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Vito, il supplente che per una classe di 4 alunni (e 11 ore a settimana) si è trasferito su un'isola a 1398 km da casa
Fonte foto: RagusaNews


Quanto lontano si è disposti a spingersi per inseguire un sogno? La storia di Vito Bilello, 32 anni, sembra uscita da un film: un professore che lascia tutto per trasferirsi su un'isola remota, al servizio di una classe con appena quattro studenti.

Una dinamica che, di recente, abbiamo visto sul grande schermo, con la pellicola di Riccardo Milani. Ma questa volta non si tratta di una sceneggiatura, bensì della realtà di chi, oggi, è disposto a percorrere chilometri e sacrificare affetti per inseguire una carriera nell’insegnamento.

Una scelta coraggiosa, quella di Vito, che accende i riflettori su un sistema scolastico che sembra chiedere sempre di più a chi vorrebbe semplicemente fare il proprio lavoro.

Indice

  1. La storia di Vito
  2. Il viaggio: oltre mille chilometri per insegnare
  3. La passione per l’insegnamento tra le mura di casa

La storia di Vito

Vito Bilello, originario di Sambuca di Sicilia, ha un curriculum di tutto rispetto: laureato in Biotecnologie con il massimo dei voti, un master in Bioinformatica e un’esperienza come ricercatore.

Eppure, per trasformare la sua passione per la matematica e le scienze in un mestiere stabile, ha dovuto fare una scelta estrema.

A fine ottobre, quando la posizione di supplente sull’isola di Capraia (in Toscana) è stata pubblicata, nessuno tra i candidati con punteggi più alti ha accettato. Troppo isolata, troppo complicata da raggiungere. Ma Vito ha detto sì.

Così, dopo una veloce ricerca su Internet per capire dove fosse l’isola, ha deciso di lasciare la sua terra, i suoi affetti e una vita tutto sommato comoda per trasferirsi nel Comune più piccolo della Toscana.

“Non lo faccio per i soldi,” spiega a 'Il Tirreno', sottolineando come il suo stipendio, al netto di affitto e spese, gli lasci ben poco. Ma con i punti in graduatoria e l’esperienza acquisita, il suo obiettivo è chiaro: prepararsi per il futuro, incluso il Tfa per diventare insegnante di sostegno.

Il viaggio: oltre mille chilometri per insegnare

La decisione di trasferirsi non è stata priva di ostacoli, a partire dal viaggio per raggiungere Capraia. Un’odissea di due giorni, che ha messo Vito in difficoltà: da Sambuca a Palermo in auto, un volo per Pisa, treno fino a Livorno e, infine, un traghetto verso l’isola.

E come se non bastasse, il maltempo ha reso il tutto ancora più complicato.

Ma il benvenuto sull’isola è stato caloroso. Ad aspettarlo, colleghi pronti a supportarlo e la bellezza mozzafiato di Capraia, che ha reso meno amara la distanza da casa. Anche gli alunni, quattro ragazzini tra gli 11 e i 13 anni, hanno accolto il nuovo docente con entusiasmo.

La passione per l’insegnamento tra le mura di casa

Per capire cosa spinge un giovane come Vito a intraprendere un cammino così complicato, bisogna guardare al suo passato. Entrambi i suoi genitori erano insegnanti e, come lui, hanno lasciato la Sicilia per cercare stabilità lavorativa al Nord.

Un esempio che ha ispirato il figlio, facendogli scoprire una vocazione che va oltre lo stipendio: il piacere di stare a contatto con i ragazzi tra i banchi di scuola, rimanere mentalmente attivo e, perché no, dedicare tempo a sé stesso.

Ma ogni scelta ha un prezzo. Vito ammette che la cosa che gli manca di più sono le persone care: la fidanzata, la famiglia, gli amici. Eppure, nonostante la solitudine e le difficoltà, è determinato a portare avanti questa esperienza fino a giugno. “La scuola è un sistema complicato,” riflette, ma per chi vuole farne parte, spesso l’unica strada è spostarsi e accettare sacrifici.