che oggi hanno tra gli ottanta e i novant’anni), i quali figli mostrano un tasso di mobilità in crescita. Questo vuol dire, in estrema sintesi, che non esistono tendenze costanti all’aumento dei passaggi di strato sociale.

Complessità della mobilità sociale

Tutto ciò significa che la mobilità sociale è un fenomeno complesso, non riducibile del tutto a curve di distribuzione del reddito, crescita dell’industrializzazione, sviluppo, insomma alla sola dimensione economica, perché il quadro delle società avanzate, come indicava già Weber, e come ribadito da Bourdieu, è più articolato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la stratificazione sociale in Italia secondo Paolo Sylos Labini?
  2. La stratificazione include borghesia, piccola borghesia, classe media, classe operaia e sottoproletariato.

  3. Come è cambiata la classe operaia in Italia dagli anni '70?
  4. La classe operaia è in continua riduzione, mentre è cresciuta la classe impiegatizia, specie nel settore statale.

  5. Cosa indicano gli studi recenti sulla mobilità sociale in Europa?
  6. Gli studi mostrano che il tasso di mobilità sociale non è aumentato con la crescita economica, contrariamente a quanto sostenuto dai teorici del liberismo.

  7. Quali fattori influenzano la mobilità sociale secondo il testo?
  8. La mobilità sociale è influenzata da fattori complessi e non solo economici, come indicato da Weber e Bourdieu.

Domande e risposte