
Dal ritorno dei grandi classici e del latino alla valorizzazione della storia occidentale, passando per la lettura della Bibbia per rafforzare le radici italiane. Queste, in parte, alcune delle nuove linee guida sui programmi scolastici annunciati pochi giorni fa dal Ministro Valditara.
Misure accolte con un certo scetticismo da chi dovrebbe poi metterle in pratica, vale a dire gli insegnanti. Secondo il recente sondaggio lanciato dal portale La Tecnica della Scuola, infatti, i docenti non sembrerebbero del tutto convinti circa la messa a punto dei nuovi programmi, specie riguardo il tema biblico.
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Leggere la Bibbia a scuola: insegnanti e studenti contrari
Al sondaggio hanno partecipato 1.380 lettori, di cui il 67,4% docenti. Insieme a loro anche studenti, famiglie e dirigenti scolastici.
I risultati del sondaggio differiscono a seconda dei rispondenti, ma su alcuni punti c'è stata una certa convergenza. Sulla narrazione della Bibbia, per esempio, il 56% dei docenti ha mostrato dissenso e lo stesso hanno fatto i genitori (50,3%) e gli studenti (51,5%).
Più aperti a questa evenienza i dirigenti scolastici: il 48,8% si è detto favorevole, il 44,2% contrario e il 7% indeciso.
Latino e grandi classici alle medie: il corpo docente è in larga parte d'accordo
Anche a proposito dell’introduzione del latino e della geografia con l’abbandono dell’approccio geostorico, i dirigenti sono risultati i più favorevoli (63%), seguiti dai docenti (59,2%) e dai genitori (53,6%).
Gli studenti sono stati i più titubanti, con il 45,2% d’accordo con la revisione delle linee guida dei programmi scolastici e il 38,7% contrari, mentre il 16,1% si è dichiarato indeciso. Tra gli altri operatori è invece prevalso il consenso (53%), con un dissenso pari al 40,2%.
I commenti di risposta al sondaggio
Diversi sono stati i partecipanti al sondaggio che hanno voluto lasciare un proprio commento al riguardo. Un docente ha affermato: “Ogni proposta necessita di rispondere alla domanda: come e in che misura si vuole proporre? A fianco di cos’altro? Musica alla primaria, chi la fa? Un musicista? Un musicologo? È necessaria una preparazione adeguata per educare alla musica per quella fascia di età”.
E ancora: “Anacronistico e assurdo imporre letture che con ogni evidenza non fanno più parte della cultura odierna. Posso capire Iliade e Odissea (ma alla primaria?!) ma la Bibbia mi sembra fuori luogo e fuori tempo in una scuola statale e in una società sempre più laica”.
Altri partecipanti al sondaggio, invece, hanno spiegato perché sono favorevoli ad accogliere le nuove proposte del Ministro: “Per me lo studio del latino dovrebbe essere obbligatorio, non solo facoltativo. Sono inoltre molto favorevole all’abolizione della geostoria e al ritorno alle due discipline distinte. Gli studenti negli ultimi anni ignorano minime nozioni di geografia, fondamentali per vivere ed orientarsi”; “È una proposta coraggiosa e, finalmente, non demagogica”.