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Concetti Chiave

  • La globalizzazione comporta l'accorciamento delle distanze e la libera circolazione di informazioni, merci e persone, grazie alla fine del bipolarismo, alla rivoluzione industriale e all'evoluzione dei trasporti.
  • La globalizzazione economica ha favorito l'espansione commerciale e la delocalizzazione produttiva da parte delle multinazionali, modificando la tradizionale divisione del lavoro.
  • La globalizzazione politica ha creato uno spazio pubblico transnazionale, affrontando problemi internazionali attraverso organizzazioni come ONU e ONG, e ha contribuito alla diffusione della democrazia.
  • La globalizzazione culturale implica la condivisione di conoscenze e usi, con dinamiche di glocalizzazione che integrano tradizioni locali e cultura globale.
  • Posizioni critiche includono il movimento No Global, che propone una globalizzazione più solidale, e la teoria della decrescita, che sfida il concetto di crescita economica basata sul PIL.

Indice

  1. Definizione e sviluppo della globalizzazione
  2. Espansione commerciale e multinazionali
  3. Delocalizzazione e divisione del lavoro
  4. Mercato finanziario e rischi
  5. Spazio pubblico transnazionale e organizzazioni internazionali
  6. Democratizzazione e sfiducia nelle istituzioni
  7. Globalizzazione culturale e glocalizzazione
  8. Movimento No Global e alternative
  9. Teoria della decrescita e percezione globale
  10. Vita liquida e incertezza

Definizione e sviluppo della globalizzazione

Globalizzazione: insieme di processi sociali il cui esito è l’accorciamento delle distanze, la libera circolazione di informazioni, merci e persone, e il superamento degli ostacoli rappresentati dalle barriere nazionali.

Lo sviluppo dei processi di globalizzazione è stato permesso da:

- Fine del bipolarismo politico mondiale tra Occidente e Oriente, a cui facevano capo rispettivamente Stati uniti e Unione Sovietica, e la fine della guerra fredda.

- Terza rivoluzione industriale, che ha permesso la nascita di nuovi settori produttivi e la trasformazione dei processi produttivi mediante l’applicazione dell’informatica al settore secondario e terziario.

- Evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni.

Espansione commerciale e multinazionali

Sul piano commerciale, la globalizzazione ha permesso un’espansione della distribuzione dei prodotti a livello mondiale, grazie all’abbattimento delle barriere protezionistiche degli stati.

A ciò si è sovrapposta una globalizzazione produttiva, ovvero la tendenza da parte di aziende multinazionali (o transnazionali), di frammentare la propria attività di produzione di beni e servizi in vari paesi del mondo. Le prime multinazionali fecero la loro comparsa già nella prima metà del Novecento, tuttavia si affermarono solo dopo la Seconda guerra mondiale. Tali società operano in tutti i settori dell’economia mondiale, alcune senza specializzarsi in ambiti particolari ma controllando diversi rami del mercato presentando i prodotti con marchi diversi; talvolta i differenti marchi sono creati dall’azienda stessa o derivanti dall’acquisto di società preesistenti. La maggior parte delle multinazionali si è costituita nei paesi più industrializzati quali USA, Giappone, Germania e Gran Bretagna, ma in tempi recenti anche la Cina è cresciuta notevolmente.

Delocalizzazione e divisione del lavoro

Fenomeno caratteristico dell’economia globalizzata è la delocalizzazione, cioè la tendenza a trasferire determinati segmenti dell'attività produttiva di un’impresa in paesi diversi da quello di origine, dove vi sono condizioni economiche più vantaggiose. Attualmente, tale processo si indirizza soprattutto verso i paesi in via di sviluppo e gli stati dell’Europa orientale; inoltre, se all’inizio si limitava ai livelli più bassi del sistema produttivo, ha gradualmente coinvolto anche attività più complesse e professionalità più elevate. La delocalizzazione ha così modificato la tradizionale divisione del lavoro, non vi sono più stati produttori di beni e altri fornitori di materie prime, ma una rete trasversale di sistemi produttivi.

- Prezzi di vendita più contenuti, risultando più competitivi sul mercato;

- Creazione di opportunità di lavoro nel paese di destinazione, contribuendo allo sviluppo economico

Effetti negativi

- Peggioramento delle prospettive occupazionali del paese di origine;

- Condizioni di lavoro estreme o di sfruttamento del paese di destinazione, data la debolezza dei lavoratori.

Mercato finanziario e rischi

Il mercato finanziario è caratterizzato dalla circolazione di capitali investiti nella compravendita di valori mobiliari e delle valute; i luoghi di queste transazioni sono le borse valori presenti in tutti il mondo che sono collegate tra loro e funzionano quindi come un mercato unico. Il mercato finanziario può muovere capitali molto grandi, ed è caratterizzato dal meccanismo della speculazione, trattative di acquisto e vendita condotte al solo scopo di far oscillare il valore dei titoli. Ciò assicura al mercato una grande circolazione di denaro ma basato su titoli dal valore del tutto fittizio. Difatti, il mercato finanziario è esposto a costanti rischi di crollo, che possono avere effetti devastanti su scala mondiale.

Spazio pubblico transnazionale e organizzazioni internazionali

Nel mondo globalizzato, è nato uno spazio pubblico transnazionale, in cui vengono affrontate le questioni di interesse collettivo che richiedono l’intervento di istituzioni e organismi che scavalcano i singoli governi statali. Sono problemi internazionali la tutela del pianeta, la salute degli abitanti, la sicurezza, la pace mondiale, la povertà e la violazione dei diritti umani. Sono perciò nate delle organizzazioni internazionali incaricate di affrontare tali questioni:

ONU= Organizzazione delle Nazioni Unite;

OMS= Organizzazione Mondiale della Sanità;

FAO= Organizzazione su alimentazione e agricoltura;

UNICEF= Fondo che promuove interventi assistenziali ed educativi per l’infanzia.

Accanto agli organismi istituzionali esistono poi le ONG, organizzazioni non governative, enti privati che si occupano di aiuti umanitari e di progetti di cooperazione e sviluppo. Esse nascono all’interno di una comunità nazionale, ma la loro azione ha carattere mondiale sia sotto forma di interventi concreti che sensibilizzazione dell'opinione pubblica.

Democratizzazione e sfiducia nelle istituzioni

Il XX secolo è stato caratterizzato dall’affermazione occidentale della democrazia come sistema di governo e come forma di migliore convivenza tra gli uomini. Negli ultimi 30 anni, tale forma governativa si è estesa a un vasto numero di altri paesi non occidentali. Il processo di democratizzazione è il prodotto di due tendenze:

- Cause endogene, interne agli Stati stessi;

- Cause esogene, apporti diretti o indiretti da parte del mondo occidentale.

Tali apporti provengono da propagazione di idee, soprattutto attraverso i nuovi mezzi di comunicazione di massa, ma anche fornitura di aiuti per agevolare i cambiamenti, misure di tipo coercitivo verso i regimi non democratici (embargo economico) o anche intervento militare.

Tuttavia la crescita della democrazia ha subito spinte anche di carattere autonomo:

- crescita economica, nascita di un ceto medio portatore di istanze democratiche;

- crisi delle ideologie che sostenevano i regimi dittatoriali;

- ruolo di appoggio svolto dalla Chiesa cattolica;

- diffusione delle istanze grazie ai mezzi di comunicazione di massa.

L’aspetto paradossale è che se nel mondo si diffonde la democrazia, nei governi popolari più antichi essa diventa oggetto di un crescente scetticismo e disinteresse; la crescita dell’astensionismo è infatti prova della crescente sfiducia nelle istituzioni politiche.

Globalizzazione culturale e glocalizzazione

Globalizzazione culturale= condivisione mondiale di conoscenze, consuetudini, norme, modelli di comportamenti, usi e costumi.

Negli anni ‘90 il sociologo Ritzer parla di macdonaldizzazione del mondo, intendendo come nella cultura globale la standardizzazione e la ripetibilità caratterizzassero la fruizione dei prodotti, delle conoscenze e delle idee; tale tesi comprendeva altre due convizioni, ovvero che la cultura statunitense era destinata a dominare lo scenario globale e che tale processo avrebbe distrutto le tradizioni locali appiattendo la produzione su livelli standard di mediocrità.

Le idee di Ritzer sono oggi ridimensionate da diversi studiosi: prima di tutto, sulla scena mondiale emergono nuove soggetti e realtà spesso legate a civiltà orientali; inoltre, la cultura globalizzata non distrugge le tradizioni locali ma si mescola e integra con esse. Spesso le politiche di marketing delle aziende tendono a differenziare l’offerta in base alle singolari caratteristiche dei diversi paesi. ⇒ Roberson chiama tale mescolanza tra globale e locale, glocalizzazione.

Aspetti positivi:

- Mobilità più semplice, distanze ristrette;

-Sviluppo delle tecnologie di comunicazione ⇒ maggior accesso alle informazioni;

-Nascita di una “comunità mondiale” in cui le questioni sono risolte con strumenti più adeguati;

-Migliori possibilità per l’economia delle zone povere;

-Generale sviluppo e crescita mondiale.

Aspetti negativi

-Distribuzione eterogenea degli investimenti delle imprese;

-Stallo delle precarie condizioni lavorative e di sfruttamento nei paesi più poveri;

- Aumento del divario tra ricchi e poveri ⇒ diminuzione del reddito del ceto medio;

- Squilibri ambientali causati dallo sfruttamento insostenibile.

Movimento No Global e alternative

Il movimento No Global, nato in America nel 1999, comprende una vasta rete di gruppi e associazioni che si oppongono alla politica delle economie mondiali e delle multinazionali, proponendo una globalizzazione alternativa. Sarebbe infatti più corretta la denominazione “new global”, dato che il movimento non sostiene la soppressione della globalizzazione, ma l’applicazione di meccanismi più solidali, sostenibili e a beneficio dei paesi più poveri. E’ a favore delle infrastrutture e delle tecnologie odierne, di cui si serve per comunicare e spostarsi velocemente, garantendo opportunità di incontro tra culture diverse. Rivolge delle critiche verso le strutture economiche e politiche, le imprese transnazionali e l’imposizione di politiche che mantengono i ricchi nelle loro condizioni e i poveri in realtà sottosviluppate e sfruttate. Il movimento organizza ogni anno dei Social Forum a livello mondiale, mentre localmente promuove pratiche di consumo equosolidale. Altre iniziative no global sono Indignados, Wikileaks e Anonymous, rete globale di hacker finalizzata a denunciare i comportamenti non etici dei governi e delle aziende pubblicando i loro dati riservati.

Teoria della decrescita e percezione globale

La teoria della decrescita: Teoria economica cui esponente principale è il filosofo Latouche, che ritiene il concetto di sviluppo della società industriale basato su un principio inadatto, cioè la crescita del Pil; in tale parametro viene calcolata la quantità di beni e servizi prodotti in un certo Stato, in funzione del consumo dei cittadini. Tuttavia, secondo la teoria, il suo aumento non equivale necessariamente a benessere e vi è perciò bisogno di un nuovo modello di sviluppo basato su principi ecologici, anti consumistici, sociali e culturali, e non sul solo aumento della produttività.

La globalizzazione ha effetti decisivi anche sulla percezione del mondo delle persone, come il sentimento di interdipendenza globale, ovvero la consapevolezza che un evento può avere effetti decisivi sulla vita di tutti. Tale sensazione da un lato favorisce la maturazione di una coscienza critica e di un sentimento di responsabilità collettiva, ma può generare un senso di smarrimento e di impotenza, causato dall’impressione che gli eventi siano al di là della propria capacità di comprensione e controllo.

Vita liquida e incertezza

L’uomo globalizzato vive pertanto in una situazione psicologica di precarietà e incertezza, in quella che il sociologo Bauman chiama vita liquida; da uno stato di civiltà in cui sia le strutture sociali che quelle psicologiche costituivano per l’individuo saldi riferimenti, si è passati ad una situazione in cui esse hanno perso consistenza in una dimensione che si trasforma continuamente, generando un profondo senso di insicurezza.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principali fattori che hanno permesso lo sviluppo della globalizzazione?
  2. Lo sviluppo della globalizzazione è stato permesso dalla fine del bipolarismo politico mondiale, dalla terza rivoluzione industriale e dall'evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni.

  3. Quali sono gli effetti positivi e negativi della globalizzazione economica?
  4. Gli effetti positivi includono prezzi di vendita più contenuti e creazione di opportunità di lavoro nei paesi di destinazione. Gli effetti negativi comprendono il peggioramento delle prospettive occupazionali nel paese di origine e condizioni di lavoro estreme nei paesi di destinazione.

  5. Come si manifesta la globalizzazione politica nel mondo contemporaneo?
  6. La globalizzazione politica si manifesta attraverso la creazione di uno spazio pubblico transnazionale e l'intervento di organizzazioni internazionali come l'ONU, l'OMS, la FAO e l'UNICEF per affrontare questioni globali come la tutela del pianeta e la violazione dei diritti umani.

  7. In che modo la globalizzazione culturale influisce sulle tradizioni locali?
  8. La globalizzazione culturale non distrugge le tradizioni locali ma si mescola e integra con esse, creando una mescolanza tra globale e locale, definita come glocalizzazione.

  9. Quali critiche vengono mosse alla globalizzazione e quali alternative vengono proposte?
  10. Le critiche alla globalizzazione includono la disuguaglianza economica e lo sfruttamento. Il movimento No Global propone una globalizzazione alternativa più solidale e sostenibile, mentre la teoria della decrescita suggerisce un modello di sviluppo basato su principi ecologici e sociali.

Domande e risposte