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Habilis
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Concetti Chiave

  • Howard S. Becker identifica le culture urbane come mondi dell'arte, distinguendo tra artisti naif, folk, ribelli e professionisti integrati, evidenziando l'integrazione sociale o la critica espressa dall'arte.
  • Becker vede la produzione artistica come un processo cooperativo, dove gli artisti dipendono da una rete di individui che li aiutano nella creazione e distribuzione delle opere, enfatizzando il ruolo del capitale sociale.
  • Diana Crane sviluppa le teorie di Becker, identificando tre mondi culturali: reti per risorse e feedback, piccole imprese profit che producono opere armoniose, e organizzazioni no profit che conservano tradizioni etniche e artistiche.
  • Crane sottolinea che la cultura è una fonte di potere e status, con le culture urbane viste come prerogativa delle classi medie e superiori, mentre le culture delle classi medio-basse sono spesso ignorate.
  • Le culture urbane, secondo Crane, svolgono funzioni diverse a seconda della classe sociale, riflettendo e rinforzando lo status delle diverse classi.

Indice

  1. Becker e i mondi dell'arte
  2. Il processo cooperativo nell'arte
  3. Diana Crane e i mondi culturali
  4. Piccole imprese e organizzazioni no profit
  5. Cultura urbana e classi sociali

Becker e i mondi dell'arte

Becker, esponente di spicco dela nuova scuola di Chicago chiama le culture urbane mondi dell’arte. Egli distingue tra diversi mondi artistici e opera una distinzione tra i diversi tipi di artisti: naif gli artisti folk i ribelli e i professionisti integrati. Tale distinzione mostra come l’arte possa avere al tempo stesso un carattere integrato nel sociale con i professionisti oppure dare vita a momenti di critica e contrapposizione con i ribelli.

Il processo cooperativo nell'arte

Becker sottolinea come la produzione di opere d’arte sia il frutto di un processo cooperativo che implica l’utilizzo di quella risorsa che Bordieu chiama capitale sociale. Secondo Becker gli artisti non sono geni che lavorano in isolamento ma dipendono da molti altri individui che li assistono nella produzione e distribuzione dei loro lavori presso il pubblico. Backer quindi considera l’arte come un processo collettivo. L’insieme delle interazioni tra questi diversi attori sociali contribuisce a definire l’ambito artistico differenziandolo da altre forme di produzione.

Diana Crane e i mondi culturali

Diana Crane partendo dalle teorie di Becker e citando Gilmore distingue tre mondi culturali:
1) le reti(network) che forniscono le risorse per produrre, distribuire e mostrare i lavori degli artisti. Tali network attirano i giovani con idee culturali innovative e allo stesso tempo tendono a creare continui feedback tra gli stessi creatori e tra i creatori e il loro pubblico. La nascita di nuovi stili culturali e sempre accompagnata dalla nascita di nuovi network sociali.

A proposito si pensi alla produzione e distribuzione della musica in Italia attraverso circuiti alternativi ad esempio l’intensa produzione della cosiddetta canzone neomelodica.

Piccole imprese e organizzazioni no profit

2) Le piccole imprese di tipo profit hanno come obiettivo quello di produrre opere gradite ad un determinato pubblico, una sorta di artista – artigiano che predilige lavori belli ed armoniosi piuttosto che singolari e di rottura.

3) Organizzazioni no profit che hanno come obiettivo la conservazione delle tradizioni etniche ed artistiche, come ad esempio le attività culturali svolte dai più prestigiosi enti teatrali.

Cultura urbana e classi sociali

Secondo Crane, se la cultura è fonte di potere e di un segnale di status la cultura urbana è vista come prerogativa della classe media e superiore. Vi è una tendenza diffusa ad ignorare il fatto che le classi medio – bassa abbiano una propria cultura che rinforzi il loro status. Le culture urbane hanno quindi una funzione diversa a seconda della classe.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la distinzione principale tra i diversi tipi di artisti secondo Howard S. Becker?
  2. Becker distingue tra artisti naif, folk, ribelli e professionisti integrati, evidenziando come l'arte possa essere sia integrata nel sociale con i professionisti, sia critica e di contrapposizione con i ribelli.

  3. Come Diana Crane descrive i tre mondi culturali?
  4. Crane distingue tra reti che forniscono risorse per la produzione artistica, piccole imprese profit che producono opere per un pubblico specifico, e organizzazioni no profit che conservano tradizioni etniche e artistiche.

  5. Qual è la funzione delle culture urbane secondo Diana Crane?
  6. Le culture urbane sono viste come prerogativa della classe media e superiore, ma Crane sottolinea che anche le classi medio-basse hanno una propria cultura che rinforza il loro status, mostrando una funzione diversa a seconda della classe.

Domande e risposte