Concetti Chiave
- Il "dispotismo dell'opinione" minaccia la libertà politica, costringendo l'individuo a opinioni favorevoli ai potenti, mettendo a rischio la sicurezza fisica e morale.
- Lo stato civile è costantemente minacciato dal ritorno allo stato di natura, dove il potere si esercita sregolatamente, compromettendo la protezione delle leggi.
- Il codice d'onore, influenzando il comportamento individuale attraverso il giudizio altrui, mette in pericolo la libertà morale e l'integrità personale.
- Beccaria distingue tra legittimo e legale per stabilire i limiti dell'autorità, opponendosi a un potere senza confini come quello descritto da Hobbes.
- L'autorità deve essere limitata al "meno possibile", essendo le passioni umane un vincolo che impedisce l'uso del terrore e protegge i diritti individuali.
Libertà e Dispotismo dell'Opinione
L’idea di poter compiere un’azione nella libertà politica, che assicura la mia sicurezza fisica, vacilla se l’azione mi procura il disprezzo degli altri o il loro certo consenso. Il “dispotismo dell’opinione” subentra quando i potenti, non potendo costringere il mio corpo, costringono la mia anima, suscitando in me opinioni a loro favorevoli. Questo ed altri abusi sottraggono il cittadino alla protezione delle leggi e fanno ripiombare nello stato di natura, caratterizzato dalla facoltà di esercitare sregolatamente atti «di autorità di uomo a uomo». L’onore, ad esempio, inteso come codice d’azione e come raggiungimento personale, minaccia la libertà morale del singolo perché ne condiziona il comportamento, agendo attraverso l’ansia del giudizio altrui. Lo stato civile, secondo Beccaria, è minacciato incessantemente dalla distruzione, poiché un solo passo lo separa dallo stato di natura: la rivoluzione, nelle tirannidi, e l’onore, nelle monarchie. Tutte le volte che i mali tornano al punto in cui i beni civili non sono più sufficienti a ricompensare un sacrificio permanente, si deve temere che gli uomini scuotano il giogo delle leggi. L’esigenza politica di concordia passa in secondo piano rispetto alla preoccupazione etica di libertà e di fiducia.
Beccaria e i Limiti dell'Autorità
La teoria politica di Beccaria si distanzia da quella di Hobbes perché ha come scopo quello di stabilire i limiti dell’autorità, muovendo dalla distinzione fra legittimo e legale, e non quello di giustificare un’autorità senza limiti. È il criterio del meno possibile che definisce il limite dell’autorità: sotto il giogo della necessità, nessun individuo ha la mente così sgombra da poter riflettere ponderatamente e con distacco; quando dovrà concedere qualcosa, accetterà di liberarsi solo del minimo. Inoltre, l’autorità resta vincolata al limite impostole dalle passioni: lungi dal rendere necessario il terrore, le passioni umane pongono limiti severi e incondizionati ai diritti del sovrano e all’esercizio della sua autorità.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto di "dispotismo dell'opinione" secondo il testo?
- Come Beccaria differenzia la sua teoria politica da quella di Hobbes?
- Qual è il ruolo delle passioni umane secondo Beccaria nella limitazione dell'autorità?
Il "dispotismo dell'opinione" si verifica quando i potenti, non potendo costringere fisicamente, influenzano le opinioni delle persone a loro favore, minacciando la libertà morale attraverso il giudizio altrui.
Beccaria si concentra sui limiti dell'autorità, distinguendo tra legittimo e legale, e non giustifica un'autorità illimitata, ponendo l'accento sul criterio del "meno possibile" per definire tali limiti.
Le passioni umane impongono limiti severi e incondizionati ai diritti del sovrano e all'esercizio della sua autorità, rendendo non necessario il terrore.