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Test Invalsi fa paura: 3 su 5 studiano, i prof mettono i voti

Il 13 maggio, nelle classi seconde delle scuole superiori, sarà il giorno del test Invalsi. La prova che dovrebbe rilevare le competenze degli studenti, senza che si siano impegnati in una preparazione specifica.

Tuttavia, la realtà è ben diversa e i ragazzi si sono messi sui libri per affrontare al meglio la prova: sono 3 ragazzi su 5 che stanno ripassando italiano e matematica, materie su cui verte l’Invalsi. E non certo solo per fare bella figura. Infatti, i professori hanno comunicato al 70% degli intervistati che metteranno i voti sul registro in base all’esito del test. E’ quanto emerge da una ricerca di Skuola.net su un campione di circa 1.400 studenti.

AIUTO, INVALSI FA MEDIA! - 1 prof su 2 ha avvisato i propri studenti che, qualsiasi sarà il risultato, sarà registrato e farà media, mentre 1 su 6 ha annunciato magnanimamente che questo succederà solo se la prova andrà bene. Risultato? Tutti a studiare per migliorare il proprio rendimento, o, per lo meno, non affossarlo. E in questo modo, anche i professori corrono ai ripari: infatti, migliori saranno i punteggi ottenuti dai propri alunni, migliori saranno anche le valutazioni che loro stessi riceveranno. Non a caso 1 studente su 3 si sta preparando grazie ai propri docenti, che stanno proponendo il ripasso dei concetti più importanti. Mentre 1 su 4 sta provvedendo autonomamente.

TEST INVALSI BOICOTTATO? - Rispetto al passato, le intenzioni di contestazione si annunciano meno imponenti: solo 1 studente su 5 dichiara che nella propria scuola ci potrebbero essere forme di protesta da parte propria o dei compagni che dovrebbero prendere parte alla prova. Addirittura il 2% degli intervistati afferma che saranno proprio i prof a guidare la rivolta.

NON MI PIACE PERCHE'... - Le prove Invalsi non riescono ancora a farsi apprezzare. La maggior parte degli studenti infatti, circa il 70% è perfettamente al corrente su cosa rappresenta l’Invalsi e quale sia la sua funzione. Poco meno di 1 ragazzo su 3 reputa utili le rilevazioni nazionali: c’è chi le considera importanti per capire le differenze tra l’Italia e l’estero in modo da migliorare (circa il 16%), chi invece apprezza il carattere oggettivo del test (circa il 10%) oppure chi lo invoca come un giusto contrappasso per valutare i prof (circa il 4%). Fra i contrari, il 20% crede che la tipologia a quiz non sia il mezzo migliore per la valutazione. Ancora più numerosi sono coloro, 1 su 4, che si oppongono al test poiché credono che una prova unica nazionale non possa tener conto dei diversi contesti sociali e scolastici.

QUESTIONE DI PRIVACY - La parte del test facoltativa che presenta domande sulle condizioni personali e familiari dello studente, il cosiddetto Questionario dello Studente, preoccupa 1 ragazzo su 4, che teme le sbirciatine dei prof e non vuole dare troppe informazioni all’Invalsi. Nessun problema invece per il 47% circa degli studenti, mentre quasi il 28% si chiede quale sia l’utilità per il sistema di valutazione nazionale ottenere questo tipo di informazioni.

Carla Ardizzone