vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Nel 1936 Ungaretti si trasferisce nuovamente in Brasile con tutta la famiglia dopo aver
ricevuto la cattedra di letteratura italiana all’Università di San Paolo. Nel paese
sudamericano trascorre sette anni, caratterizzati da un intenso lavoro critico, ma
funestati anche da terribili lutti familiari; al poeta, che nel 1930 aveva perduto la
madre, vengono a mancare prima il fratello maggiore, Costantino, morto nel 1937, e
quindi l’amatissimo figlio Antonietto, morto nel 1939 in seguito a una banale
appendicite. In occasione di un temporaneo rientro in Italia, esprime pubblicamente la
propria violenta opposizione alla guerra e alle leggi razziali: viene arrestato e poi
scarcerato per diretto intervento di Mussolini.
Accolto con grandi onori, nello stesso anno è nominato Accademico d’Italia e ottiene la
cattedra di letteratura italiana all’Università di Roma, che rischia di perdere per i
rapporti avuti con Mussolini. “Il dolore”,
Nel 1947 porta a compimento raccolte che caratterizzano il suo terzo
momento poetico: la morte del figlio.
La sua fama è in continua ascesa e viene insignito di numerose lauree ad honoris
causa da parte di università straniere. Nel 1970 parte per gli Stati Uniti, dove si
ammala di broncopolmonite ; rientrato in Italia, le sue condizioni di salute peggiorano
fino a che, dopo un breve ricovero in una clinica milanese, si spegne nella notte fra il
1° e il 2° giugno.
Poetica
I temi che Ungaretti affronta sono sicuramente influenzati dalla drammatica
esperienza della guerra, come il senso della fragilità e della precarietà dell’uomo e il
timore della morte da cui scaturisce la forza con cui ci si attacca alla vita proprio
quando la si sente sfuggire.
Nelle raccolte successive il poeta affronta gli stessi temi, ma recupera la
punteggiatura e usa forme metriche più tradizionali, come l’endecasillabo, e inoltre
ricorre più spesso a simboli e ad analogie.
Il risultato è che i suoi versi diventano sempre più complessi.
E’ per questa ragione che l’opera di Ungaretti rientra a pieno titolo nella poesia
cosiddetta ermetica, che caratterizza l’Italia fra le due guerre mondiali.
E’ caratteristica dell’ermetismo affrontare temi come il dolore e il senso dell’esistenza
umana in un linguaggio volutamente oscuro, ricco di accostamenti imprevedibili, di
allusioni a cose che solo il poeta conosce.
Tutti questi procedimenti impediscono al lettore non specialista una comprensione
immediata del senso del testo, o meglio gli lasciano una grande libertà
d’interpretazione.
“Il porto sepolto” si riferisce ad un porto reale che doveva esistere anticamente nei
pressi di Alessandria, ma ha soprattutto un significato simbolico: allude a “ciò che
“porto sepolto”
segreto rimane in noi, indecifrabile”; il equivale al segreto della poesia,
nascosto nel fondo di un “abisso” nel quale deve immergersi il poeta. L’espressione
ossimorica “allegria di naufragi” allude invece alla guerra, che è vista come un
naufragio, mentre i sopravvissuti sono come i superstiti del naufragio che, presi da
una sorta di ebbrezza per lo scampato pericolo, superano lo sgomento e il dolore con
la speranza di un domani migliore. Le due raccolte parlano in gran parte della prima
guerra mondiale. In esse Ungaretti utilizza versi brevissimi, fino ad arrivare all’unicità
della singola parola; inoltre riduce al minimo i nessi sintattici, abolendo in alcuni casi
persino la punteggiatura: la poesia procede per accostamento di frammenti e
immagini, per analogie.
“Sentimento del tempo”
Nella raccolta si racchiudono poesie in cui egli medita sulla
condizione dell’uomo e sullo scorrere veloce del tempo, delle cose, delle persone
amate, che produce la nostalgia del passato e un più tenace attaccamento alla vita.
Da un punto di vista formale, quest’opera segna il ritorno alla tradizione: l’uso di versi
tradizionali (l’endecasillabo e il settenario) e il recupero delle strutture sintattiche.
“Il dolore
La successiva raccolta “(1947) unisce il tormento personale (la morte del
fratello e del figlio di nove anni) alla sofferenza collettiva (la seconda guerra
mondiale). “La terra promessa”,” Un grido e paesaggi”,” Il taccuino del
Le ultime raccolte sono:
vecchio”. Infine Ungaretti cura l’edizione completa dei suoi versi, pubblicata nel 1969
“Vita d’un uomo”. Tutte le poesie.
col titolo
Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia
Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità
Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita
Questi sono
I miei fiumi
Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure
Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo
Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre
Commento
Il poeta si immerge nell`Isonzo, il fiume della Venezia Giulia, nei cui pressi si
sono combattute tante battaglie della prima guerra mondiale. Guardando le
sue acque, il poeta ritorna indietro nel tempo, ricordando altri fiumi che hanno
caratterizzato la sua vita. Il Serchio, il fiume della Lucchesia, ha visto nascere i
suoi genitori; il Nilo, il fiume egiziano, gli ha dato i Natali; la Senna, il fiume di
Parigi, ha assistito alla sua maturazione psico-culturale. La lirica ha quindi un
valore autobiografico. Passando in rassegna i fiumi dei luoghi per lui più
significativi, il poeta rivisita la sua vita passo per passo: la terra dei suoi avi; il
paese dove e` nato e quello dove ha studiato. Questo percorso a ritroso e`
favorito dal rapporto armonico con la natura in cui egli si sente immerso:
lasciandosi cullare dalle onde dell`Isonzo, il poeta ritorna indietro nel tempo,
facendo riaffiorare i ricordi del proprio passato nei confronti del quale prova
grande nostalgia, visto il dramma della guerra che caratterizza il presente. La