
Il Tavolo appena avviato con il Ministero del Lavoro mira proprio a rimodulare la normativa dei PCTO dal punto di vista della sicurezza degli studenti nei luoghi di stage. Una revisione del sistema che punta anche a rendere centrale la formazione degli studenti riguardo alla sicurezza sul lavoro e quella dei tutor scolastici e aziendali, due figure fondamentali nello svolgimento dei progetti. Una missione che, se verrà portata positivamente a termine, incontrerà sicuramente i favori degli interessati. Visto che, come evidenzia un’indagine condotta di recente dal portale Skuola.net su un campione di 2.500 studenti dell’ultimo triennio delle superiori (periodo in cui si svolgono i PCTO), sono proprio quelle appena descritte le principali variabili da considerare per distinguere un buon tirocinio.
PCTO, le proposte del Ministro Valditara
Tornando alla stretta attualità, per cominciare il Ministro Valditara intende mettere mano alla normativa sui risarcimenti, al centro di numerose polemiche negli ultimi giorni per il mancato risarcimento alla famiglia di Giuliano De Seta, studente morto durante uno stage in azienda lo scorso settembre. “Questa modifica non è tuttavia sufficiente, occorre anche e soprattutto prevenire”, ha detto il Ministro che ha poi specificato: “Da questo punto di vista, bisogna investire di più sulla formazione degli studenti per creare una cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, anche coinvolgendo i datori di lavoro e i sindacati, e garantire ai ragazzi che effettuano percorsi di alternanza scuola-lavoro una formazione specifica sulla sicurezza in base alle attività che andranno a svolgere”.Il numero uno di Viale Trastevere non mette in discussione l’utilità formativa dei PCTO ma vuole rivederne alcuni punti. In primis, vuole investire di più sulla formazione degli studenti “per creare una cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, anche coinvolgendo i datori di lavoro e i sindacati, e garantire ai ragazzi che effettuano percorsi di alternanza scuola-lavoro una formazione specifica sulla sicurezza in base alle attività che andranno a svolgere”. Centrale anche “la formazione del tutor scolastico e quella del tutor aziendale, che devono coordinarsi in un confronto costante". Un cambio di rotta che passa per tre proposte avanzate da Valditara: “Anzitutto bisogna prevedere delle piattaforme, anche su base territoriale a cura degli Uffici scolastici regionali, con il compito di fornire la lista di imprese selezionate e certificate per lo svolgimento dei pcto, all’interno di protocolli quadro chiari”. Inoltre, stando a quanto rivela il Ministro le scuole dovranno reperire “una lista delle informazioni e delle attestazioni che le scuole devono acquisire dalle aziende prima della stipula e devono successivamente verificare". Infine, il Ministro propone di rimettere in moto il Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell’alternanza scuola-lavoro - composta dai rappresentanti delle Camere di Commercio, dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura, dei lavoratori e dei datori di lavoro - fondamentale per monitorare la qualità dei Percorsi.
PCTO, come dovrebbe essere? In presenza, formativo e coerente con gli studi svolti
Ma a pensare che i PCTO abbiano bisogno di un restyling sono soprattutto gli studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro. Il primo dato che emerge dal sondaggio di Skuola.net citato all’inizio è che gli stagisti hanno apprezzato maggiormente l’alternanza quando è stata svolta per vere e proprie realtà lavorative (pubbliche o private) e non “simulata” a scuola: tra coloro che l’hanno fatta direttamente sul campo l’indice di gradimento è al 66%. Ma questo è solo il punto di partenza. Infatti, agli studenti occorre anche che le attività vengano svolte in presenza. Gli studenti che hanno svolto i PCTO totalmente a distanza, infatti giudicano l’esperienza come pessima: per fortuna si tratta di una sparuta minoranza, appena il 22%.Inoltre, una volta arrivati in azienda, gli studenti vogliono toccare con mano i processi lavorativi. Essere coinvolti nelle attività principali è un requisito fondamentale per il 67% degli intervistati: più di 2 studenti su 3. Meglio ancora se il tutto viene preceduto da un’adeguata formazione di carattere teorico-pratico: anche questo un altro requisito chiave secondo il parere degli studenti. Di conseguenza, la soddisfazione per la qualità dell’esperienza è stata minore tra coloro che hanno avuto solo una spiegazione di tipo teorico: in questo caso solo il 18% si è detto contento dello stage. Ancora minore il gradimento tra gli studenti che hanno svolto compiti marginali (9%) e tra chi è stato messo da parte “a guardare” (6%). Ma più di tutto, gli studenti sognano uno stage in linea con i propri interessi e studi: non è un caso che gli studenti che hanno avuto questa opportunità giudichino - in 9 casi su 10 - l’esperienza come positiva.
Il tutor, una figura chiave dell’alternanza scuola-lavoro
Un’altra prerogativa essenziale - anche qui gli studenti sembrano essere in linea con il Ministro Valditara - è la presenza costante di un tutor aziendale, che supporti gli stagisti nell’arco di tutta l’alternanza. Si tratta di una figura teoricamente obbligatoria ma che non sempre le ragazze e i ragazzi hanno avuto la fortuna di avere accanto. Solo il 40% degli intervistati è stato assistito con regolarità, mentre il 30% addirittura non lo ha mai conosciuto. Eppure che la presenza del tutor aziendale sia un elemento chiave è un dato di fatto: chi ha giudicato positivamente l’esperienza in alternanza - in quasi 6 casi su 10 - ha potuto godere dei consigli di un tutor aziendale.