Concetti Chiave
- La corrente tradizionalista, rappresentata da Hobbes, sostiene che l'autorità sovrana è necessaria per la convivenza pacifica, vista l'incapacità umana di discernere la verità senza guida.
- I giusnaturalisti credono che il diritto si fondi sul principio di socievolezza, con la ragione che consente la nascita di un patto sociale basato su accordi reciproci.
- Beccaria rifiuta entrambe le teorie, sostenendo che la società si fonda su considerazioni di utilità pubblica piuttosto che su ragione o autorità divina.
- Secondo Beccaria, il patto sociale deriva dalla stanchezza di vivere in uno stato di guerra continuo, non dalla paura della morte o dalla conservazione della vita.
- La causa del patto è l'incertezza di una vita sicura e tranquilla, con la libertà politica che esiste solo in assenza di paura, garantita dalle leggi.
Indice
La visione di Hobbes e i giusnaturalisti
La corrente tradizionalista, che fa capo ad Hobbes, crede che gli uomini non siano capaci di convivere pacificamente senza un’autorità, perché sono sprovvisti di una ragione naturale che li renda capaci di discernere la verità. La volontà del sovrano, la cui autorità ha fondamento divino, serve da norma per uscire dallo stato di natura.
I giusnaturalisti, al contrario, fondano il diritto su un “principio di socievolezza”, tale per cui la ragione è sufficiente a far nascere un patto sociale fondato sull'accordo reciproco.La posizione di Beccaria
Beccaria non si riconosce a pieno in nessuna delle due precedenti ipotesi. Egli nega in tutto e per tutto che la ragione svolga un ruolo nella genesi delle società, e non ne bilancia l’assenza ricorrendo a una potenza provvidenziale o istintiva. Atto conclusivo di un semplice conflitto di passioni, la società sembra fondarsi interamente su considerazioni di utilità pubblica.
La genesi delle società civili secondo Beccaria
Nella genesi delle società civili, secondo Beccaria, la guerra degli interessi non è stata improvvisamente placata nella pace della ragione; il patto è un sacrificio che inaugura una rinuncia obbligata, malinconica ed amara. La situazione estrema che ha reso necessaria la società, cioè il passaggio allo stato civile, è la stanchezza di vivere in un continuo stato di guerra. Ma non si parla di paura della morte: il patto non è stato stipulato né a partire da semplici valori, che autorizzano il ricorso all'anarchia, né perché era in gioco la conservazione della vita, il che avrebbe autorizzato qualsiasi dispotismo (in questo modo Beccaria cerca di esorcizzare il rischio dell’”hobbesismo”). Gli uomini non potevano aspirare ad un bene che non possedevano; perciò, secondo Beccaria, la stanchezza che ha portato al patto è stata causata dall'impossibilità di godere di un bene che già possedevano: la libertà. La causa del patto è la stanchezza intesa come incertezza di avere, in futuro, una vita sicura e tranquilla. Infatti, c’è libertà politica solo in assenza di paura, dunque all'interno della zona di certezza tracciata dal perimetro delle leggi.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Hobbes riguardo alla convivenza pacifica degli uomini?
- Come si differenzia la posizione di Beccaria rispetto a quella di Hobbes e dei giusnaturalisti?
- Qual è la causa del patto sociale secondo Beccaria?
Hobbes crede che gli uomini non possano convivere pacificamente senza un'autorità, poiché mancano di una ragione naturale per discernere la verità, e quindi la volontà del sovrano, con autorità divina, è necessaria per uscire dallo stato di natura.
Beccaria non si riconosce né nella visione di Hobbes né in quella dei giusnaturalisti; egli nega il ruolo della ragione nella genesi delle società e vede la società come il risultato di un conflitto di passioni basato su considerazioni di utilità pubblica.
Secondo Beccaria, la causa del patto sociale è la stanchezza derivante dall'incertezza di avere una vita sicura e tranquilla in futuro, non la paura della morte o la conservazione della vita, e la libertà politica esiste solo in assenza di paura, all'interno delle leggi.