
Sarebbero dovuti tornare a scuola oggi i bambini di Borgosesia, Varallo e Quarone dopo oltre due mesi di assenza grazie a un progetto pilota di “assistenza ai minori”. Si era pensato già a tutto: aule da quattro o cinque bambini con educatori dotati di mascherina, test sierologici a genitori e assistenti e pranzo sul banco e non in mensa.
Ma proprio ieri, alla vigilia dell’apertura, l’opposizione del ministero dell’Istruzione ha vietato l’uso dell’edificio scolastico. Ecco cosa è successo.
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Ritorno a scuola: nel Vercellese il Ministero blocca il progetto
Il primo cittadino di Borgosesia, Paolo Tiramani, e gli altri due sindaci della zona erano entusiasti della soluzione trovata per aiutare le tante famiglie con entrambi i genitori lavoratori: “In questo periodo non sanno a chi affidare i figli, soprattutto adesso che sono riprese molte attività e molti genitori hanno ripreso entrambi a lavorare. Non tutti hanno i nonni che vengono in aiuto e in ogni caso coinvolgerli nell'assistenza dei nipoti pone anche grandi interrogativi per la sicurezza sanitaria”. Dopo il via libera della giunta regionale del Piemonte, tutto era pronto per far ripartire la didattica ma il Ministero ha negato l’autorizzazione per usare la scuola. Il sindaco di Borgosesia, però, ha precisato che il progetto non si fermerà. Il primo cittadino, infatti, ha dichiarato di voler sistemare i più piccoli nell’asilo comunale e i più grandi in tre palestre del Comune.
A scuola senza insegnanti ma con gli educatori
Come riportato su Tecnica della scuola, non si sarebbe trattato comunque di un vero e proprio ritorno a scuola. I bambini infatti non sarebbero stati accolti dai maestri, ma dagli educatori del pre e post scuola. Se la loro opera di assistenza, prima del Coronavirus, si svolgeva prima o dopo le lezioni, con il nuovo progetto sarebbe stata estesa a tutta la giornata e i bambini avrebbero così seguito le lezioni della didattica a distanza con il loro supporto.