Concetti Chiave
- Vittorio Alfieri, nato ad Asti nel 1749 e morto a Firenze nel 1803, è uno dei maggiori poeti tragici del Settecento italiano.
- La sua autobiografia, "Vita", scritta nel 1790, è un racconto retrospettivo che riflette la sua maturità poetica.
- Dopo studi mediocri all'Accademia militare di Torino, iniziò a viaggiare, culminando in una "conversione" alla letteratura nel 1775.
- Alfieri scelse la tragedia per esprimere lo scontro tra oppressi e oppressori, concentrandosi su una libertà esistenziale piuttosto che politica.
- Stabilitosi infine a Firenze, Alfieri dedicò gli ultimi anni alla composizione di satire, commedie e traduzioni.
Indice
Infanzia e formazione di Alfieri
Vittorio Alfieri nasce il 16 gennaio 1749 ad Asti e muore a Firenze l’8 ottobre 1803.
Considerato il maggiore poeta tragico del Settecento italiano, egli ripercorse il suo cammino formativo in una biografia, scritta da lui stesso, chiamata Vita che cominciò a scrivere intorno al 1790.
La Vita va però considerata come un racconto retrospettivo, dove la realtà viene forzata per conformarsi al pensiero dell’Alfieri ormai poeta maturo.
Nato ad Asti, dunque, da famiglia nobile, dal 1758 al 1766 frequenta l’Accademia militare di Torino, considerata uno dei migliori collegi d’Europa, con risultati mediocri. A conclusione degli studi viene nominato alfiere dell’esercito regio ed è assegnato al reggimento provinciale di Asti. Da qui hanno origine una serie di viaggi.
Inizio della carriera letteraria
Questo continuo vagabondare termina nel 1775, l’anno della “conversione” alla letteratura: Alfieri torna a Torino, completa una prima tragedia, Cleopatra. Il successo della rappresentazione di Cleopatra lo sprona a dedicarsi alla carriera di scrittore tragico; negli anni successivi scriverà le sue maggiori tragedie: Antigone, Filippo, Oreste, Saul, Maria Stuarda, Mirra, tra le altre.
La tragedia è la forma artistica da lui prescelta perché la più adatta a rappresentare la sua concezione della vita basata sullo scontro tra oppressi ed oppressori, tra uomini eroici e tiranni che rappresentano tutti quegli ostacoli che impediscono la piena realizzazione dell’individualità umana. La libertà non è una libertà politica, ma una libertà esistenziale.
Relazione con Luisa Stolberg
Nel 1777 conosce infatti Luisa Stolberg, contessa d’Albany, praticamente separata dal marito Carlo Edoardo Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra. Nasce un rapporto che Alfieri manterrà sino alla morte e che mette fine alle sue irrequietezze amorose. L’anno successivo fa dono alla sorella di tutti i suoi beni, mantenendo per sé solo una rendita annua.
Compone trattati (Della tirannide e Del principe e delle lettere) e la gran parte delle Rime. Nel 1786 si stabilisce con la fedele contessa a Parigi, dove assiste alla rivoluzione e la celebra in un’ode alla caduta della Bastiglia, A Parigi sbastigliata. Gli sviluppi della rivoluzione però, lo deludono, come lo spaventano le manifestazioni della plebe. Così fugge da Parigi nel 1792 e comincia, dopo la venuta dei francesi in Italia nel 1796, un’opera dai toni decisamente antifrancesi, il Misogallo.
Ultimi anni e opere finali
Tornato a Firenze, dedica gli ultimi anni della sua vita alla composizione delle Satire, di sei commedie, della seconda parte della Vita e di traduzioni dal latino e dal greco. Nel 1803, a soli cinquantaquattro anni, muore assistito dalla Stolberg. La salma si trova nella chiesa di Santa Croce a Firenze.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della biografia "Vita" di Alfieri?
- Come inizia la carriera letteraria di Alfieri?
- Qual è il significato della relazione tra Alfieri e Luisa Stolberg?
- Quali sono le opere principali degli ultimi anni di Alfieri?
La biografia "Vita" di Alfieri è un racconto retrospettivo che ripercorre il suo cammino formativo, ma è importante considerarla come un'opera in cui la realtà è forzata per conformarsi al pensiero dell'Alfieri maturo.
La carriera letteraria di Alfieri inizia nel 1775 con la "conversione" alla letteratura, culminando nella scrittura della tragedia Cleopatra, il cui successo lo spinge a dedicarsi alla scrittura di altre tragedie.
La relazione con Luisa Stolberg, iniziata nel 1777, è significativa perché mette fine alle irrequietezze amorose di Alfieri e lo accompagna fino alla morte, influenzando anche la sua produzione letteraria.
Negli ultimi anni, Alfieri si dedica alla composizione delle Satire, di sei commedie, della seconda parte della Vita e di traduzioni dal latino e dal greco, prima di morire nel 1803.