Concetti Chiave
- Carlo Goldoni was born in Venice in 1707 into a middle-class family of Modenese origin, facing financial difficulties due to his grandfather's lavish spending.
- Initially educated by private tutors and later Jesuits, Goldoni's early education was marked by a significant episode of fleeing with a troupe of comedians.
- Goldoni's theatrical career involved innovative narrative development in plays, moving away from traditional fixed roles and improvised lines.
- His work, focusing on realistic depictions of contemporary society, was initially met with mixed success, overshadowed by more fantastical theater like that of the Gozzi brothers.
- Later in life, Goldoni moved to France, where he worked as an Italian teacher for the royal family, ultimately retiring in poverty after the French Revolution.
Indice
Le origini e la formazione di Goldoni
Nacque a Venezia il 25 febbraio 1707, da una famiglia borghese di origini modenesi per parte dei nonni paterni. In difficoltà finanziarie in seguito agli sperperi del nonno paterno Carlo Alessandro che aveva il vezzo per l’arte, il padre Giulio si trasferì a Roma per studiare medicina, lasciando Carlo con la madre Margherita Salvioni. Pare non fosse riuscito a conseguire la licenza di medico, ma divenne comunque farmacista ed esercitò la professione a Perugia, richiamando a sé tutta la famiglia. Goldoni si formò da prima con un precettore, quindi fu in collegio dai gesuiti a Perugia, che lo accompagnarono soprattutto nell’ambito filosofico e retorico. viene mandato poi dai domenicani di Rimini, infine ancora con un insegnante privato, il domenicano Candini. Di questo periodo è noto l'episodio della fuga da Rimini a Chioggia (dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori) al seguito di una compagnia di
comici. Goldoni ne racconta con grande liberazione nella sua opera autobiografica in francese Memoires, scritta verso il tramonto degli anni.
Inizio della carriera teatrale
Tornato con la madre a Venezia nel 1721, fece praticantato presso lo studio legale dello zio Giampaolo Indric. Nel 1723passò al collegio Ghislieri di Pavia grazie a una borsa di studio offerta dal marchese Pietro Goldoni Vidoni, protettore della famiglia, ma ne venne espulso prima di concludere il terzo anno per essere stato l'autore di un'opera satirica ispirata ad alcune fanciulle della borghesia locale. Termina gli studi a calci e pugni a Padova e fa praticantato come vice segretario del coadiutore del giudice criminale. Le questioni sono banali, ma influiranno notevolmente sul suo stile. Le missioni di carattere giuridico lo portano fino al 1743; dopo che ebbe un contratto da ambasciatore a Milano e a Genova, senza troppo successo, rientra e capisce finalmente la sua vena letteraria e si legò alla compagnia del signor Imer, con al seguito tutta la famiglia. Infatti, il capofamiglia era spesso il capocomica e attore lui stesso, che prendeva il teatro ad affitto per un periodo. all’impresario si univa una primadonna a cui in età veniva accompagnata da un’attrice più giovane. Successivamente si legherà ad una figura simile, cioè quella del Meldebach, che sarà costretto a lasciare dopo la terza rappresentazione della locandiera, quando la primadonna, vedendosi surclassata dall’attrice giovane, svelta e scaltra, ne fa una malattia e costringe a cacciare l’autore.
Innovazioni teatrali e sfide
Fino ad allora le compagnie teatrali giravano su carrozzoni e fermandosi sulle piazze rappresentavano il canovaccio (trama elementare) con dei ruoli fissi: arlecchino, brighella, pantalone. Il primo era povero e parlava in bergamasco in quanto dalle nostre parti venivano solo servitori. Era il servo astuto e disinvolto di due padroni, che cercava di svincolarsi da entrambi. La servetta amorosa solitamente concupita sia da brighella che da arlecchino ma a volte anche da pantalone. non c’erano commedie scritte e ogni attore aveva sempre quelle battute scritte che tendevano sempre più al degrado con riferimenti banali. Goldoni, invece, desidera abituare il pubblico ad uno sviluppo narrativo, non più solo alla grassa risata. La sua mansione all’interno della compagnia era quella di scrivere la commedia ma anche di fare da sceneggiatore .
Locandieraà vino spia sociale
Il vino di Cipro è quello del nobile che ha sperperato tutto (Cipro era stata un possedimento veneziano ai tempi delle crociate
Il vino delle canarie è quello di chi ostenta ricchezze
Il vino di Francia, borgogna o champagne che sia, è il vero simbolo di opulenza e raffinatezza.
Rusteghi à Lunardo non apprezza e si mostra insofferente
Goldoni dice: “mi furono maestri il mondo e il teatro “. Si riferisce alla realtà vista fra le calli , ai 17 teatri veneziani, alle occasioni di incontro fra campielli e altane, ma sempre con un riferimento indispensabile al verosimile, da cui trova più spunti che non in una pura elucubrazione mentale. Usa il teatro come riferimento di materia veritiera, specchio delle situazioni famigliari del periodo e delle conflittualità fra ceti osservata direttamente, non solo delineando minuziosamente la psicologia dei personaggi ma inserendoli anche in un fedele spaccato di società contemporanea (a lui), dandogli una fisionomia sociale definitissima grazie alle maniere, al linguaggio, alle attitudini e al comportamento.
Benché una lunga tradizione ha fissato un’immagine Goldoniana serena e ottimista fino al superficiale, macchiata della leggerezza settecentesca, la critica più recente ha puntualizzato maggiormente sul suo occhio acuto e alla comicità salace, sottile, frutto di una disposizione critica nei confronti dei costumi sociali senza bonarietà. Troviamo anche un tentativo di moralità e di dare un’educazione civile al pubblico.
Riconoscimento e difficoltà in Francia
Le innovazioni introdotte da G. non ottennero il successo sperato durante la sua vita: si trovò a dover competere con altri scrittori di teatro, quali i Gozzi, che il pubblico mostrava di apprezzare maggiormente per le loro rappresentazioni fantastiche estromesse dalla realtà. Il suo rappresentare la vita quotidiana anche se in tono ironico e sagace non fu immediatamente apprezzato. Il mestiere di sceneggiatore così si mostrò economicamente instabile e ben presto rinuncia per prospettive più lucrose. Intorno al 1760 viene invitati a Parigi, nella Francia che aveva sempre guardato con attenzione a Venezia e Carlo, un po’ per mire economiche un po’ per il suo orgoglio ferito dalla critica di intellettuali e del pubblico accetta. Purtroppo troverà solo tiepide conferme e finirà per essere assunto dalla famiglia reale in ruolo di insegnante di Italiano per le figlie di Luigi XV. La mansione ragguardevole di istitutore gli dava il denaro, ma non l’indipendenza intellettuale e la libertà italiana a cui era abituato. Dopo aver in parte rinunciato al mestiere di autore scrive un racconto che è una commedia della sua vita, in cui con alcuni flash rappresenta una
storia” interessante perché umana”. Non ritornerà più da Parigi perché non resiste a mettere in scena l’ultima commedia in francese, per poi ritirarsi in povertà a causa della rivoluzione.
Riflessioni finali sulla vita di Goldoni
Scaparra ha cercato di fare una rassegna antologica della vita di Goldoni e delle sue iniziative, con un collage di brani tratti da varie commedie. La prima è una commedia allegorica dal titolo “una delle ultime sere di carnevale”, una sorta di saluto a Venezia prima di partire per la Francia, trasfigurata in Moscovia.
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini e la formazione di Carlo Goldoni?
- Come iniziò la carriera teatrale di Goldoni?
- Quali innovazioni teatrali introdusse Goldoni?
- Quali furono le difficoltà incontrate da Goldoni in Francia?
- Quali sono le riflessioni finali sulla vita di Goldoni?
Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese con origini modenesi. La sua formazione iniziò con un precettore, proseguì in collegi gesuiti e domenicani, e culminò con un insegnante privato, il domenicano Candini.
Goldoni iniziò la sua carriera teatrale dopo aver lavorato in ambito legale. Si legò a compagnie teatrali, scrivendo commedie e sceneggiature, e affrontò sfide come l'espulsione dal collegio Ghislieri per un'opera satirica.
Goldoni innovò il teatro abbandonando i canovacci e i ruoli fissi, introducendo uno sviluppo narrativo più complesso e realistico, e utilizzando il teatro come specchio della società contemporanea.
In Francia, Goldoni non ottenne il successo sperato e dovette competere con altri scrittori come i Gozzi. Finì per lavorare come insegnante di italiano per la famiglia reale, rinunciando in parte alla sua carriera di autore.
Le riflessioni finali sulla vita di Goldoni evidenziano il suo tentativo di dare un'educazione civile al pubblico attraverso il teatro, nonostante le difficoltà economiche e il mancato riconoscimento immediato delle sue innovazioni.