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Parini, Giuseppe- Vita ed Opere Pag. 1
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Sintesi

Parini: pensiero (Moderatismo ideologico)



Figura dell’intellettuale impegnato nella battaglia civile teso a diffondere le nuove idee affinchè giovino alla “pubblica felicità”.
In sintonia con il clima riformistico di Maria Teresa D’Austria; l’intero movimento illuministico lombardo è a favore della politica del governo austriaco e assumono cariche molto importanti.
Ostile al fanatismo religioso, giudica negativamente la controriforma, giudica empie le guerre di religione ed è contro l’oscurantismo degli ecclesiastici; esalta una religiosità intima (è quasi vicino al deismo illuministico) e crede in una religione come freno alle passioni umane e in senso metafisico;
Respinge le posizioni antireligiose ed edonistiche dell’illuminismo francese, ma di esso accoglie l’egualitarismo e l’umanitarismo.
Critica la nobiltà perchè oziosa e improduttiva: sul piano economico perché sperpera ricchezze che derivano dal lavoro altrui, sul piano intellettuale perché i nobili non si dedicano agli studi, sul piano civile perché i nobili non ricoprono alcuna carica diversamente dal passato.
Egli non è contrario all’aristocrazia ma è contrario a quella che è parassitaria, infatti egli auspica un ritorno della nobiltà che c’era precedentemente, ovvero una nobiltà attiva sui piani politico, economico e civile
Degli esponenti del “Caffè” non condivideva il cosmopolitismo, infatti temeva che l’assorbimento indiscriminato della cultura francese avrebbe solamente compromesso la purezza della lingua italiana e la peculiarità della cultura italiana; egli era fedele ad un’idea classica di letteratura.
Apprezza le scoperte scientifiche poiché le considera fonti di progresso e di benessere per l’umanità, ma è urtato dal fatto che la scienza sia ormai divenuta una moda.
Egli è contrario alla riduzione prettamente utilitaristica della letteratura egli infatti sostiene che sia importante “mescolare l’utile con il dolce”, ovvero sostiene che la poesia debba essere lo strumento per diffondere le idee e i problemi della realtà contemporanea, ma deve anche seguire quello che è il senso altissimo della dignità formale che è propria dei classici.
Egli è vicino alle teorie dei fisiocratici, infatti vede nell’agricoltura l’origine della ricchezza e della moralità pubblica; pertanto il poeta vede con ostilità l’estendersi incontrollato dei commerci che incrementa il lusso e quindi la corruzione provocando la decadenza della civiltà.
Ha dei rapporti poco cordiali con il gruppo del “Caffè” sia per fattori personali, ma soprattutto per divergenze di orientamento ideologico; solo negli ultimi anni le loro posizioni si avvicinano, poiché entrambi contrari a Giuseppe II.


Le prime odi, “illuministiche” (1756-1769)



Legate all’impegno civile, gli argomenti sono problemi di attualità e spesso sono pratici e concreti; odi di battaglia che sono animate dalla fiducia di poter mutare la realtà attraverso la diffusione di idee giuste.
La vita rustica: visione nuova del lavoro dei contadini come attività produttiva e socialmente utile, secondo le teorie fisiocratiche; visione idilliaca della campagna in contrapposizione alla città.
Salubrità dell’aria: problema dell’igiene e della salute pubblica, compromesse da chi per ragioni economiche circonda la città di risaie; visione idilliaca della campagna in contrapposizione alla città.
Impostura: contro ogni forma di ipocrisia e finzione.
Educazione: parla dell’istruzione, in particolare quella dei nobili a cui offre i suoi precetti pedagogici; idea di formazione umanistica (armonia tra fisico e spirito), ma anche illuministica. (ragione come guida, nobiltà intesa come quella d’animo, fiducia nel cambiamento grazie ai precetti dell’illuminismo)
Innesto del vaiuolo: esaltazione della scienza moderna contro ogni forma di pregiudizio e oscurantismo; visione del medico e dello scienziato come eroe nella civiltà illuministica.
Bisogno (collegato a “Dei delitti e delle pene”): il bisogno e la miseria sono alla base dei delitti perciò bisogna prevenirli; alla base dell’ode ci sono filantropismo e l’affermazione dei diritti naturali che ognuno possiede, c’è anche un vagheggiamento delle teorie contrattualistiche che andavano di moda a quel tempo.
Evirazione/La Musica: contro la pratica di quel tempo di evirare i ragazzi affinchè avessero voci più acute, c’è sdegno per una pratica barbara e incivile

Stile nelle Odi (Moderatismo stilistico)



Uso moderato di un lessico ricavato dalle scienze moderne, seguendo il gusto scientifico del tempo che era molto diffuso.
Poetica sensistica, secondo cui tutta la vita spirituale dell’uomo ha origine dai sensi; egli ricerca la parola icastica.(efficace) che sia capace di suscitare immagini e sensazioni molto vivide; le espressioni che utilizza sono realistiche e sono capaci di suscitare immagini intensamente visive, tattili, plastiche, foniche e olfattive.
Egli legittima le immagini impoetiche tramite l’utilizzo di un linguaggio classico e tramite perifrasi, metonimie e aggettivi esornativi. (decorativi)
Nella sintassi mira alla complessità del periodare latino e presenta spesso le inversioni della frase tipiche degli antichi. (sintassi ipotattica)

Il giorno



Poema in endecasillabi che mira a rappresentare satiricamente l’aristocrazia del tempo.
Argomento: descrizione della giornata di un “giovin signore” della nobiltà milanese.
Progetto originario aveva tre parti: Mattino (1763), Mezzogiorno (1765) e Sera, ma la sera viene poi divisa in 2 parti incomplete (Vespro e Notte)

Genere: poesia didascalica



Il poeta si presenta come “precettor” che vuole insegnare al giovin signore a vincere la noia che lo affligge.
L’impianto: descrittivo, viene descritta una giornata tipo del nobile.
Uno dei motivi centrali è il cicisbeismo che l’autore critica poiché ritiene sia una forma di adulterio legittimato.
A pranzo il nobile e la donna trattano gli argomenti più vari e nel pomeriggio fanno una passeggiata nella carrozza.
L’opera è impostata in chiave ironica e in maniera antifrastica : l’autore sembra elogiare il nobile, ma il suo intento è quello di condannare fermamente quel mondo che è insulso e vacuo.
Il tempo è piuttosto breve ma l’indugio descrittivo è lento, questo ha lo scopo di far capire come la vita nobiliare sia banale e vuota.
Lo spazio è quasi sempre chiuso (nel palazzo del nobile o della dama e nella carrozza), questo dà il senso di un mondo privo di energie vitali.
Contrapposizione tra nobiltà del tempo che è oziosa e parassitaria con quella del passato che si gettava ferocemente in battaglia: il precettore finge di di provare orrore per la guerra e l’atto di combattere, ma ha l’intenzione di celebrare la nobiltà guerriera che affronta la morte pur di salvare la patria.
Contrapposizione tra ozio dei nobili e laboriosità dei contadini e degli artigiani che si dedicano ad attività utili e si ispirano a valori fondamentali che la nobiltà ignora o stravolge.
La nobiltà crede di essere l’unica realtà esistente, il precettore richiamando l’immagine del popolo lavoratore e dei poveri rompe quella illusione e fa sentire l’urgere di una realtà più seria e drammatica.
Vengono inseriti racconti di carattere mitologico trattati con la grazie del rococò che servono ad illustrare l’origine di alcuni costumi sociali, come la favola di Amore e Imene che spiega le origini del cicisbeismo e la favola del Piacere che spiega l’origine della disuguaglianza tra gli uomini.
Il poeta mira a “educare “ l’aristocrazia e, nonostante creda nel principio di eguaglianza non vuole che ci sia uno sconvolgimento della gerarchia sociale.
E’ ravvisabile una sottile ambiguità, egli infatti, descrive in modo approfondito gli oggetti preziosi che possiede il nobile, come se fosse affascinato dalla grazia e dall'eleganza di quel mondo.


Utilizza un linguaggio aulico e prezioso, attinto dalla tradizione più illustre, utilizza aggettivi esornativi per innalzare l’oggetto che accompagna; l'utilizzo del linguaggio aulico non è totalmente parodico, infatti, spesso nomina oggetti molto preziosi che possono essere descritti solamente con un linguaggio aulico. (ambiguità anche a livello formale)
Le riforme di Giuseppe II lo delusero molto, il re infatti attuò una politica autoritaria, prediligeva le scienze e vedeva la letteratura solo a fini utilitaristici, le riforme determinarono nel poeta l’allontanamento dalla militanza civile.
Egli si inizia ad avvicinare, quindi, al neoclassicismo seguendo quelle regole dettate dal Winkelmann che vedeva nell'arte greca il bello ideale caratterizzato da “nobile semplicità” e “quieta grandezza”. Le teorie Winkelmanniane erano seguite all'accademia dell’arte di Brera, dove Parini insegnava.
Il suo avvicinamento al neoclassicismo era dovuto, secondo Petronio, alla delusione del programma riformistico di Giuseppe II che lo aveva indotto a rifugiarsi in un mondo di forme ideali, per Binni, invece, questo cambiamento era dato dal raggiungimento di uno stato d’animo equilibrato e armonico e si trova quindi in accordo con il gusto neoclassico.
Nel Vespro (517 versi) il precettore che oramai è divenuto un semplice descrittore e narratore, accompagna la dama e il nobile a trovare un amico malato.
Nella Notte (673 versi) i due amanti si recano a trovare un’anziana dama.
La polemica antinobiliare è più tenue e sfumata, l’impianto ironico resta, ma perde le punte più risentite dello sdegno morale e l'ironia è meno tagliente.
Il dramma sociale lascia spazio alla satira di costume e vengono introdotte note nuove come la malinconia, il senso inarrestabile del declinare dell'età ecc.( la denuncia sociale si stempera in una tematica esistenziale e si rafforza il vagheggiamento del lusso, della grazia e dell’eleganza)
Sembra scomparire la volontà pedagogica, quando l’autore scriveva era già intervenuta la Rivoluzione a segnare la fine del mondo nobiliare.
La nobiltà appare un mondo svuotato, sulla scena aleggiano vuoto e morte che rendono la rappresentazione più crudele
Si accentua il classicismo in direzione neoclassica, utilizzo di immagini legate alla poetica sensistica scompaiono, si accentua ricerca di compostezza ed equilibrio.
La sintassi inizia ad essere più fluida e si avverte da parte del poeta la volontà di smorzare lo scontro tra il linguaggio classicistico e vocaboli più realistici.
Due momenti della poesia pariniana: il battagliero e fiducioso illuminismo giovanile (Mattina e Mezzogiorno) e il più distaccato e deluso neoclassicismo della maturità. (Vespro e Notte)
Estratto del documento

PARINI

Pensiero (Moderatismo ideologico) ​

● Figura dell’​ intellettuale​ impegnato nella battaglia civile​ teso a diffondere le nuove

idee affinchè giovino alla “pubblica felicità”

● In sintonia con il clima riformistico di Maria Teresa D’Austria; l’intero movimento

illuministico lombardo è a favore della politica del governo austriaco e assumono

cariche molto importanti

● Ostile al fanatismo religioso​ , giudica negativamente la controriforma, giudica

empie le guerre di religione ed è contro l’oscurantismo degli ecclesiastici; esalta una

religiosità intima (è quasi vicino al deismo illuministico) e crede in una religione come

freno alle passioni umane e in senso metafisico;

● Respinge le posizioni antireligiose ed edonistiche dell’illuminismo francese, ma di

esso accoglie l’egualitarismo e l’umanitarismo

● Critica la nobiltà perchè oziosa e improduttiva: sul piano economico perché

sperpera ricchezze che derivano dal lavoro altrui, sul piano intellettuale perché i

nobili non si dedicano agli studi, sul piano civile perché i nobili non ricoprono alcuna

carica diversamente dal passato

● Egli non è contrario all’aristocrazia ma è contrario a quella che è parassitaria, infatti

egli auspica un ritorno della nobiltà che c’era precedentemente, ovvero una nobiltà

attiva sui piani politico, economico e civile

● Degli esponenti del “Caffè” non condivideva il cosmopolitismo​ , infatti temeva che

l’assorbimento indiscriminato della cultura francese avrebbe solamente

compromesso la purezza della lingua italiana e la peculiarità della cultura italiana;

egli era fedele ad un’idea classica di letteratura

● Apprezza le scoperte scientifiche​ poiché le considera fonti di progresso e di

benessere per l’umanità, ma è urtato dal fatto che la scienza sia ormai divenuta una

moda ​

● Egli è​ contrario alla riduzione prettamente utilitaristica della letteratura egli infatti

sostiene che sia importante “mescolare l’utile con il dolce”

, ovvero sostiene che la

poesia debba essere lo strumento per diffondere le idee e i problemi della realtà

contemporanea, ma deve anche seguire quello che è il senso altissimo della dignità

formale che è propria dei classici

● Egli è vicino alle teorie dei fisiocratici​ , infatti vede nell’agricoltura l’origine della

ricchezza e della moralità pubblica; pertanto il poeta vede con ostilità l’estendersi

incontrollato dei commerci​ che incrementa il lusso e quindi la corruzione provocando

la decadenza della civiltà

● Ha dei rapporti poco cordiali con il gruppo del “Caffè” sia per fattori personali, ma

soprattutto per divergenze di orientamento ideologico; solo negli ultimi anni le loro

posizioni si avvicinano, poiché entrambi contrari a Giuseppe II

Le prime odi, “illuministiche” (1756-1769)

​ ​

● Legate all’impegno civile​ , gli argomenti sono problemi di attualità e spesso sono

pratici e concreti; odi di battaglia che sono animate dalla fiducia di poter mutare la

realtà attraverso la diffusione di idee giuste

● La vita rustica

: visione nuova del lavoro dei contadini come attività produttiva e

socialmente utile, secondo le teorie fisiocratiche; visione idilliaca della campagna in

contrapposizione alla città

● Salubrità dell’aria

: problema dell’igiene e della salute pubblica, compromesse da chi

per ragioni economiche circonda la città di risaie; visione idilliaca della campagna in

contrapposizione alla città

● Impostura

: contro ogni forma di ipocrisia e finzione

● Educazione

: parla dell’istruzione, in particolare quella dei nobili a cui offre i suoi

precetti pedagogici;​ idea di formazione umanistica​ (armonia tra fisico e spirito), ma

anche illuministica​ (ragione come guida, nobiltà intesa come quella d’animo, fiducia

nel cambiamento grazie ai precetti dell’illuminismo)

​ ​

● Innesto del vaiuolo

: esaltazione della scienza moderna contro ogni forma di

pregiudizio e oscurantismo​ ; visione del medico e dello scienziato come eroe nella

civiltà illuministica

● Bisogno (collegato a “Dei delitti e delle pene”):​ il bisogno e la miseria sono alla base

dei delitti perciò bisogna prevenirli;​ alla base dell’ode ci sono filantropismo e

l’affermazione dei diritti naturali che ognuno possiede, c’è anche un vagheggiamento

delle teorie contrattualistiche che andavano di moda a quel tempo

● Evirazione/La Musica

: contro la pratica di quel tempo di evirare i ragazzi affinchè

avessero voci più acute, c’è sdegno per una pratica barbara e incivile

Stile nelle Odi (Moderatismo stilistico)

● Uso moderato di un lessico ricavato dalle scienze moderne​ , seguendo il gusto

scientifico del tempo che era molto diffuso

● Poetica sensistica​ , secondo cui tutta la vita spirituale dell’uomo ha origine dai sensi;

egli ricerca la parola icastica​ (efficace) che sia capace di suscitare immagini e

sensazioni molto vivide; le espressioni che utilizza sono realistiche e sono capaci di

suscitare immagini intensamente visive, tattili, plastiche, foniche e olfattive

● Egli legittima le immagini impoetiche tramite l’utilizzo di un linguaggio classico e

tramite perifrasi​ , metonimie e aggettivi esornativi (decorativi)

● Nella sintassi mira alla complessità del periodare latino e presenta spesso le

inversioni della frase tipiche degli antichi (​ sintassi ipotattica​ )

Il giorno ​

● Poema in endecasillabi​ che mira a rappresentare satiricamente l’aristocrazia del

tempo ​

● Argomento: descrizione della giornata di un “giovin signore” della nobiltà milanese

​ ​ ​

● Progetto originario aveva tre parti: Mattino​ (1763), Mezzogiorno​ (1765) e Sera​ , ma

la sera viene poi divisa in 2 parti incomplete (Vespro e Notte)

● Genere: poesia didascalica

● Il poeta si presenta come “precettor” che vuole insegnare al giovin signore a vincere

la noia che lo affligge

● L’impianto​ : descrittivo​ , viene descritta una giornata tipo del nobile

● Uno dei motivi centrali è il cicisbeismo​ che l’autore critica poiché ritiene sia una

forma di adulterio legittimato

● A pranzo il nobile e la donna trattano gli argomenti più vari e nel pomeriggio fanno

una passeggiata nella carrozza

​ ​

● L’opera è impostata in chiave ironica​ e in maniera antifrastica​ : l’autore sembra

elogiare il nobile, ma il suo intento è quello di condannare fermamente quel mondo

che è insulso e vacuo

● Il tempo è piuttosto breve ma l’indugio descrittivo è lento, questo ha lo scopo di far

capire come la vita nobiliare sia banale e vuota

​ ​

● Lo spazio​ è quasi sempre chiuso​ (nel palazzo del nobile o della dama e nella

carrozza), questo dà il senso di un mondo privo di energie vitali ​

● Contrapposizione tra nobiltà del tempo​ che è oziosa e parassitaria con quella del

passato​ che si gettava ferocemente in battaglia: il precettore finge di di provare

orrore per la guerra e l’atto di combattere, ma ha l’intenzione di celebrare la nobiltà

guerriera che affronta la morte pur di salvare la patria ​

● Contrapposizione tra ozio dei nobili e laboriosità dei contadini e degli artigiani che si

dedicano ad attività utili e si ispirano a valori fondamentali che la nobiltà ignora o

stravolge

● La nobiltà crede di essere l’unica realtà esistente, il precettore richiamando

l’immagine del popolo lavoratore e dei poveri rompe quella illusione e fa sentire

l’urgere di una realtà più seria e drammatica

● Vengono inseriti racconti di carattere mitologico​ trattati con la grazie del rococò

che servono ad illustrare l’origine di alcuni costumi sociali,​ come la favola di Amore e

Imene che spiega le origini del cicisbeismo e la favola del Piacere che spiega

l’origine della disuguaglianza tra gli uomini

● Il poeta mira a “educare “ l’aristocrazia e, nonostante creda nel principio di

eguaglianza non vuole che ci sia uno sconvolgimento della gerarchia sociale

● E’ ravvisabile una sottile ambiguità​ , egli infatti, descrive in modo approfondito gli

oggetti preziosi che possiede il nobile, come se fosse affascinato dalla grazia e

dall'eleganza di quel mondo

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